ytali ha posto una serie di domande, le stesse, ai quattro principali candidati presidente della Regione Veneto, sui temi principali in discussione. Abbiamo iniziato con Jacopo Berti, Movimento Cinque Stelle.
Il Veneto di domani lo immagina molto diverso da quello in qui è cresciuto?
Sì, decisamente. Purtroppo gli ultimi vent’anni ci hanno regalato un’immagine di lassismo e declino che voglio cancellare per sempre dalla nostra terra.
Il mio Veneto è una terra che tutto il mondo guarda con attenzione e invidia.
Voglio che Venezia torni ad essere la fucina di cervelli, cultura, commercio, eleganza che è stata per secoli.
Veneto come sinonimo di lavoro, eccellenza, classe, successo, innovazione. Un riferimento mondiale per qualità della vita, qualità del lavoro, sicurezza sociale.
Da governatore cosa si aspetterebbe da chi sarà all’opposizione?
Un atteggiamento costruttivo. Dobbiamo mettere da parte il nostro piccolo interesse personale, rimboccarci le maniche per salvare il Veneto! Al di là del colore politico c’è un’urgenza che prevale su tutto: salvare famiglie, imprese, territorio. Tocca a noi!
Scompaiono le Province, che rapporto immagina tra la Città metropolitana di Venezia e la regione Veneto?
Nel mio Veneto non esistono le città metropolitane, che sono un’aberrazione incostituzionale figlia del Governo Renzi.
I problemi del prossimo quinquennio saranno soprattutto sicurezza, lavoro o cosa?
Lavoro, infrastrutture e istruzione. La priorità assoluta è quella di creare un ambiente ideale per trattenere ed attrarre cervelli, non farli partire.
Quale rapporto deve avere il Veneto con Roma, quale con l’Europa, quale con Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Carinzia?
Il Veneto che voglio deve avere un rapporto di supremazia culturale, industriale e commerciale con queste realtà. Non siamo secondi a nessuno da nessun punto di vista, quindi sta solo a noi riportarci dove meritiamo di essere.
Referendum indipendentisti si sono svolti in Scozia e Catalogna, ce ne sarà mai uno in Veneto? favorevole o contrario?
Sono favorevole al diritto di voto, i cittadini devono sempre essere liberi di esprimersi.
Il futuro economico della Regione è legato più al turismo, all’agricoltura, o all’industria? e quando dipenderà dal potenziamento delle infrastrutture?
Il turismo deve essere inteso come un’industria a livello regionale, come già avviene in Alto Adige. Le infrastrutture sono fondamentali per essere competitivi nel mercato globale, ma sempre rispettando ambiente e persone. Abbiamo bisogno di una rete di trasporti capillare su rotaia, non del Tav. Abbiamo bisogno di efficientemente energetico, non di trivellazioni ed inceneritori.
La banda larga, ovvero le autostrade del futuro, sono una priorità inderogabile per mantenere la competitività.
Il Veneto è una regione policentrica: come mettere insieme le esigenze e le richieste di una Verona con quelle di Rovigo? Quelle di Vicenza con quelle di Belluno? Mentre è forse possibile pensare a un unicum per Venezia, Padova e Treviso?
Come M5S siamo per esaltare e tutelare le peculiarità del territorio. Le diversità sono una ricchezza da tutelare, penso al delta del Po che voglio diventi una Camargue “veneta”, o alle Dolomiti – patrimonio dell’Unesco – . Come detto sopra, le distanze devono essere abbattute con infrastrutture capillari e grazie alla banda larga, per far viaggiare velocemente ed ovunque persone e conoscenza/informazioni.
L’Expo di Milano quali opportunità ritiene possa offrire al Veneto, alle sue aziende, ai suoi cittadini?
Potrà avere un’influenza buona, ma non determinante sull’economia veneta. Sicuramente per una regione come la nostra che vive di export non può che giovare una vetrina internazionale. Certo che preferirei di gran lunga un Expo a Venezia che vivere della luce riflessa di Milano.
L’economia, e non solo, passa sempre di più attraverso l’informatizzazione: se parliamo di internet, web, banda larga, pensando al Veneto nel prossimo quinquennio Lei cosa risponde?
Banda larga e gestione delle informazioni/dati sono le autostrade e il petrolio del futuro. Nel mio Veneto hanno un’importanza assolutamente primaria, sono settori dove già soffriamo di un grande ritardo e non possiamo attendere oltre. Per il 2020 dobbiamo cablare tutta la regione, fornire connessione wi-fi e offrire servizi di gestione dati. Se non sapremo rispondere a queste esigenze il gap con il resto del mondo diverrà incolmabile.
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Intervista con Flavio Tosi
intervista con Luca Zaia

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