“Da Ferruccio a Luigi. In Brugnaro la parabola di Venezia”. Parla Salvatore Settis

LUNA MOLTEDO
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ytali. intervista Salvatore Settis, archeologo e direttore per lungo tempo della Scuola Normale Superiore di Pisa, autore di “Se Venezia muore” (Einaudi), per commentare la vittoria di Luigi Brugnaro, eletto sindaco di Venezia domenica scorsa.

C’è ragione di preoccuparsi che un imprenditore sia diventato il sindaco di Venezia?
Il padre di Luigi Brugnaro era un operaio della fabbrica Montedison di Porto Marghera (Venezia) ed era noto come poeta operaio negli anni ’70. Il passaggio da un poeta operaio alla generazione successiva che vede un imprenditore che si presenta  come il campione dell’iperliberalismo antistatalista e anticomunista mi sembra che parli da sé. E rappresenti una storia italiana degna di essere raccontata.

Ho citato una poesia di Ferruccio Brugnaro, in un articolo che ho scritto per il Sole 24 ore, perché ho parlato di alcuni murales che si trovano a Orgosolo, in Sardegna, vicino ad un Laocoonte.

Per quanto riguarda Luigi Brugnaro, neo sindaco di Venezia, dico che le persone devono essere giudicate per quello che fanno. Personalmente sono stato molto colpito dal fatto che il candidato del PD non sia stato appoggiato da Matteo Renzi che è il segretario del PD. Anzi Renzi sembra quasi contento che non abbia vinto Casson. Anche se non lo dice esplicitamente.

Inoltre voglio ricordare che Brugnaro, tra le prime dichiarazioni che ha fatto, ci ha tenuto a specificare che lui vorrebbe venire a patti con il PD “renziano”.

Venezia è una città fragile, antica, unica per il suo rapporto con l’ambiente. Da molti anni si svuota di abitanti ed è bersaglio di innumerevoli progetti che ne uccidono la diversità, la appiattiscono sulla monocultura di una “modernità” standardizzata, riducendola a merce, a una funzione turistico – alberghiera.

Quali sono le maggiori preoccupazioni per chi si trova a governare Venezia e, nello specifico, per quanto riguarda il patrimonio culturale?

La prima dichiarazione di Luigi Brugnaro di “privatizzare Venezia” è folle. È una città iper privatizzata si veda ad esempio la vicenda del Fondaco dei Tedeschi.

Uno dei più grandi problemi, a mio avviso, è che Venezia è uno dei più grandi centri storici e si sta svuotando, sta facendo andare via gli abitanti. È una città al servizio del turismo e si ipotizza che il veneziano del futuro sia un cameriere.

L’altro punto rilevante è l’annosa questione delle “grandi navi” che rovinano, tra le altre cose, lo skyline di Venezia.

Quindi Lei sostiene che bisogna cercare di restituire Venezia ai veneziani per evitare che diventi una Disneyland italiana?

Sì e un grande problema, a mio parere, è quello delle seconde case. In Svizzera c’è una legge federale per cui in qualsiasi comune non ci può essere il venti per cento di seconde case. Chi ha una seconda casa a Venezia ci va in media due giorni e mezzo l’anno e, di questo passo, diventa una città fantasma.

“Da Ferruccio a Luigi. In Brugnaro la parabola di Venezia”. Parla Salvatore Settis ultima modifica: 2015-06-16T17:52:32+02:00 da LUNA MOLTEDO
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