Derubati per sempre di un altro pezzo di verità. E quindi di tutta la verità. Di un altro pezzo di giustizia. E quindi di tutta la giustizia. Perché un pezzetto di verità si chiama bugia. Un pezzetto di giustizia si chiama ingiustizia. Bologna, la città più ferita dal terrorismo e dalle stragi, non trova nemmeno il sollievo delle responsabilità accertate. È la terza volta che lo scriviamo nel giro di poche settimane, ma non temete, non ci stancheremo. Possono toglierci tutto, ma non la voce, non l’indignazione, non il nostro no. Ieri il tribunale di Bologna ci ha detto che non sapremo mai la verità sulla mancata scorta a Marco Biagi. Poche righe dell’agenzia Ansa hanno accoltellato la nostra mattinata. E la parola che non avremmo mai voluto leggere è stata scritta. Prescrizione. Prescrizione per Claudio Scajola e Gianni De Gennaro. L’ennesima sentenza da rispettare, certo, fin che volete, ma che la coscienza civile, e il sentimento umano, e il senso della giustizia non possono mandar giù facilmente. Una domanda se non altro oggi ci sentiamo di fare, senza paura di essere tacciati di ergerci a giudici della coscienza altrui: che razza di uomini sono quelli che, di fronte a un’accusa così grave, di fronte al lutto di una famiglia, di una città, di un Paese, preferiscono nascondersi dietro il muro di nebbia della prescrizione anziché provare a discolparsi davanti alla Giustizia? Accetteremo, impotenti, ancora una volta, l’inaccettabile, ma – come avrebbe detto Pier Paolo Pasolini – anche se non potremo dimostrarla davanti a un tribunale, noi la conosciamo, la verità.
la Repubblica/Bologna 13 maggio 2015

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