Sarebbe bello fare un congresso – sarebbe bello assistervi, noi osservatori – come ai tempi del Pci, quando il segretario, anche quello di sezione, apriva i lavori con una relazione fiume che iniziava dal quadro internazionale, poi via via scendendo, discettava sullo scenario nazionale, lo stato dei rapporti tra le forze politiche, tra governo e opposizione, l’economia, le lotte, il partito e l’organizzazione, la fase e i nostri compiti, e, alla fine, le questioni più contingenti e locali. Gli interventi, poi, seguivano lo stesso schema.
Era anche un rito, il congresso, che come tale andava celebrato, e aveva un senso nel contesto di allora, tutto sembrava avere un senso allora, anche quello che, retrospettivamente, ci appare del tutto privo di senso. Spesso era tutto deciso prima che si celebrasse. Lo scopo era la coesione del partito, la dimostrazione di essere una grande forza organizzata, una comunità nazionale.
Ma non è proprio il caso di essere nostalgici. Anzi. Il congresso veneziano del Pd non può seguire un canovaccio che riecheggi neppure vagamente quelli del passato, neppure quelli simili a quelli del Pci, del Pds e dei primi Ds; eppure da qualche documento informale che circola, da certi discorsi che si sentono fare, sembra che si vada in quella direzione.
Si ha già la sensazione che il nocciolo duro della fase politica attuale, che è davvero duro, tostissimo, sia avvolto in formule e termini che ne attutiscono la durezza e che rischiano di portare il confronto su un piano lontano dalla realtà, e perfino surreale.
Ci sbagliamo? Speriamo di sì. Intanto, ytali, rivista on line basata a Venezia di analisi e approfondimenti, che promuove il confronto delle idee, ritiene di fare cosa utile, non certo ponendosi il compito di contribuire alla definizione di una linea o di un programma, ma proponendo una serie essenziale, semplice e perfino ovvia di interrogativi-chiave, che – riteniamo – ogni elettore comune di sinistra ha in mente, piazzandoli come bricole nella laguna, lungo una possibile rotta verso la sua ripresa. Per evitare, almeno, che la navigazione del Pd finisca in una secca, se già non si trova in una simile condizione, spinta dal vento di discorsi troppo ariosi o dalle correnti in competizione tra loro (a proposito, delle singole correnti, di maggioranza o di minoranza, non ce ne può importare di meno).
1) Prima bricola: Renzi
Il segretario-premier e il sindaco di Venezia hanno un rapporto che va oltre la dimensione istituzionale, si prospetta sempre più come una relazione politica. Come s’intende affrontare una simile prospettiva? Come evitare, se il rapporto va avanti, che esso renda irrilevante il Pd veneziano? Come garantire una reale autonomia da Roma al Pd lagunare?
2) Seconda bricola: Brugnaro
a) Si è disposti ad andare fino in fondo nelle ragioni della sua vittoria (largamente fondata sulla “auto-sconfitta” del Pd)? Si è disposti a un esame vero, esente dal tipico ricorso ai contrappesi autoassolutori (le tante cose buone fatte dalle precedenti giunte)? Si esaminerà senza remore l’addio alle urne di una fetta consistente del popolo di sinistra? E come recuperarla?
b) S’intende opporre alla cultura del sindaco e alla sua visione della città un programma complessivo e al tempo stesso punto per punto che proponga una visione la più possibile alternativa e radicale? O si pensa a un’opposizione giorno per giorno, à la carte, e disposta alla collaborazione, tutte le volte che è il caso? [Questo secondo scenario va anche ovviamente spiegato in rapporto alla relazione speciale Renzi-Brugnaro].
3) Terza bricola: Primarie
Il Pd intende confermare la via delle primarie come via strategica nella selezione dei candidati (innanzitutto in vista delle prossime parlamentari)? Di partito? Di coalizione?
Delle varie primarie che sono state organizzate dall’epoca di Romano Prodi in poi, esistono ancora le liste degli elettori che vi hanno partecipato? Che uso ne ha fatto e intende farne il partito? Le mailing list, gli elenchi telefonici, gli indirizzari delle migliaia di iscritti e di elettori di sinistra, si ritiene che possano essere riutilizzate, tenendo anche conto della crescente partecipazione digitalizzata alla politica?
4) Quarta bricola: Costi della politica
Come pensa il partito di finanziare la sua attività politica? Come pensa di finanziarie le prossime campagne elettorali? Per quanto riguarda il passato, ci sarà una riconsiderazione politica ed etica anche dei finanziamenti “legittimi” erogati a esponenti del Pd da parte del Consorzio? In futuro, quali finanziamenti a singoli candidati del Pd saranno considerati legittimi e appropriati?
5) Quinta bricola: Organizzazione
C’è stata una ricognizione della consistenza reale e del funzionamento dei circoli? Si darà risposta al diffuso disagio di iscritti e simpatizzanti per la mancanza di democrazia interna, per la trasformazione di fatto del partito in club dei cacicchi delle tessere?
6) Sesta bricola: Debito
La voragine di 800 milioni di Venezia. Quali responsabilità competono agli esponenti del centrosinistra? Come ripianarlo? Come s’immagina il futuro dell’amministrazione in un’epoca di penuria?
7) Settima bricola: Partecipate
Si considerano congrue, rispetto ai bisogni reali della città, quelle esistenti? Perché negli anni scorsi si è assistito a una loro proliferazione? In futuro, per quanto riguarda soprattutto le posizioni apicali e i consigli di amministrazione, si ritiene di coprirle con esponenti di partito, o in virtù di reali e provate competenze e meriti?
8) Ottava bricola: Sistema Venezia
Si può parlare di un sistema Venezia, di cui il partito ha fatto parte, o pezzi del PD? Si può sperare in una risposta non puramente difensiva a chi pone questa domanda?
9) Nona bricola: Poteri forti
In che rapporto si porrà il Pd con le varie articolazioni del potere economico della città – tenendo anche conto che sono ben rappresentate politicamente dall’ex-presidente di Confindustria Venezia – dall’attuale posizione del Pd di forza di opposizione?
10)Decima bricola: Città metrolitana grande
Si può immaginare un congresso che costruisca un partito rappresentativo della città metropolitana grande (Venezia-Padova-Treviso). Si può aprire un cantiere metropolitano del Pd che anticipi e contribuisca alla costruzione della città metropolitana grande?

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