Trivelle. Ma che bello! Ora tutti fanno politica, anche il presidente della Consulta!

ADRIANA VIGNERI
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Ma che bello! Adesso tutti fanno politica, anche il presidente della Corte costituzionale!

Per chi ha incarichi di governo o comunque fa politica dire di non andare a votare o di astenersi è – come ho già detto – un errore politico. Ma i doveri del buon cittadino non c’entrano. Paolo Grossi, da poco Presidente della Corte costituzionale, avrebbe detto:

Si deve votare: ogni cittadino è libero di farlo nel modo in cui ritiene giusto. Ma credo si debba partecipare al voto: significa essere pienamente cittadini. Fa parte della carta d’identità del buon cittadino

parole forse innocue, se dette da un qualunque politico, ma molto vicine alla qualificazione del voto referendario come dovere civico di cui parla l’art. 48 Cost. a proposito del diritto di voto politico. Non più innocue se dette da chi è il Presidente della Corte costituzionale, che non può non sapere che il dovere civico di cui parla l’art. 48 della Costituzione riguarda l’elezione dei propri rappresentanti, e non il voto “tematico” nei referendum. Parole che si prestano ad essere strumentalizzate da chi tenta di usare il referendum della prossima domenica come spallata al governo Renzi, prova generale del prossimo (e ben diverso) referendum costituzionale.

La proclamazione dell’esercizio del voto come dovere civico è un compromesso maturato alla Costituente tra i fautori del voto obbligatorio e quelli del voto come dovere puramente morale. La formula prescelta permise in origine di irrogare sanzioni simboliche a chi si asteneva. Sono state abolite dalla riforma elettorale del 1993, e l’astensione si può ormai considerare del tutto lecita, anzi a sua volta espressione del diritto di voto.

Da quando il referendum abrogativo esiste vi sono state intere stagioni in cui non si è raggiunto il quorum. Dal giugno 1997 al giugno 2009 nessun referendum ha raggiunto il quorum. E tra quelli vi erano referendum molto significativi. Sull’abolizione della quota proporzionale nelle elezioni della camera dei deputati (18 aprile 1999. Sui limiti alla ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni e sul divieto di fecondazione eterologa (in breve sulla procreazione assistita) (12/13 giugno 2005). Sull’impossibilità per una stessa persona di candidarsi in più circoscrizioni e altre rilevanti questioni elettorali (21/22 giugno 2009). Nel referendum sulla procreazione assistita del 2005 la stessa chiesa cattolica invitò a non andare a votare. Mai ne è stato fatto lo scandalo che si intende propalare in questi giorni.

Intendiamoci, una corpo elettorale attivo e partecipe è un ottimo segno di democrazia funzionante, ed è in linea di massima un segnale positivo anche quando si tratta di referendum. Ed è uno dei meriti della riforma costituzionale in corso intervenire proprio sul quorum del referendum, per evitare che lo strumento diventi inutilizzabile. È vero infatti che con il referendum sull’acqua la partecipazione è tornata. In quell’occasione (12/13 giugno 2011), per molti versi eccezionale, ha votato il 55%, ma l’affluenza non è più tornata ai livelli di prima.

Tanto che con la riforma costituzionale in via di approvazione le norme sul referendum abrogativo sono state parzialmente cambiate. Rimane nel nuovo testo la disciplina attuale: occorrono cinque consigli regionali o le firme di 500.000 elettori per ottenere l’indizione di un referendum, e poi serve la partecipazione al voto della maggioranza degli aventi diritto per avere un referendum valido. Ma si introduce un’altra possibilità: se le firme raccolte sono 800.000, perché il referendum sia valido è sufficiente che partecipi al voto la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei deputati. Si prende atto che la partecipazione al voto si è in generale ridotta e si facilita di molto il raggiungimento del quorum.

Non abbiamo una maggioranza, o un governo, contrari allo strumento referendario.

Mentre abbiamo, ahimè, una lotta politica con tutti i mezzi sul referendum del 17 aprile.

AdrianaVigneri....

Adriana Vigneri

TRIVELLE, ECCO COME VOTARE (O NON VOTARE) CONSAPEVOLMENTE

Trivelle. Ma che bello! Ora tutti fanno politica, anche il presidente della Consulta! ultima modifica: 2016-04-12T12:18:31+02:00 da ADRIANA VIGNERI
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