Contenere i turisti? Replicando altrove Venezia

GUIDO MOLTEDO
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La denuncia indirizzata alla Commissione europea da parte di un visitatore habitué di Venezia riporta in primo piano il tema della politica dei prezzi differenziati, per una serie di servizi, per i trasporti in particolare, tra residenti e turisti.

La questione presenta, come si sa, diversi aspetti, tutti molto complessi.
In questa ultima vicenda, è stata citata, come spiegazione principale dei doppi prezzi, la necessità di contenere i flussi turistici, una sorta di difesa “economica” della città che in tutto il mondo tutti sognano un giorno di visitare.

Fosse così, se fosse una scelta consapevolmente e principalmente diretta al governo e al contenimento degli arrivi, sarebbe una strada a dir poco discutibile, perché tenderebbe a penalizzare, fino all’esclusione, i turisti meno abbienti e le famiglie a medio e basso reddito.

Inoltre, cozzerebbe con le continue iniziative (i numerosi eventi della città, dal Carnevale alla Biennale) tese proprio a far arrivare a Venezia ancora più visitatori, anche se “motivati” e prevalentemente non giornalieri, oltre ai normali turisti.
Ytali ha già trattato i temi legati al turismo, e li ha posti all’attenzione dei candidati alla carica di sindaco di Venezia.

Ma indubbiamente la denuncia del cittadino belga ripropone il problema e sarà bene tornarci, con nuovi contributi e opinioni.

Nel frattempo, anche se può sembrare di scendere su un piano frivolo, ma siccome l’argomento torna spesso d’attualità, sarebbe interessante portare in questo dibattito la questione della riproduzione di Venezia e della sue icone nel mondo.

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Radio Capital ne ha parlato stamattina, rievocando con me un libro che curai ormai diversi anni fa, dal titolo “Welcome to Venice”, un libro a più mani sulle tante località nel mondo che si chiamano Venezia, gran parte delle quali hanno ben poco in comune con la Venezia reale.

L’idea del libro mi era venuta durante un soggiorno a Las Vegas, città dei casinò ma anche dei congressi. E io ero lì per seguire il primo raduno dei blogger politici americani. Scoprii The Venetian, l’albergo che replica pazzescamente il cuore di Venezia. L’imitazione della città più inimitabile, la replica di una città unica. Mi resi conto che non era un’idea né eccentrica né eccezionale. Venezia -il suo nome sicuramente -è la città che ha più repliche e imitazioni al mondo. E così le sue icone, Rialto, le gondole.

Venni anche a sapere che Sheldon Adelson, il magnate che lo costruì, uno dei grandi billionaire mondiali, fece una lunga anticamera a Ca’ Farsetti, per chiedere una sorta di copyright dal Comune, per la sua nuova impresa. Massimo Cacciari non volle neppure riceverlo. L’idea stessa di una contaminazione del genere lo infastidiva.

Oggi, un simile atteggiamento potrebbe e dovrebbe essere rovesciato. Con potenziali notevoli vantaggi per Venezia. Di conserva con gli imprenditori che dappertutto replicano Venezia e le sue icone, il Comune potrebbe partecipare attivamente alla creazione di installazioni e parchi tematici “veneziani”, per ricavare introiti, con il copyright o perfino con la cogestione, e per far sì che una parte consistente dei turisti, in Estremo Oriente, nel Golfo, nell’America Latina possa godersi, a poco prezzo, senza lunghi viaggi, Venezia. Anche se finta.

Contenere i turisti? Replicando altrove Venezia ultima modifica: 2015-05-08T20:54:33+02:00 da GUIDO MOLTEDO
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1 commento

flussiturismo 8 Maggio 2015 a 23:59

L’ha ribloggato su flussi turisticie ha commentato:
L’idea di Moltedo non è una provocazione, ma è quello che Venezia potrebbe fare per massimizzare la propria notorietà nel mondo e riducendo allo stesso tempo la pressione dei visitatori asiatico/cinesi cui non interessa l’originale ma basta che si consumi l’icona vera o falsa che sia..

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