Venezia, piacere di conoscerla. Il libro di Colli e Saccà

GUIDO MOLTEDO
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Qualche giorno fa è capitato di essere fotografati mentre stendevamo fuori i panni. Da una finestra di fronte alla nostra – un albergo – un signore tedesco chiama sua moglie per indicarle la nostra curiosa attività e poi fotografare soddisfatto, noi due strani esseri che fanno una cosa normale in una città che però evidentemente normale non è. Click, ed eccoci immortalati nell’album fotografico del loro viaggio veneziano, parentesi pittoresca dentro una sequenza d’immagini, e possiamo indovinare quali, dai piccioni di piazza San Marco alle maschere in vetrina, alle navi da crociera, ai dettagli più triti dell’immaginario veneziano corrente.

No, non c’è solo questo tra i venti milioni e forse più che ogni anno visitano la città che tutti nel mondo un giorno vorranno visitare. Ovviamente non c’è solo questo. Ma i numeri del turismo sono talmente prepotenti che egemonizzano la narrazione di Venezia, non solo esaltandone gli stereotipi, e fin qui nulla di male, ma, di fatto, negandone l’esistenza stessa di città, diversa da ogni altra, certo, ma pur sempre una città, e non una Pompei dei giorni nostri, nella quale chi ci vive non l’abita ma è lì quasi come comparsa di un set, a disposizione delle torme turistiche. Un amico veneziano mi racconta di aver fatto una ramanzina a una comitiva di ragazzi romani, uno dei quali sosteneva che a Venezia non esistono scuole. “Ma che ignoranti”.

Fatto è che di Venezia si sa molto poco, anche tra le persone che ci vanno più volte e che l’apprezzano. In fondo, anche chi sa bene che è una “vera” città, si stupisce che ci si possa vivere, e vivere anche molto bene, meglio che in tante altre città. Indubbiamente il paradigma su cui si fonda la città – l’acqua – condiziona il visitatore anche colto e ben disposto, che spesso fatica a capire gli aspetti anche prosaici di una città poetica.

I numeri civici, per esempio. Avete mai notato che una calle anche molto breve può avere una numerazione a tre, quattro cifre? Come mai? “Ogni sestiere assume una sua numerazione autonoma, detta a insulario, tale per cui Castello conta 6828 numeri, Cannaregio 6426, San Marco 5562, San Polo 3144, Santa Croce 2359 e Dorsoduro 3964. Hanno numerazione autonoma le singole strade di Sant’Elena e la Giudecca che arriva al civico 971”. E i ponti? Quanti sono? “438, di cui novanta privati, che diventano 455 se si includono i nove di Murano e gli otto di Burano”. E vi è mai capitato si sentire un veneziano definire il canal Grande (il “Canalazzo”?) o il campanile di San Marco (“el Paron de casa”)?

Si può andare avanti con le curiosità. Porsi alcune domande, anche semplici, anche banali, può aiutare a entrare in sintonia con un luogo che non né un aggregato di monumenti né un museo a cielo aperto né tanto meno Veniceland ma una città perennemente moderna nella sua singolarità. Ed è per questo che il libro di Barbara Colli e Giuseppe Saccà (da cui abbiamo tratto i virgolettati prima citati) “Conosci Venezia” funziona, oltre a essere una lettura rapida e gradevole.

È un’operazione di intelligente avvicinamento a una città che non smette di stupire anche quando si pensa di sapere tutto o quasi sul suo conto. È

una guida per perdersi nel tempo e nello spazio, secondo quell’augurio che Diego Valeri formulava nella sua Guida sentimentale di Venezia “… beati i poveri di topografia, beati quelli che non sanno quel che si fanno, ossia dove vanno, perché a loro è serbato il regno di tutte le sorprese, di tutte le scoperte straordinarie”.

450 domande, e altrettante risposte – “Tutto quello che devi assolutamente sapere”, come recita il sottotitolo – il libro può anche essere considerato un divertente gioco a quiz per verificare la reale conoscenza della città lagunare, tra i veneziani stessi.

Non sappiamo se casuali o voluti, certo è che l’intreccio, l’alternanza e il “disordine” dei temi trattati – dalla storia all’architettura, dal cibo alle consuetudini, dalla cultura “alta” alla vita quotidiana, dallo strano ma vero alla realtà che non sembra tale – danno perfettamente l’idea di una città unica, anche perché straordinariamente “plurale” nella molteplicità degli aspetti e degli strati diversi che la compongono. Venezia è la sua architettura, la sua “location”, la sua storia, la sua cucina, la sua laguna, i suoi spritz, e naturalmente i suoi abitanti di oggi e di ieri e di domani.

ps Chi scrive è fissato con l’idea che Venezia sia e debba essere parte di un’area metropolitana grande e che sia inconcepibile decontestualizzarla, e che sia fuorviante immaginare Venezia priva del ponte che la collega a Mestre, la Venezia moderna. Nel libro manca la terraferma, se non in pochi accenni. Ma tenendo conto che molti non veneziani, perfino nello stesso Veneto, non sanno neppure che Venezia è una città che comprende Mestre e Marghera, quest’assenza è da notare. Il nostro, evidentemente, è  un rilievo“politico” marginale a un libro che però con la politica ha ben poco a che fare.

Barbara Colli – Giuseppe Saccà, “Conosci Venezia? Tutto quello che devi assolutamente sapere Tutto quello che devi assolutamente sapere 450 domande 450 risposte”. Edizioni Clichy

Le immagini sono tratte dall’ARCHIVIO FOTOGRAFICO GIACOMELLI

Venezia, piacere di conoscerla. Il libro di Colli e Saccà ultima modifica: 2017-01-18T21:20:48+01:00 da GUIDO MOLTEDO
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