ytali ha posto una serie di domande, le stesse, ai quattro principali candidati presidente della Regione Veneto, sui temi più rilevanti in discussione. Dopo Jacopo Berti e Alessandra Moretti, è la volta di Flavio Tosi, sostenuto da sei liste di centro e di centrodestra.
Il Veneto di domani lo immagina molto diverso da quello in cui è cresciuto?
Ovviamente, il mondo cambia e anche il Veneto dovrà cambiare, attrezzandosi come Regione e mondo imprenditoriale alle sempre nuove esigenze determinate da una competizione economica globale.
Da governatore cosa si aspetterebbe da chi sarà all’opposizione?
Un atteggiamento propositivo e costruttivo , ma di solito non accade.
Scompaiono le Province, che rapporto immagina tra la Città metropolitana di Venezia e la regione Veneto?
Dovrà essere un rapporto di collaborazione, fermo restando che il Veneto non finisce con la Città metropolitana di Venezia e che si porranno inevitabilmente problemi di riequilibrio territoriale e istituzionale con il resto della Regione.
I problemi del prossimo quinquennio saranno soprattutto sicurezza, lavoro o cosa?
Lavoro, innovazione, sicurezza delle persone e del territorio saranno sicuramente i problemi principali. Negli ultimi cinque anni il Veneto ha perso 96mila posti di lavoro, ha visto chiudere i battenti 27mila aziende e ha visto più che raddoppiare il suo tasso di disoccupazione, dal 3,5 per cento al 7,7 per cento. Il problema principale sarà questo e il sistema produttivo del Veneto deve tornare a essere un motore dello sviluppo economico che crei attraverso l’innovazione e la liberazione delle imprese dai troppi vincoli burocratici nuova occupazione sempre più qualificata. Occorrerà sburocratizzare la macchina amministrativa regionale per semplificare la vita delle nostre aziende.
Dovrà essere tutelata maggiormente la sicurezza delle persone ottenendo dal parlamento e dal governo nuove leggi che garantiscano l’effettivo controllo del nostro territorio evitando che sia teatro di scorribande di delinquenti che non hanno diritto di rimanere qui. Occorre rivedere gli accordi di Schengen sul libero ingresso da parte dei cittadini di alcuni paesi dell’Est europeo e cambiare la legislazione nazionale paralizzante che impedisce, di fatto, le espulsioni dei clandestini e degli stranieri che delinquono. Occorre anche una politica rigorosa di investimenti e controlli che evitino il dissesto idrogeologico che si manifesta in occasione di forti perturbazioni meteorologiche.
Quale rapporto deve avere il Veneto con Roma, quale con l’Europa, quale con Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Carinzia?
Bisogna chiedere al Governo provvedimenti che mettano il Veneto alla pari con le opportunità di investimento per le imprese che ci sono nelle altre tre Regioni. Oggi il rapporto è squilibrato, penalizzante per il Veneto: una vera e propria concorrenza sleale per chi voglia fare impresa in Veneto. Anche a livello europeo, anziché chiacchiere inutili su un’impossibile uscita dall’Euro, occorre un’azione forte per riequilibrare le legislazioni in materia di facilitazioni alle imprese fra queste Regioni.
Referendum indipendentisti si sono svolti in Scozia e Catalogna, ce ne sarà mai uno in Veneto? favorevole o contrario?
Mi auguro che ci possa essere. Io non sono un secessionista, ma credo che i Veneti abbiano il diritto di esprimersi su questa materia.
Il futuro economico della Regione è legato più al turismo, all’agricoltura, o all’industria? E quanto dipenderà dal potenziamento delle infrastrutture?
A tutte e tre: industria, turismo e agroalimentare sono diversificazioni importanti delle nostre attività che poche regioni possono vantare al nostro livello. Vanno ovviamente salvaguardate e rafforzate attraverso un ammodernamento e potenziamento del nostro sistema infrastrutturale.
Il Veneto è una regione policentrica: come mettere insieme le esigenze e le richieste di una Verona con quelle di Rovigo? quelle di Vicenza con quelle di Belluno? Mentre è forse possibile pensare ad un unicum per Venezia, Padova e Treviso?
La Giunta regionale deve essere capace di guardare a tutte le specificità territoriali e trattare tutti i territori con la medesima attenzione.
L’Expo di Milano quali opportunità ritiene possa offrire al Veneto, alle sue aziende, ai suoi cittadini?
È un’occasione per far conoscere ancor di più un territorio dotato bellezze naturali, storiche e culturali che non hanno uguali.
L’economia, e non solo, passa sempre di più attraverso l’informatizzazione: se parliamo di internet, web, banda larga, pensando al Veneto nel prossimo quinquennio Lei cosa risponde? L’economia di tutto il mondo, non solo del Veneto, è destinata a passare sempre più attraverso l’informatizzazione e la digitalizzazione: anche qui, però servono investimenti sia da parte del privato che da parte dello Stato per gli enti pubblici.
Intervista con Jacopo Berti
Intervista con Alessandra Moretti
Intervista con Luca Zaia

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