Io, “intellettuale da strapazzo”, ringrazio il sindaco di Venezia

JOANN LOCKTOV
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Credo che dovremmo essere grati a Luigi Brugnaro, il sindaco di Venezia. (English version)

Perché mettendo in pratica la sua agenda politica e denunciando le fotografie di Gianni Berengo Gardin, le immagini brutali delle grandi navi sono state condivise, con indignazione, in tutto il mondo.

La mostra di Gardin è stata inaugurata al FAI Negozio Olivetti in Piazza San Marco, nonostante i tentativi del sindaco di tenere le fotografie nascoste.

Brugnaro sembra essere in uno stato di negazione della realtà.

Quando gli ho fatto una domanda, su Twitter, in merito alla questione del turismo di massa a Venezia, ha sentenziato di rimando: “Non permetterò che alcuni intellettuali da strapazzo continuino a denigrare #Venezia dicendo di amarla”.

È una medaglia al merito essere considerata “un intellettuale da strapazzo” da parte del sindaco di Venezia.

Noi intellettuali da strapazzo vediamo la devastazione che causano sia le navi da crociera sia il turismo dilagante.

Vediamo gli affitti gonfiati e gli affitti non a norma (anche quelli a breve termine).

Vediamo le lotte di artigiani, residenti e commercianti veneziani. Vediamo le calli affollate e la mancanza di rispetto.

Vediamo che le pietre che esistono da più di 1500 anni si stanno sgretolando. Letteralmente.

E, quest’ultima, non è una metafora sulla perdita di integrità culturale (l’escalation c’è stata anche con la frase del sindaco sulla vendita delle opere d’arte di Klimt e Chagall). Le pietre davvero si stanno sgretolando. I nostri passi, i trenta milioni di noi tutti che visitiamo ogni anno Venezia, stanno riducendo a pezzi una città che non ce la fa più a sostenere il nostro amore.

Noi siamo i foresti, quelli di fuori.
Alcuni di noi vengono a Venezia per nutrire l’anima, per vivere la sua bellezza, il suo cibo e la sua arte. Non compriamo souvenir da quattro soldi e non facciamo pic-nic sui monumenti. Cerchiamo gli  artigiani ovunque si possano trovare. E adesso ci si spezza il cuore. Stiamo assistendo alla scomparsa della civiltà veneziana.

Le navi da crociera aumentano in modo esponenziale (sia di dimensione sia di numero) e i residenti diminuiscono. Sono tanti i fattori che contribuiscono a questo stato delle cose? Certo, ma questo rapporto rovesciato mette in evidenza il problema.

Quando Marco Polo di Calvino stava descrivendo Venezia a Kublai Kahn spiegò che “senza pietre non c’è arco”. Allo stesso modo senza i veneziani, non ci sarà Venezia. Come possiamo, noi, persone che hanno il privilegio nella vita di attraversare i tuoi ponti, contribuire a fermare l’esodo?

*BELLAFIGURA PUBLICATIONS

Io, “intellettuale da strapazzo”, ringrazio il sindaco di Venezia ultima modifica: 2015-10-26T17:35:29+01:00 da JOANN LOCKTOV
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1 commento

Alberto de Biasio 28 Ottobre 2015 a 7:55

Venezia vivrà solo se il SUO POPOLO riavrà la sua libertà. Città unica al mondo, letteralmente inventata da gente particolare che per conoscerne le caratteristiche basta passeggiare per la sua città. Per non “assistere alla scomparsa della sua Civiltà” basta riconoscere al Popolo Veneto la sua libertà.

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