Guide abusive a Venezia. I “free tour” che di free non hanno niente

Si sta allargando a macchia d'olio il fenomeno dei "giri gratuiti" della città condotti da guide non autorizzate e spesso impreparate e improvvisate. Lavoro nero e un grande giro di affari che evade il fisco
YTALI
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Da qualche anno a Venezia ha preso piede, e si sta allargando a macchia d’olio, il discutibile fenomeno dei free tour: veri e propri tour guidati della città che si pubblicizzano come gratuiti ma che poi consigliano caldamente una remunerazione in contanti sotto forma di mancia.

Il turismo di massa, il mordi e fuggi, ma sempre più anche una quantità discreta di turismo culturale che programma in internet la propria vacanza, allettato dalla possibilità di non pagare, di pagare poco, o comunque di unirsi a una passeggiata leggera e simpatica che gli faccia scoprire la città in qualche ora, sceglie sempre di più questa forma di intrattenimento a scapito dei tour autorizzati; ci arriva perché questi tour sono sempre ai primi posti di tripadvisor, a causa della ormai gran mole di clienti cui viene chiesto di mettere un’ottima recensione.

Il fenomeno dei cosiddetti free tour nasce in Europa qualche anno fa e attecchisce facilmente in molti siti e città con gran volume di turismo. In Italia però i tour guidati possono per legge essere svolti solamente da guide abilitate con patentino esposto durante la visita, pena multe salate in caso di controllo; a Venezia si tratta di professionisti laureati che han passato un difficilissimo esame di abilitazione (con cadenza biennale), che hanno regolare partita IVA e pagano le corrispondenti tasse e contributi.

Su questa città sono ormai diverse le agenzie on-line che offrono free tour. Di queste una chiedeva nel proprio sito offerte per comprare sedie a rotelle per disabili per una Venezia “più accessibile”, mentre un’altra obbliga all’inizio del tour a firmare l’adesione a un’associazione culturale, specificando come questa sia l’unica maniera per “essere legali” facendo non un tour, ma una passeggiata tra i soci di un’associazione. Se da un lato sarebbe curioso vedere quante sedie a rotelle sono state comperate dalla prima, dall’altro bisogna rimarcare come anche l’escamotage della seconda non sia affatto legale.

Sta di fatto che giornalmente partono dai venticinque ai trenta tour in bassa stagione, che aumentano esponenzialmente da aprile a ottobre, con una media di venti persone a tour. Di solito non vengono toccati i siti più noti (probabilmente per una residua timidezza dovuta all’illegalità), e ciò viene spiegato con l’intenzione di far conoscere la “vera” Venezia, spiegata da chi la conosce “veramente”, avendoci vissuto “ben” due o tre anni.

Questi tour sono tenuti in qualche caso anche da accompagnatori turistici o da guide di fuori Venezia (categorie che dovrebbero avere partita IVA e denunciare il guadagno), ma per lo più da studenti o neo laureati spesso stranieri.

Costoro nei loro racconti sviliscono in maniera inaccettabile le tradizioni della città e il suo incomparabile patrimonio culturale: parlano esplicitamente di mafia, ridono dei costumi della città trasformati in stereotipi e raccontano sotto forma di penose macchiette vari episodi della realtà cittadina. Il tutto con lo scopo di allietare la passeggiata e far ridere gli inesperti clienti. A fronte di ciò è da notare come siano spesso inconsistenti le loro risposte a una qualunque richiesta di informazione che esca dal racconto imparato a memoria.

All’inizio del tour viene propinata una lunga introduzione indottrinante nella quale ai clienti è prima raccontato che un tour del genere, svolto da una guida ufficiale, costerebbe dai trenta ai cinquanta euro a testa (falso!) e che loro sono quindi dei volontari che hanno il solo scopo di permettere la conoscenza della città anche a chi non ha la possibilità di spendere quelle cifre. In questo modo, presentandosi come dei benefattori, si accattivano la simpatia dei clienti. Poi questi ultimi vengono avvertiti che quand’anche nel corso del tour s’incappasse nelle vere ed esose guide turistiche veneziane e queste minacciassero di chiamare la polizia, dovranno rimanere tranquilli perché tanto nessuno li controllerà. Se poi qualcuno dovesse veramente fermarli, il gruppo è istruito a difendere il suo benefattore e a chiedere di non interrompere la visita poiché si tratta di un’associazione culturale non profit.

Peccato però che in questi tour di non profit non ci sia nulla. Infatti, a fronte di rari clienti che non lasciano una mancia, tutti gli altri versano tra i dieci e i venti euro a testa in contanti (così come suggerito anche in alcuni loro siti); ovviamente tutti soldi non dichiarati e quindi totalmente sconosciuti al fisco.

È questo il punto importante che del fenomeno dei free tour non è stato ancora sufficientemente messo in rilievo: non si tratta “solo” di esercizio illegale di una professione mascherato da altro, non si tratta “solo” di salvaguardare i posti di lavoro locali di guide turistiche vere e di tante agenzie che stanno perdendo lavoro onesto sul quale pagano le tasse, si tratta di lavoro nero e di evasione fiscale e contributiva che ha un giro di affari che nella sola Venezia è stimabile sui due milioni di euro all’anno.

A tutto ciò aggiungiamo che queste pseudo guide in molti casi non adottano, spesso con strafottenza, le normali norme di comportamento e di rispetto che prevede una città fragile come Venezia: scorrazzano infatti impunemente bloccando calli e ponti, e non rispettano nelle loro visite né gli ospedali né i luoghi sacri, nemmeno in presenza di cerimonie quali messe, funerali o matrimoni: possibile che a Venezia anche quando si muore si debba essere spettacolo per i turisti?

Il risultato è quello di esasperare i cittadini veneziani i quali, tra l’altro, non sapendo distinguere tra guide vere e finte (teniamo conto che per ogni guida vera si è stimato che ve ne siano almeno cinque di abusive), stanno sviluppando un odio generalizzato contro qualsiasi tipo di gruppo e di guida turistica.

Nessuno ormai è disposto a credere che le guide turistiche ufficiali siano le uniche che, conoscendo bene la città, ne rispettano la civiltà, le tradizioni, le leggi, i luoghi e i cittadini, adottando i comportamenti corretti per non disturbarli, a differenza di chi usa Venezia come sede di lavoro disonesto sfruttandola, e denigrandola.

Si è già accennato alle pessime ricadute sull’occupazione turistica: non solo le guide ufficiali, ma anche molte agenzie locali, in conseguenza della diminuzione dei tour legali, sono in grave difficoltà e rischiano di chiudere e di tagliare personale locale. Risultato: molti professionisti onesti e agenzie che pagano le tasse sono a casa, mentre persone disoneste che evadono il fisco e fanno loro concorrenza sleale lavorano indisturbate nella loro città.

Le immagini sono di turisti che hanno condiviso su Tripadvisor le loro esperienze free tour a Venezia

Guide abusive a Venezia. I “free tour” che di free non hanno niente ultima modifica: 2017-03-06T21:26:07+01:00 da YTALI
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6 commenti

Stefania Colecchia 7 Marzo 2017 a 18:38

Sono felice di questo endorsement del vostro blog. Grazie! Io sono una delle guide turistiche abilitate di cui avete parlato!

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Elisa 7 Marzo 2017 a 19:22

Mi piace questo articolo, giusto che ci siano le guide autorizzate, ma questo non risparmia le fregature ai turisti da parte di quelle che sono le agenzie “legali” che organizzano tour a prezzi strabilianti, ma con servizi e prodotti low cost se non addirittura scadenti!!!! A questo punto conviene credo rivolgersi a questi tour free o low cost , dai quali almeno hai quello che paghi.

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massimo brunzin 7 Marzo 2017 a 19:48

Mmm, mi dispiace invece che sia un endorsement troppo esplicito, – che le guide autorizzate siano fiscalmente immacolate da dove viene? -, comunque non all’altezza di Ytali. Una richiesta però mi viene: perchè non vi provate nel calcolo su quanto possa ammontare -l’evasione delle varie categorie che trasportano persone qua in laguna e che sono soggette a un regime fiscale molto discrezionale e a controlli inesistenti? Io dico che siamo nell’ordine delle centinaia di milioni, di evasione…

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marco f 22 Dicembre 2017 a 16:03

Articolo molto di parte con i “cattivi” non regolari e i buoni “col tesserino”. per chi non lo sapesse fare il “famoso tesserino” da guida è difficile sopratutto perchè, come sempre, è un magna-magna all’italiana.
Se bisogna inventarsi per campare … ben venga.

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pablo 11 Febbraio 2018 a 19:25

Certo che la foto davanti le pompe funebri non si augura

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Marco 24 Aprile 2018 a 13:23

Un articolo […] fatto palesemente da delle guide o amici di guide invidiose. I free tour sono gratis e nessuno induce a dare un bel niente, sono diffusi in tutto il mondo e il vostro atteggiamento […] non fa altro che capire come sia caduta in basso l’Italia. Ormai quasi tutti i free tour sono tenuti da guide o accompagnatori abilitati che fanno sia i loro tour a pagamento sia queste attività promozionali. Io sono del settore e vi posso assicurare che le mance che si intascano a fine tour le guide che hanno fatto i tour a pagamento sono tante, senza parlare delle mazzette illegali che prendono dai ristoranti, bar, bancarelle ecc, uno schifo di ipocrisia veramente. Inoltre in quanto associazione si ha tutto il diritto di prendere donazioni a fine tour, assolutamente non richieste e per vostra informazione, il direttivo di un’associazione può usare quei soldi per retribuire una guida o un accompagnatore e/o pagare le varie spese. In molti paesi europei per ovviare al problema fiscale si fa comunque pagare una tassa fissa annuale, calcolata sull’afflusso che si stima possa avere quel free tour e calcolando attorno i cinque euro a persona, non venti come dite voi. Ma questo è il paese delle ipocrisie e dei mafiosi, auguro a queste guide e al […] che ha scritto l’articolo di farsi un esame di coscienza!

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