Martedì 14 si sono inaugurate presso l’Università Iuav, a Venezia, due mostre. Sono sintetizzate in un unico titolo : Carlo Scarpa after Carlo Scarpa.
Le mostre rimarranno visibili fino al 30 settembre.
Comprendono la mostra “Carlo Scarpa, un maestro Iuav: progetti e insegnamento“, a cura di Serena Maffioletti e la mostra “Guido Guidi. Indagine sulla tomba Brion“, a cura di Mariano Andreani.
Le mostre celebrano il novantesimo anniversario della fondazione dell’Università Iuav e i centodieci anni dalla nascita di Carlo Scarpa, un Maestro IUAV, attraverso nuove letture e nuovi documenti.
Ma queste mostre hanno, anche, la particolarità di completare un uso del complesso dei Tolentini. La sede Tolentini fu convento dei padri Teatini (committenti del complesso fino al 1599) e assieme alla chiesa si deve a Vincenzo Scamozzi: fu il primo luogo importante nel quale I.U.A.V. si trasferì dopo la piccola storica sede di San Trovaso.
Ricordo di aver frequentato ai Tolentini la fine del primo anno accademico 1962-63, con i lavori in corso [1]. In quella sede fu subito trasferita anche la biblioteca, in quella che poi divenne l’Aula Magna, cioè l’ex refettorio dei frati: per noi studenti quella biblioteca divenne una specie di club, un piacevole luogo di studio e di incontro. In quella sede, per me fonte di tanti ricordi, feci tutto il mio curriculum universitario ed anche mi laureai.
Dal 1970 in poi vi furono acquisizioni di nuove sedi, dovute soprattutto all’aumento del numero degli studenti, in seguito ad una legge pesante [2] per le facoltà di Architettura.
Nel 2011 emerse con forza la vocazione a biblioteca nell’ex convento dei Teatini: via via il secondo piano era già stato trasformato in biblioteca, ma – riusato nel frattempo ad Aula Magna lo spazio dell’ex refettorio, che ebbe fortuna alterna nei suoi allestimenti (ci fu pure un bellissimo allestimento di Carlo Scarpa), – la biblioteca divenne così la Biblioteca Centrale dell’Università Iuav di Venezia.

Biblioteca centrale della IUAV
Con il suo prezioso patrimonio librario, arricchito nel tempo, la biblioteca è oggi una delle più qualificate biblioteche universitarie europee di architettura: un grande luogo di collezioni librarie, di studi e di ricerche. Fra il 2011 e il 2014 tutta la sede Tolentini fu quindi coinvolta in questa trasformazione, fatti salvi gli spazi del rettorato, e quelli attinenti alla direzione complessiva dell’Università Iuav. Francamente è una biblioteca (specializzata) stupefacente e da vedere (almeno): con più di 200.000 volumi, 4000 riviste, ecc.. Credo che pochi, se non interessati all’architettura, conoscano ad oggi questa rara e imponente biblioteca veneziana.
Fatto sta che rimanevano alcuni spazi ai Tolentini e il Rettore, nella ricerca di attività affini alla Biblioteca e alla storia dell’Università-Iuav, ha individuato nella cosiddetta Galleria del rettorato (spazio antistante le antiche celle dei frati ed oggi antistante il rettorato) uno spazio espositivo, dove via via raccontare la storia dell’I.U.A.V.: che così si chiamava fino alla trasformazione istituzionale dell’ “Istituto Universitario di Architettura di Venezia” in “Università Iuav”, nel 2001.

Carlo Scarpa
È stata sacrificata un po’ l’Aula Magna, ma lì si potrà quindi vedere la mostra fotografica di “Guido Guidi. Indagine sulla tomba Brion”, a cura di Mariano Andreani”. Si tratta di una mostra che qui ha la sua logica nel rappresentare (after?) l’opera più rappresentativa (mi sembra) del pensiero di Carlo Scarpa. La mostra indaga e interpreta la questione della luce nell’opera e Guido Guidi ci accompagna in una lettura dell’opera, che qui particolarmente ci fa capire la “moderna classicità” di Scarpa e il suo interesse per la Grecia classica.
D’altro canto, nell’altra mostra, nella Galleria del Rettorato, “Carlo Scarpa, un maestro Iuav: progetti e insegnamento“, a cura di Serena Maffioletti, sono esposti lungo le pareti disegni autentici [3] di Scarpa. Questi disegni furono già esposti presso la Querini Stampalia (Venezia), al MAXXI (Roma) e in Castelvecchio (Verona). Questi grandi disegni didattici, pubblicati in “Franca Semi, a lezione con Carlo Scarpa“, (Venezia 2010), hanno la ragione d’essere qui in quanto evidenziano, in molti disegni (dieci su diciassette) di spiegazione del progetto Brion, l’interesse e il riferimento di Scarpa alla Grecia classica.
Questa mostra vuol presentare un grande maestro dell’Università Iuav, attraverso disegni autentici in mano a tutt’oggi dei suoi antichi collaboratori o eredi, come Valeriano Pastor, Manlio Brusatin, Barnaba Rudi.
Sono anche un’occasione per vedere, attraverso riproduzioni da disegni dell’archivio di Treviso, idee parziali riguardanti l’intervento a San Sebastiano (Ve), una scala di sicurezza ai Tolentini, il progetto per l’Aula Magna, e molti disegni per Masieri Memorial [4]. Dei grandi pannelli sospesi ci propongono poi, con riproduzioni ingrandite, un’idea particolare per palazzo Tron [5] : direi un sogno suggestivo, che tale rimase.
Un grande monitor collega le due mostre: in esso è raccontata con immagini la vicenda dei Tolentini, come il suo restauro (dovuto a Daniele Calabi), le opere non realizzate di Carlo Scarpa e la didattica lì svolta da quest’ultimo.
Quindi queste due mostre completano, nell’uso di quegli spazi, la vicenda della sede Tolentini dell’Università-Iuav e propongono anche la possibilità che lì possa via via essere raccontata la storia di questa importante Università.
[1] Lo ricordo particolarmente perché lì feci l’esame di “analisi matematica”, il giorno dell’omicidio Kennedy, il 22 novembre 1963.
[2] la l. 11.12.69, n. 910, che liberalizzò l’accesso all’Università, consentendo l’iscrizione a qualsiasi corso di laurea a tutti i diplomati degli istituti secondari superiori.
[3] Si tratta di disegni inscindibili dalle registrazioni: per questo è presente su un bancone anche la pubblicazione: “a lezione con Carlo Scarpa”, (Cicero, Venezia 2010), oggi esaurita. Il loro interesse consiste nel rapporto tra il segno e la parola.
[4] Per il quale la sottoscritta ha collaborato dall’inizio fino alla scomparsa di Scarpa. Tre fotografie a fine carrellata, datate gennaio 1979 (Scarpa è scomparso nel novembre 1978), testimoniano lo stato dell’immobile, il cantiere, alla scomparsa di Scarpa.
[5] I disegni furono esposti la prima volta nel 2010, presso il Caffè Florian.

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