Massimo, poco prima del ballottaggio mi hai rifiutato un’intervista dicendomi che non volevi vestire i panni di Cassandra. Ora il centro destra conquista Venezia, con una vittoria epocale. Come la vedi?
Sai, non è colpa di Casson, che è una persona onesta e stimabile. Direi che la ragione deve essere ricercata nei limiti delle sue possibilità di essere ascoltato. Nelle condizioni date, non solo a livello nazionale ma pure europeo, non c’era spazio per una vittoria della sinistra sinistra. Tanto più dopo il risultato delle elezioni regionali. In più c’è da dire che un Pd inesistente è stato trascinato in questa candidatura, con i risultati che abbiamo sotto gli occhi.
Pensi che ci possa essere un effetto su Renzi dal risultato del voto? Che in qualche misura la sua leadership possa uscirne indebolita?
No, sinceramente non credo che il risultato di ieri possa in qualche misura avere degli effetti sulla leadership di Renzi, non ci sono alternative ad essa al momento. Forse qualche effetto potrebbe esserci invece in positivo. Potrebbe in altre parole costringere Renzi a una riflessione sul partito, sulla sua necessità. E portarlo a una correzione di rotta.
E il Pd locale?
Non esiste più il Pd locale. Lì perdono tutti, spariscono. Devono tutti andarsene.
E in questa situazione che cosa dovrebbe fare la sinistra a livello cittadino?
Credo debba ripartire con pazienza soprattutto dalle municipalità in cui governa instaurando una collaborazione tra i presidenti e gli eletti in consiglio comunale. Penso soprattutto a uomini come Nicola Pellicani e Andrea Ferrazzi, che costituiscono il meglio della rappresentanza sparuta su cui la sinistra può contare ora a Ca’ Farsetti. E’ questo il lavoro da fare, armati di molta pazienza.
E di Luigi Brugnaro che idea ti sei fatto?
Brugnaro è un uomo che si è fatto da sé. Per tradizione, per cultura e per la sua storia non è un uomo di destra e non può essere confuso con la destra destra. Il problema non è lui, il problema potrebbe essere la sua squadra di assessori. Brugnaro è una persona inclusiva, nel mentre Casson è escludente per antonomasia. Pensa che nel 2005 durante la campagna per il ballottaggio che ci ha visti avversari, nel corso di una manifestazione sindacale si è rifiutato perfino di stringermi la mano.

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