E mi è andata pure bene. Per gli eretici, non ci sono più i roghi nelle pubbliche piazze.
Da oltre vent’anni mi porto dietro il titolo (onorifico) di “eretico della Lega”. Onorifico perché me lo assegnò il caro amico Giorgio Lago allorquando mi opposi al progetto bossiano della secessione. Allora ero sindaco e parlamentare in carica; reduce dalla campagna elettorale tutta imperniata sul progetto federalista. Dissi e scrissi allora che il progetto secessione ci avrebbe fatto perdere consensi e tanti voti. Come puntualmente avvenne.
Qualche anno dopo Bossi si schierò con il dittatore serbo (fratello) Milošević, nella guerra dei Balcani, considerandolo barriera naturale e politica contro gli islamici albanesi del Kosovo. Anche in quella circostanza dissi a Bossi che sbagliava, la Lega perse molti voti.
Cito queste due esperienze per ricordare che il vecchio capo leghista, bontà e intelligenza sua, non mi cacciò.
Domenica 4 dicembre, giornata elettorale referendaria, nel tardo pomeriggio si è riunita la segreteria provinciale della Lega Nord per deliberare la mia cacciata dal movimento. Ovviamente non ne sapevo nulla. Neppure conoscevo i capi d’imputazione, nessuno mi ha convocato per un minimo (legittimo!) di autodifesa. Nada de nada!
Il giorno dopo sui quotidiani locali ho letto la sentenza.
Reo colpevole di aver votato Sì al referendum, peggio averne fatto propaganda. C’hanno aggiunto anche altre colpe, ovviamente false, che avrei potuto smentire, solo mi avessero convocato. Peggio di come andava secoli fa nei tribunali dell’inquisizione o nei tribunali bolscevichi, dove un minimo di difesa era pur garantita. Ovviamente non perderò tempo in ricorsi.
Ho la possibilità di spiegarmi ora e qui. Da molti anni faccio l’opinionista per giornali locali, un “privilegio” riservato a pochi ex della politica (da dieci anni non ho alcun incarico nella Lega, semplice militante). Privilegio che esercito con la massima libertà di opinione e che a molti crea inevitabili, comprensibili, umani sentimenti di invidia.
Nel luglio scorso ho scritto un articolo dove proponevo al centro destra, privo di leadership e di programma politico, in vista del referendum sulla riforma costituzionale (4.12.2016), non di rifiutarla in blocco, buttando il bimbo e l’acqua sporca.
Piuttosto di migliorarne il contenuto con l’inserimento di dosi robuste di federalismo, liberismo, riduzione ulteriore di parlamentari ecc.
Un progetto per andare avanti, migliorare concretamente il lavoro fatto dal governo di centro sinistra. Visto che da oltre trent’anni il Paese sta aspettando e che in molti c’hanno provato.
Avesse accolto il mio modesto suggerimento, il centro destra si costruiva con questa opportunità la leadership e la piattaforma programmatica per le prossime elezioni politiche. Intendeva essere il mio, un suggerimento di buon senso, un ragionamento da imprenditore quale sono. Un pensiero in libertà senza alcuna pretesa, non contro ma per… andare avanti.
Avendo ricevuto un discreto consenso al mio articolo, son andato a spiegarlo dove e quando mi hanno invitato. Premettendo sempre che lo facevo a titolo personale e non della Lega Nord.
Mi hanno processato “a porte chiuse” e mi hanno cacciato. Ne prendo atto. Ribadendo che la libertà di pensiero, quando non fa male, non offende, non va contro la legge è per me un bene irrinunciabile. Mi sono arrivati centinaia di messaggi di condivisione e vicinanza. Bene così.
Buon Natale e buone feste.

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Grazie!