Non si vede più un gatto nelle calli. Però sono tanti i cani. E la città è sempre più sporca, non per colpa loro, ma dei loro padroni
Sono spariti, e da tempo, i gatti da calli e campi veneziani, con somma gioia delle pantegane che girano indisturbate, padrone inontrastate del territorio. In compenso, c’è un numero sorprendentemente crescente di cani, a Venezia. D’ogni razza. Molti “vestiti” con cappottini ad hoc. Inoltre, si notano diversi negozi per animali. È stato condotto un censimento della popolazione canina nella città storica? Non ci sarebbe di che sorprendersi se, in parallelo al declino demografico, si osservasse un aumento degli abitanti a quattro zampe.
Tema interessante. Nel frattempo, la diffusione dei cani (ben inteso, fenomeno nazionale, non solo lagunare) impone sempre più di stare attenti a dove si mettono i piedi, in una poco simpatica e perenne gimkana nelle calli.
Roberta De Rossi ha scritto a questo proposito un breve articolo, sulla Nuova Venezia, totalmente condivisibile e che qui di seguito citiamo per intero.
«Non si sentano chiamati in causa tutti i proprietari di cane, ma quanta maleducazione in giro: i masegni della città sono lastricati di escrementi, si tratti di deiezioni lasciate a terra come nulla fosse, fregandosene delle suole altrui e dell’igiene, come pure dei sacchettini con gli escrementi raccolti e poi lasciati qua e là per la troppa fatica di portarli fino al bidone dei rifiuti, spesso solo a qualche decina di metri di distanza.
E siccome “cacca chiama cacca”, spesso ci sono aree di campo e calli coperte di escrementi. Un comportamento ovviamente sanzionabile: ma non c’è traccia di multe. Dovrebbe bastare buon senso e buona educazione, ma tant’è – difettando in molti – bisogna ricordare a tutti, vigili compresi, che l’ordinanza 190/2002 prevede sanzioni 80 a 252 euro, ricordando che I ‘art. 23 del Regolamento Veterinario del Comune stabilisce che: “La persona che conduce il cane è tenuta ad evitare che il medesimo insudici con gli escrementi le pubbliche vie e, in ogni caso, deve avere cura che ciò avvenga ai bordi delle stesse, sicché non ne derivi disagio per le persone e pericolo per la loro incolumità. In particolare, nel centro storico di Venezia, nei sottoportici e sui marciapiedi di piazza Ferretto a Mestre, il divieto di insudiciare è assoluto”»

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