Tutta l’Italia democratica è scesa in piazza, ieri. Un intero Paese sdegnato, offeso, colpito al cuore. Un ex Presidente del Consiglio – secondo quanto accertato dal tribunale di Napoli – ha preso il potere comprando Senatori della Repubblica (si parla di milioni di euro e c’è anche un reo confesso), facendo in questo modo cadere un governo democraticamente eletto. Un golpe e peggio di un golpe, hanno sottolineato moltissimi dirigenti politici dei più diversi partiti, leader sindacali, esponenti della società civile, persone comuni.
Ora ci si chiede, con la consapevolezza angosciosa che il passato non si può cambiare, come riparare in qualche modo a uno scempio così inaccettabile, sul piano etico, civile, politico. Quale rimedio si possa escogitare di fronte a qualcosa che ha cambiato fraudolentemente la storia degli ultimi dieci anni di un Paese che si riteneva fra i più democratici al mondo e si sveglia, improvvisamente, derubato del più elementare ma anche del più fondamentale diritto, quello di scegliere liberamente i proprio governanti. Come – in una parola – fare giustizia. Non tanto (questo è ovvio) punire i colpevoli, quanto rendere giustizia a una nazione, a un popolo, alla sua storia democratica, appunto.
Non è uno sciopero generale, è qualcosa di più. Fin dalle prime ore dell’alba, come dicevamo, nelle città piccole come in quelle grandi, la gente è scesa spontaneamente in piazza, per non sentirsi così impotente, per dire no, per dare al mondo una idea diversa del nostro Paese, per affermare che non è vero che la corruzione si è impadronita di tutto e di tutti, e l’assuefazione peggio. Anche adesso che è notte, moltissima gente è ancora per le strade, non ha voglia di rientrare a casa, come a tenere alta la vigilanza e la testimonianza, e forse incapace di riprendersi dall’ingiuria subita e dallo shock.
Non si hanno notizie dell’ex Premier condannato, anche se quasi sicuramente si trova asserragliato insieme alla propria famiglia nella sua villa milanese.
Dal canto suo, il Parlamento è riunito ormai da molte ore in seduta comune, con tutti i Ministri e il Presidente del Consiglio in testa. Mentre il Presidente della Repubblica, insieme ai più stretti collaboratori, sta preparando il Discorso alla Nazione.
Difficile immaginare cosa accadrà adesso. Ma si può già affermare che nulla sarà più come prima. Il popolo sovrano non abdicherà facilmente alle proprie prerogative costituzionali. Non concederà il bis.
(Nella foto – L’imponente manifestazione in piazza del Duomo, a Milano)

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!