Repubblica Popolare Cinese e Repubblica Federale di Germania hanno molti interessi convergenti. La Cina è il primo mercato d’esportazione in Asia per la prima economia europea con 67 miliardi di euro di merci esportate nel 2013. Cina e Germania presentano anche molte contraddizioni “affini”.
Ovviamente siamo di fronte a due potenze estremamente diverse, per stadio di sviluppo, per assetti capitalistici, per regimi politici, per organizzazione sociale, ma Cina e Germania, nonostante queste evidenti radicali differenze, presentano anche alcune affinità intriganti, per esempio sul fronte geopolitico regionale. Affinità che cerchiamo ora molto sommariamente di mettere a fuoco!
Sia la Cina sia la Germania sono la massima potenza “continentale”, nei rispettivi continenti, l’Asia e l’Europa, di riferimento. Ma questa posizione geopolitica li ha messi storicamente in una condizione delicata rispetto agli altri paesi della regione. Sia nei confronti della potenza “marittima” sia nei confronti degli altri attori continentali. Questa collocazione geopolitica accomuna Cina e Germania. Entrambe le potenze hanno patito (o provocato nel caso tedesco), guerre e conflitti: il “secolo dell’umiliazione”, la prima, due guerre mondiali, la seconda.
Ma oggi entrambe hanno la possibilità concreta di prendere il loro posto nell’arena geopolitica. La Cina sta superando in modo significativo il suo periodo di debolezza grazie alle Riforme; e si è ormai presentata al mondo con tutta la sua potenzialità e potere. La Germania da parte sua, ha imparato la lezione della storia, è diventata un grande modello di democrazia social-liberale e non ha più intenzioni e strumenti bellicistici. Ma tutto ciò non significa che le due potenze non abbiano più contraddizioni e problemi geopolitici regionali.
Vietnam e Filippine. Grecia e Italia
La Cina ha tensioni e conflitti politici aperti con alcune nazioni e potenze ai suoi confini, terrestri e specialmente marittimi. Le crisi per le isole del Mar cinese meridionali, con il Vietnam e le Filippine, e potenzialmente anche con altri paesi, da questo punto di vista, sono molto indicative.
La Germania presenta problemi e contraddizioni con alcune nazioni a causa del suo ruolo nel sistema delle istituzioni economiche europee. La Grecia, i paesi sudeuropei, l’Italia, hanno tutti elevati sentimenti antigermanici.
La Cina presenta un problema particolarissimo e grave con l’altro grande attore regionale, il Giappone. I rapporti Cina-Giappone, dopo un periodo di cooperazione, sono diventati difficili e tesi, la crisi delle isole contese del Mar cinese orientale produce da almeno due anni, conflitti politici e pulsioni nazionalistiche in entrambi i paesi.
La storia fra Cina e Giappone è molto importante: il Giappone ha avuto una lunga fascinazione culturale e civile di matrice cinese e confuciana, ma ha tradotto in modo molto peculiare la tradizione sinica. Quasi sempre, durante, il periodo imperiale, il Giappone è stato indipendente ma lontano dalla Cina. La Cina predominava la regione, il Sol levante difendeva al massimo la sua indipendenza in modo ferreo.
Nel Novecento, le cose sono cambiate anzi si sono rovesciate: mentre la Cina era travagliata e devastata dall’incontro con l’“Occidente” tecnologico e moderno, il Giappone, dopo un primo periodo di crisi gravissima, aveva reagito vigorosamente all’incontro con gli occidentali. Innovandosi profondamente con la Restaurazione Meji e diventando rapidamente la prima grande potenza moderna dell’Asia.
La Cina, come dicevamo, soffriva la crisi epocale del suo “incontro con l’Occidente” che metteva in discussione addirittura la sua autonomia e la sua unità. Solamente con la Rivoluzione, prima repubblicana poi comunista, la Cina ritrovava la sua indipendenza e la sua unità. Ma in quei lunghi anni, era rimasta preda dell’imperialismo del vicino ed ex tributario Giappone. Il colonialismo nipponico non fu solamente imperialistico, ma anche estremamente brutale, come ricorda il massacro di Nanchino.
I problemi nuovi dell’antico rapporto Cina-Giappone
Ora le cose sono nuovamente cambiate profondamente: la Cina ha ritrovato, anzi sta ritrovando, il suo posto nella storia e in Asia. Il Giappone ovviamente pesa di meno e tendenzialmente molto di meno della Cina, ma rimane comunque una grande potenza regionale. Come dovranno essere disegnati i rapporti prossimi venturi fra la grande potenza cinese crescente e la potenza considerevole del Giappone? È un problema del tutto nuovo.
La Germania da parte sua ha avuto storicamente un problema per alcuni versi simile con la vicina Francia. Ha combattuto almeno tre grandi guerre con Parigi. Nell’Ottocento di fatto l’Impero germanico era diventata la grande potenza ‘continentale’ della vecchia Europa e dunque stava per diventare una potenza di riferimento.
Ma nel secolo breve, il Novecento, le cose cambiarono rapidamente sotto il peso e le conseguenze di ben due guerre mondiali che distrussero il potere dell’Europa e che misero in ginocchio l’imprudente e aggressiva Germania. Dopo la tremenda seconda guerra mondiale, la Germania rimase spaccata e divisa fra Germania occidentale, democratica e membro del blocco atlantico, e la Germania orientale, totalitaria e membro del blocco sovietico. La Francia gollista, uscita dalla parte dei vincitori del conflitto, elaborò allora la politica di riconciliazione franco-tedesca verso la Repubblica Federale, che produsse le enormi innovazioni della Comunità europea.
Il crollo del comunismo sovietico ha cambiato ancora una volta le carte geopolitiche: la Germania si riunificò e divenne il centro della nuova Europa. La Francia cercò di ‘inquadrare’ il crescente potere tedesco (l’economia tedesca già aveva le potenzialità di una grande potenza) nella moneta unica e nell’Unione monetaria, ma presto l’euro è diventata l’arma assoluta nelle mani di Berlino per dare disciplina all’intera vecchia Europa.
Il ritorno dell’asse franco-tedesco
L’asse franco-tedesco è rimasto il rapporto chiave di Eurolandia, dell’intera architettura europea. Solamente l’amicizia Berlino-Parigi infatti può far lasciare alle proprie spalle, all’Europa, la sua tragica storica bisecolare. All’inizio dell’Unione monetaria, l’asse franco-tedesco ha tenuto bene, ma ora abbiamo di fronte, anzi Berlino ha di fronte una sfida politica e geopolitica: l’egemonia germanica infatti è evidente e decisamente centrale e la questione fra Francia e Germania potrebbe riacquistare suo peso politico particolare: come abbiamo più volte scritto, il neopopulismo lepenista potrebbe costituire la ripresa dell’eterna frattura franco-tedesca sotto altre spoglie. I recenti fatti, da Parigi, la marcia per la democrazia e contro il terrorismo internazionale, a Minsk, l’azione congiunta di Hollande con la Merkel, mostrano il valore attuale dell’asse franco-tedesco anche nell’Europa a leadership germanica.
Morale. Sia la Cina sia la Germania debbono tenere bene presenti delicatissime e affini sfide geopolitiche regionali. In particolare, entrambe, sia la Cina sia la Germania, debbono “mettere definitivamente ordine” nei rispettivi spazi geopolitici, (in particolare, la Germania, deve “tenere in ordine”; la Cina, invece. deve ancora “iniziare a mettere in ordine”) la loro relazione con un paese importantissimo in quello spazio geopolitico e nella loro storia, il Giappone e la Francia rispettivamente. Attenzione: Pechino e Berlino devono rispettivamente iniziare a mettere o continuare a tenere ordine nel rapporto con Tokio e Parigi (sempre rispettivamente), garantendo i propri interessi, gli interessi nipponici e francesi, e l’interesse globale.
Solamente se riusciranno in questa impresa di “leadership o centralità”- pacifica, Cina e Germania potranno davvero emergere come potenze globali stabilizzate; e solamente se ci riusciranno, a nostro avviso, potranno riorganizzare i rispettivi spazi economici in modo positivo per i loro interessi e per l’ordine globale. Ma non è detto che ci riusciranno appieno e questa è la grande, pericolosa, affinità elettiva fra Cina e Germania: e non ci riuscissero, però saranno guai.
Come si può vedere facilmente nella vecchia Europa di questi mesi: un rinnovato asse franco-tedesco è fondamentale per Berlino allo scopo di governare bene le crisi e le tensioni in Eurolandia o ai confini orientali dell’Unione europea, crisi greca e crisi ucraina rispettivamente. In asse con Parigi, Berlino può percorrere meglio il sentiero (stretto) di queste crisi geopolitiche.
La sfida “pseudoconfessionale” nella dinamica geopolitica
Teniamo presente alla fine un altra fattore chiave: la minaccia estremista pseudo-confessionale internazionale è un fattore geopolitico ulteriore che può favorire o accentuare una ulteriore “riorganizzazione” geopolitica e strategica sia della vecchia Europa sia della nuova Asia dinamica. Come abbiamo visto, nel gennaio scorso, alla marcia europea di Parigi, il terrorismo ha riunificato politicamente le leadership democratiche d’Europa, a fianco del presidente francese Hollande e della cancelliera tedesca Merkel, e in genere l’allarme terrorismo potrebbe contribuire da un lato ad una ristrutturazione dei sistemi politici di Eurolandia ‘di stile germanico’ e dall’altro lato, a mettere più ordine in casa europea in chiave di sicurezza. E anche in Asia, la minaccia estremista e terrorista, potrebbe consentire anzi imporre nuove e inedite cooperazioni politiche e strategiche fra le potenze asiatiche, Cina, India, Corea del sud e Giappone. Ma di questo parleremo in altre occasioni: qui ricordiamo solamente alcuni fattori geopolitici affini fra Germania e Cina e le relative contraddizioni regionali.

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