ytali. intervista Shukri Said fondatrice dell’Associazione Migrare, autrice del blog di la Repubblica “Primavera Africana” e della rubrica “Radio Migrante” su Radio Radicale.
Proseguono senza sosta le ricerche, nel Mediterraneo, delle vittime e di eventuali sopravvissuti dell’ultimo terribile naufragio che avrebbe provocato tra 700 e 900 morti nella notte tra sabato e domenica. Ventotto le persone salvate. Stamane, dopo la tragedia nel canale di Sicilia, un barcone con 200 migranti è naufragato davanti alla costa orientale di Rodi, in Grecia.
Sono tragedie annunciate?
Sì, è tutto molto prevedibile. Purtroppo si riinizia a parlare del problema degli sbarchi solo quando avvengono queste tragedie. Ricordiamoci quello che è successo il 3 ottobre e tante altre tragedie analoghe. Sono tragedie a dir poco “annunciate” ma se ne parla solo quando accadono e poi tutto entra nel dimenticatoio.
Quale potrebbe essere una soluzione efficace per arginare queste tragedie?
Ritengo che sia opportuno andare nel deserto africano e fermare i criminali che poi portano le persone sui barconi. Sono anni che propongo, insieme ad altre persone che si occupano di immigrazione, questa possibile soluzione.
Bisogna combattere la criminalità organizzata che guadagna sul traffico di esseri umani e che ha una rete capillare, mondiale. Credo ci sia una volontà precisa di non fermare, non disturbare, questa criminalità organizzata. Come è possibile che l’intelligence non riesca a individuare questi delinquenti? Facciamoci qualche domanda ogni tanto. Se la comunità internazionale ha davvero voglia di stroncare il problema della criminalità, deve mandare l’esercito o i caschi blu nel deserto africano e fermare il traffico di esseri umani.
Stamane un altro barcone si è ribaltato a Rodi, in Grecia, con 200 migranti. Gli sbarchi sono aumentati rispetto agli scorsi anni?
Sì, sono sempre di più, sono aumentati rispetto a un po’ di anni fa. I motivi sono ovvi: guerre, povertà e così via. Ritengo che prima bisogna fermare la criminalità organizzata e poi bisogna aprire dei corridoi legali, quelli che una volta si chiamavano “flussi”. La risposta peggiore a queste tragedie è l’indifferenza.
Il governo Renzi ha fatto qualcosa di concreto per arginare il problema degli sbarchi?
Ha fatto il grande errore di cancellare l’operazione Mare Nostrum. E l’operazione Triton non ferma queste tragedie, non è efficace.
A chi afferma che sia meglio rimanere a casa piuttosto che morire in mare cosa rispondi?
Chi vuole venire qui, spesso, è disperato e perseguitato. Restare nel paese di origine potrebbe voler dire morte certa mentre partire vuol dire morte probabile. Questo è il punto.
(a cura di maria luna moltedo)
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