Dal lavoro semi-schiavistico dei nord-coreani all’estero (si calcola che siano almeno cinquantamila) il governo di Pyongyang incassa annualmente una somma compresa tra 1,2 e 2,3 miliardi di dollari. L’avvio di lavoratori all’estero fa parte di una vera e propria strategia della repubblica della Nord Corea che consente di aggirare di fatto le sanzioni internazionali e ad assicurare alle casse statali entrate consistenti in valuta pregiata.

Il leader nordcoreano Kim Jong Un a una partita di calcio femminile
L’operazione è stata denunciata daccapo al presidente del consiglio e ai ministri degli esteri e dello sport da una interrogazione (la seconda: alla prima, dell’anno scorso, non è stata data risposta) dai deputati Lia Quartapelle e Michele Nicoletti (Pd) prendendo spunto dal caso del calciatore Song-Hyok Choe, diciotto anni, tesserato dalla società Fiorentina Acf SpA e militante nel campionato “Primavera”. Il giovane è affiancato, cioè sorvegliato strettamente, da un tutor, cioè da una guardia. Ora, secondo uno studio pubblicato dal Center for North Korean Human Rights e non smentito da Pyongyang:
nessun nord-coreano che si trovi all’estero per lavoro [e quindi anche i calciatori] può essere titolare di un proprio stipendio, può avere contatti con la stampa o libere comunicazioni con il suo Paese di origine, comunicazioni che possono avvenire solo parzialmente e per corrispondenza, né può utilizzare liberamente i social network e Internet.
In buona sostanza a Song-Hyok Choe come a tutti gli altri (e vedremo subito che il suo non è un caso isolato) sarebbero quindi sottratti non solo una parte enorme del salario (Pyongyang trattiene il settanta per cento, e sul residuo trenta per cento il giovane deve pagare pure il contributo al partito unico) ma anche altri fondamentali diritti come quello della libera circolazione e della libera corrispondenza. La vicenda probabilmente sta assumendo proporzioni ancora più inquietanti, denunciano i due deputati:
All’interno di questa strategia si colloca senz’altro anche la vicenda di una nidiata di trentuno giovani talenti calcistici, sempre nordcoreani, che qualche anno fa arrivarono in Italia e in Spagna con l’accordo del governo di Pyongyang. Di più: si ha notizia di un imminente tesseramento presso la società Cagliari Calcio di un altro giovane centravanti nordcoreano, Han Kwang-Son, che così sarebbe il primo giocatore della serie A proveniente dal Paese asiatico.
Ora, la presenza di giocatori nordcoreani, anche a così alto livello, darebbe massima evidenza alla violazione delle sanzioni internazionali nei confronti della Corea del Nord, e per giunta configurerebbe la presenza in Italia si lavoratori extracomunitari con minori, addirittura minime garanzie di godimento dei diritti materiali e delle libertà civili. Restando fermo l’auspicio che i giovani sportivi nordcoreani, così come tutti gli altri loro connazionali, possano svolgere la propria carriera nel nostro Paese godendo di tutti i diritti di altri giovani professionisti provenienti da altre parti del mondo, Quartapelle e Nicoletti rinnovano quattro domande al governo:
1. se sia a conoscenza del fatto che i giovani calciatori nordcoreani presenti attualmente in Italia sarebbero sottoposti alle limitazioni sopra descritte;
2. se si intendano verificare le modalità di pagamento dei calciatori da parte delle sopraddette società calcistiche italiane [la Fiorentina ha fatto sapere di non interessarsi di come e dove finisca la stipendio assegnato a Song-Hyok Choe, ndr] al fine di controllare che le operazioni effettuate a favore delle autorità statali nord-coreane non abbiano aggirato l’embargo con transazioni attraverso paesi terzi;
3. se si intenda verificare che gli importi contrattuali e i compensi annui vengano effettivamente versati ai singoli calciatori e non nelle casse delle autorità statali nord-coreane;
4. come si intende assicurare il pieno rispetto il pieno rispetto delle libertà individuali e dei diritti fondamentali dei calciatori nord-coreani ingaggiati dalle società italiane e ospitati nel nostro Paese.

In un fotomontaggio la nazionale nordcoreana guidata dallo stesso Kim sbaraglia la nazionale brasiliana
Sono le stesse inquietanti domande che i due deputati avevano rivolto anche al presidente del consiglio il 25 maggio 2016 e che erano rimaste allora senza risposta. Il chiarimento verrà finalmente con la rinnovata interrogazione? Da un anno all’altro il presidente del consiglio e i due ministri sono cambiati…

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