Consapevolmente Venezia. Un patto per la città

ALBERTO MADRICARDO
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Un patto permanente tra la città, il pensiero, il teatro e le arti per un comune progetto di cittadinanza che ridia vita e centralità a Venezia.

Questa proposta verrà formulata sabato 11 febbraio (ore 9.30-18) nella giornata organizzata dal PATTO PER LA CITTA’ CONSAPEVOLE – la rete di associazioni veneziane che da diversi anni agisce a Venezia (www.veneziaconsapevole.it/‎) – dal titolo “TEATRO È CITTA’ – CITTA’ È TEATRO – PENSARE ELABORARE RAPPRESENTARE VENEZIA”, nella sede di PALAZZO CA’ TRON (SEDE IUAV, VENEZIA, Santa Croce 1957 presso S. Stae).

 

La città in generale, come spazio umano per eccellenza, ha mutato collocazione e senso nella rivoluzione della percezione dello spazio provocata dalla globalizzazione. Oggi lo spazio della città, che ovviamente non è più quello della polis classica, né del comune medievale, ma nemmeno quello che le assegnava fino a qualche decennio fa lo stato nazione, è reso fluido e indeterminato.

Va perciò ripensato, rifondato, orientato verso quell’universalità, il cui pensiero è mancato del tutto alla globalizzazione.

Di questa paradossale globalizzazione senza universalizzazione stiamo oggi cominciando a risentire i primi preoccupanti contraccolpi, nel diffondersi di una pericolosa, involutiva voglia di tana.

In questa situazione la città può recuperare centralità – divenire polo e modello di una nuova qualità di relazioni interumane – percependosi e attuandosi come microcosmo, come mondo in miniatura che riproduce e dà ordine in se stessa alla complessità del mondo. Offrendo esempio pratico della possibilità di istituire un ordine aperto, volto all’universalità.

Ma perché ciò avvenga, essa deve porre al centro del suo progetto di cittadinanza l’impegno a rinnovare continuamente e profondamente il suo universo simbolico, attraverso il rinnovamento e la sperimentazione dei linguaggi sociali. Ecco allora che divengono indispensabili i linguaggi del pensiero, del teatro e delle arti. Essi, attraverso il loro prisma, possono scomporre e ricomporre la realtà della città, rigenerando la percezione che essa ha di se stessa e liberando in lei il senso del possibile.

Venezia, tra le città del mondo, ha una collocazione speciale: è sempre stata città “acrobata”, perché sorta in un luogo impossibile. Ha sempre dovuto elaborare motivazioni forti per esistere. Quando le ha smarrite, ha cominciato a morire.

Venezia vive oggi la dissociazione tra le sue pietre, alienate e adibite a parco tematico mondiale, e la sua comunità cittadina, di fatto straniera in patria. Questo mentre il mondo, invertendo la rotta secolare della Modernità, esprime l’urgenza di una nuova centralità dei luoghi promossa attraverso il protagonismo delle comunità che li abitano.

Venezia ha bisogno assoluto di rielaborare in profondità il suo universo simbolico, per vivere. La sua notorietà nel mondo, situazione estrema le offrono la possibilità di svolgere un ruolo esemplare – non in senso negativo, come purtroppo sta avvenendo adesso – nella risoluzione di problemi che sono di tutto il mondo.

Nella giornata dell’11 febbraio si proporrà l’istituzione di un laboratorio permanente, organizzato e diretto dai cittadini riuniti in associazione, nel quale l’elaborazione e la rappresentazione teatrale, artistica della nostra realtà – delle sue dinamiche, dei suoi problemi – coinvolga soggetti prove­nienti da differenti esperienze e professioni, per fare della nostra città un luogo di progettazione e sperimen­tazione di relazioni e linguaggi sociali nuovi, di valenza potenzialmente universale.

Nel corso della mattinata verrà definito il perimetro dell’area problematica che verrà poi sviluppata nel corso del lavoro di gruppo pomeridiano. Sarà proposta una definizione generale dei concetti di città consapevole e di progetto di cittadinanza, nel quale la città può vivere (Alberto Madricardo).

Si porrà la questione di come il teatro, nato – si può dire – insieme alla città e ad essa connaturato, costituendosi come sistema di partecipazione dei cittadini articolato nei quartieri, possa offrire a essa quello specchio di cui ha bisogno per diventare consapevole (Gianni De Luigi).

Si offrirà poi con la sonda della memoria, la percezione, delle atmosfere e delle pieghe più profonde e intime della città (Cristiana Moldi Ravenna).

L’esigenza di rappresentarsi per rendersi visibili al mondo, per essere cittadini protagonisti e costruttori del futuro, salvandosi dall’annientamento facendo crescere il seme di una venezia­nità consapevole sarà proposta da Ermanno Fugagnoli.

Seguirà un breve monologo che metterà in luce un esempio dell’efficacia del linguaggio teatrale nel fare emergere i motivi del crescente disagio esi­stenziale della borghesia, piccola e media di Venezia, all’inizio del terzo millennio (Paolo Puppa).

Un’esperienza – nel racconto di una passeggiata – dell’innata teatralità dello spazio veneziano, del potere incessante che possiede la città di educare il corpo alla consapevolezza dello spazio circostante, in maniera del tutto analoga a quanto accade al corpo sulla scena teatrale (Piero Falchetta).

Un video che racconta l’esperienza di coinvolgimento degli abitanti di Cavallino Treporti come “SpettatTori” attraverso la sperimentazione attiva del teatro e delle arti tutte (Federica Zagatti).

Al centro della mattinata sarà illustrata (Gilberto Brait) e posta in discussione la proposta che il Patto per la città consapevole rivolge ai cittadini tutti, agli intellettuali, alla gente di teatro, agli artisti, di costituire insieme un’associazione (di cui verrà presentata una bozza di statuto) che abbia come fine di gestire nel modo più aperto e democratico il laboratorio permanente dei linguaggi delle idee, del teatro e delle arti, di cittadinanza attiva.

Nel pomeriggio i lavori, con l’organizzazione, seguendo tracce che sono in via di elaborazione, dei Tavoli aperti di discussione, saranno finalizzati a mettere a fuoco un nucleo programmatico di attività che vada nel senso di realizzare concretamente quel nesso circolare tra pensare – elaborare – rappresentare la città che è il cuore del progetto di cittadinanza consapevole.

La giornata si concluderà con una sintesi assembleare dei lavori dei Tavoli e con una meditazione sulla città a cura di Gianni De Luigi.

La proposta del Patto è una proposta politica in senso originario, rivolta cioè alla città. L’invito a partecipare è perciò a tutti: cittadini, studenti, giovani e an­ziani. I temi in discussione sono di tutti al fine: producendone del nuovo, impedire che proceda quell’esodo di senso che precede e accompagna quello fisico della città, e la sua massificazione turistica.

 

Consapevolmente Venezia. Un patto per la città ultima modifica: 2017-02-05T15:33:33+01:00 da ALBERTO MADRICARDO
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