Frank Capra diceva che “i dilettanti giocano per divertirsi quando fa bel tempo. I professionisti giocano per vincere in mezzo alla tempesta.” Per vincere in mezzo alla tempesta, rilanciare l’economia e affrontare le sfide che il mondo ci propone, dobbiamo guardare alle nostre risorse migliori, senza mai dimenticare i nostri mali antichi e i tanti problemi di oggi: il debito pubblico, la diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza, la mancanza di lavoro, il peso delle mafie e della corruzione, una burocrazia spesso soffocante, il Sud che perde contatto, la necessità di combattere il terrorismo integralista.
Per questo diventa ancora più importante partire da un’Italia che fa leva sui suoi punti di forza. Siamo un Paese che, su alcuni fronti nevralgici, ha più frecce da scoccare rispetto agli altri partner europei. Grazie ai suoi primati ambientali, a un’economia più sostenibile e a misura d’uomo che incrocia la green economy con la qualità, la bellezza e la coesione sociale e che proprio per questo può essere più competitiva e amica del clima.
Il nostro modello produttivo è infatti tra i più innovativi ed efficienti in campo ambientale, siamo leader in Europa per efficienza dei consumi energetici e riduzione delle emissioni climalteranti. A parità di prodotto, le nostre imprese usano meno energia e producono meno emissioni facendo meglio anche di un grande paese manifatturo come la Germania. Idem dicasi per l’utilizzo di materie prime e la produzione di rifiuti.
L’Italia è sul primo gradino del podio anche per l’economia circolare: recuperiamo 47 milioni di tonnellate di materia ogni anno, il valore assoluto più alto tra i paesi europei; la Germania che ha un’economia più grande 43,6 per cento, questo ci consente un risparmio di energia primaria di oltre 17 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e di evitare sessanta milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Innovazione e sostenibilità ci hanno portato ad eccellere anche sul fronte avanzato delle energie rinnovabili. Tanto che siamo primi al mondo per contributo del fotovoltaico nel mix elettrico (otto per cento, dati relativi al 2015) e siamo primi tra i grandi paesi Ue per rinnovabili nel consumo interno lordo (17,1 per cento).
Merito soprattutto del 26,5 per cento delle imprese italiane che durante la crisi hanno scommesso sulla green economy – che oggi vale 190,5 miliardi di euro di valore aggiunto – conquistando importanti vantaggi competitivi in termini di export, innovazione e fatturato. Tanto che nella manifattura le imprese eco-investitrici esportano ed innovano più delle altre (rispettivamente il 46 per cento contro il 27,75 per cento e il 33,1 per cento contro il 18,7 per cento). Ed è anche grazie a queste performance se con un surplus commerciale manifatturiero con l’estero di 103,8 miliardi di dollari nel 2015, l’Italia si conferma uno dei cinque paesi al mondo che superano la soglia dei cento miliardi di dollari. Oltre allo Stivale ci sono Cina, Germania, Corea del Sud e Giappone, mentre Francia, Regno Unito e Stati Uniti ci guardano da lontano.
Questa è l’Italia che Fondazione Symbola racconta in L’Italia in 10 selfie 2017 – Le radici del futuro e la sfida dei mutamenti climatici. Un documento che guarda al paese reale, fotografa i talenti e dimostra numeri alla mano che il Belpaese può essere protagonista di quell’economia più sostenibile e a misura d’uomo che emerge dagli impegni sottoscritti a livello internazionale contro i mutamenti climatici.
I risultati presentati in questo dossier ci raccontano di un made in Italy capace di essere competitivo in tutti i settori: dal legno arredo alla nautica, dall’agroalimentare alla green economy, dalle rinnovabili alla cultura, dalle meccanica all’hi-tech. Non a caso su un totale di 5.117 prodotti – il massimo livello di disaggregazione statistica del commercio mondiale – nel 2014 l’Italia ha conquistato un posto sul podio per attivo commerciale con l’estero in 899 casi. Con nove miliardi di dollari di surplus l’industria italiana del Legno Arredo è seconda al mondo per saldo della bilancia commerciale, preceduta solamente dalla Cina (86,3 mld). L’Italia che Symbola cerca di leggere e raccontare con occhi nuovi e con il rigore dei numeri in questi 10 selfie può navigare anche in acque incerte ed ha voce per dire la sua su temi decisivi per l’agenda del futuro.
L’Italia in 10 selfie 2017 – Le radici del futuro e la sfida dei mutamenti climatici

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