Aldo Moro. Il Professore, i giovani e Totò

GIORGIO BALZONI
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C‘è una cosa che non ho mai sopportato: che chi non lo conosceva si permettesse di sostenere che Aldo Moro era un uomo triste. Aldo Moro era un uomo simpaticissimo e con un grande senso dell’umorismo. Pochi sanno che amava moltissimo il cinema e che sapeva imitare Totò, un attore che apprezzava profondamente.
E soltanto un uomo con grande senso dell’ironia poteva tenere in bella evidenza una foto che Eduardo De Filippo gli aveva donato al termine di una rappresentazione teatrale, quando l’allora presidente del consiglio era andato in camerino a salutarlo: la dedica recitava “Al mio amico Emilio Colombo”.

E c’è un’altra cosa che mi irrita: che si dica che il suo linguaggio fosse oscuro,difficile da capire. Non è affatto vero. A noi studenti dell’Università di Roma – con cui si intratteneva a chiacchierare per ore nei corridoi della facoltà al termine di ogni lezione,tre volte a settimana e senza saltarne una anche quando era ministro degli esteri – spiegava i passaggi più difficili della politica con parole semplici. Certo se paragonate a quelle che sentiamo pronunciare dai leader politici attuali quelle parole sembrerebbero pronunciate da un marziano. Ma non ci si vuole convincere che i discorsi sono difficili,impegnativi perché i problemi da affrontare sono difficili e impegnativi. Soltanto chi va in cerca di facile consenso può negarlo ( anche se i fatti poi si impongono in tutta la loro chiarezza e crudezza).

Ci spiegava quanto fosse difficile governare il Paese non imponendo le proprie decisioni ma convincendo gli altri, quanto fosse faticoso e pur inevitabile.

Con il Professore passammo ora a studiare Diritto penale, ora a chiacchierare di cinema, politica, terrorismo (che lui era deciso a “istituzionalizzare” ben prima che le Brigate rosse lo rapissero) e ore a visitare carceri e quelli che allora venivano definiti manicomi criminali. Il Professore voleva che noi vedessimo con i nostri occhi che cosa significava vivere in un carcere e non fossimo vittime dei soliti luoghi comuni.
Era un uomo di una coerenza assoluta, kantiana.

Quando nel 1971 c’è la votazione per il nuovo presidente della repubblica è lui che tutti danno già per eletto. Moro invece si mostra del tutto disinteressato. Non salta una lezione neppure in quei giorni, quando socialisti e comunisti gli chiedono di mettersi in corsa contro il candidato della DC, avendo la certezza di essere eletto.
Quando nei giorni successivi parliamo con lui di questa sua decisione  ci spiega che si è comportato secondo coscienza. Se la politica è servizio l’interesse personale, il gusto del potere non possono prevalere. E conclude: d’altra parte non avrei mai accettato di comportarmi in modo diverso e poi ripresentarmi di fronte a voi. Ecco perché Aldo Moro era un uomo straordinario.

In questi giorni avrebbe compiuto cento anni. Mi spiace una sola cosa, che i giovani non lo conoscano, non sappiano quanto lui li avrebbe scelti come Interlocutori privilegiati, quanto avrebbe contribuito alla soluzione dei loro problemi.

Ma d’altra parte temo che siano anche molti gli italiani che, pur avanti con l’età, conoscano ben poco di lui.
Quanti sanno che la prima, profonda riforma delle scuole medie è sua? Che il punto di contingenza è stato il suo governo a vararlo? Che la prima norma sul divieto di licenziamento senza giusta causa nasce da lui? Che, per primo, nominò professori di diritto e non politici al Consiglio superiore della magistratura?

No, tutti ormai ricordano soltanto il suo rapimento e dimenticano le ragioni per cui avvenne: la volontà di superare i blocchi mondiali molti anni prima del crollo del muro di Berlino.
Ma queste sono cose da Statisti, non da politici.

nzo

Venerdì 23 settembre 2016, avrà luogo la presentazione del libro “Aldo Moro. Il Professore” di Giorgio Balzoni (Lastaria Edizioni) presso la libreria Mondadori, in via Piave 18, a Roma, a partire dalle ore 18. Insieme all’autore, interverranno Bruno Luverà e Achille Albonetti. Ingresso libero.

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per i cento anni della nascita di Aldo Moro

Aldo Moro. Il Professore, i giovani e Totò ultima modifica: 2016-09-22T20:59:31+02:00 da GIORGIO BALZONI
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1 commento

anna di giacobbe 30 Aprile 2018 a 11:17

Sono stata una delle sue alunne all’epoca del rapimento. Dovevo discutere la mia tesi di laurea con lui a luglio 1978. Purtroppo il 9 maggio mentre finivo di scrivere l’ultima pagina della mia tesi, ho dovuto mettere una croce prima del suo Nome.
Oggi mi sono vista in una foto in TV, che mi ritrae all’Università La Sapienza, dove il prof. Aldo Moro insegnava diritto penale, nel promo della presentazione dello sceneggiato Moro Il Professore con Castellitto, che andrà in onda l’8 maggio c.a. Devo dire che mi sono molto emozionata al ricordo di quel periodo per me molto importante. Anna Di Giacobbe

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