Belpaese. La più brutta notizia degli ultimi 25 anni

YTALI
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La più brutta notizia di questi giorni. Anzi, degli ultimi venticinque anni. Se non lo è, è soltanto perché non è una notizia. Lo sappiamo tutti, infatti, chi non lo sa?, che il cemento si sta divorando ora dopo ora la campagna, i boschi, il verde, la natura. Tutto avviene sotto i nostri occhi, il delitto più grave in assoluto del nostro tempo. Più grave di tutti i crimini delle nostre cronache, perché quanto accade è irreversibile e irreparabile. L’Isis un giorno sarà sconfitto, la cementificazione no, resterà, se non se ne aggiungera altra. Non c’è un disegno, forse, ma tanto appetito e avidità, e tutto accade per la cinica insipienza della politica ma anche per il complice silenzio del grosso degli italiani.
Certo è che fa trasalire e infuriare, nella Giornata della terra, apprendere l’entità e la gravità del cancro che sta ammazzando quello che, a ragione, prima dell’arrivo dei barbari del mattone, era definito il Bel  Paese.

“Negli ultimi venticinque anni l’Italia ha perso oltre un quarto della terra coltivata (-28 per cento) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia ad appena 12,8 milioni di ettari”.

È quanto afferma Coldiretti in occasione della Giornata della Terra.La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico – prosegue Coldiretti – Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici, con precipitazioni sempre più intense e frequenti che il terreno non riesce ad assorbire”.

“Il risultato – continua Coldiretti – è che sono saliti a 7145 i comuni italiani, ovvero l’88,3 per cento del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni. L’agricoltura e l’allevamento segnano in modo indelebile il paesaggio italiano nelle diverse stagioni. Un valore aggiunto di armonia e bellezza per l’Italia che rappresenta anche un elemento di attrazione turistica distintivo del Belpaese”

“Per proteggere la terra e i cittadini che ci vivono, l’Italia – conclude Coldiretti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola”.

Se osserviamo il fenomeno nella sua dimensione europea, lo scoramento aumenta.

La superficie agricola europea, pari a 170 milioni di ettari. Cospicua. Per quanto ancora? Ogni giorno sono urbanizzati o degradati cinquecento  ettari di suolo europeo.
Negli ultimi cinquant’anni in Europa la superficie coperta di cemento e asfalto è raddoppiata, arrivando a venti milioni di ettari: due volte la superficie agricola italiana. Senza contaree i tre milio di siti contaminati, i dieci milioni di ettari gravemente danneggiati dall’erosione e i 14 milioni a rischio desertificazione.

In un appello rivolto al presidente della Commissione europea Claude Juncker, in vista dell’odierna Giornata Mondiale della Terra, si ricorda l’obiettivo delle Nazioni Unite di “fermare il degrado di suolo a livello globale entro il 2030” e si chiede alla Commissione stessa che faccia la sua parte e fermi il consumo di suolo sviluppando un quadro legislativo vincolante.

A lanciare l’appello “People4Soil”, a nome delle 500 organizzazioni che hanno aderito al network europeo (www.salvailsuolo.it).

Tornando all’Italia la task force formata da ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, LIPU, Slow Food e WWF denuncia l’impasse del progetto di legge nazionale contro il consumo di suolo, da tre anni rimpallato dalle commissioni delle due Camere e, da undicesima ci mesi, impantanato al Senato: “L’Italia per una volta poteva essere capofila europea, come primo Paese a darsi regole per il contenimento del consumo di suolo, ed invece quel provvedimento, che pareva sospinto da consenso unanime, sembra essersi infilato in un tunnel di cui ancora non si vede la fine”.

 

 

Belpaese. La più brutta notizia degli ultimi 25 anni ultima modifica: 2017-04-22T18:38:49+02:00 da YTALI
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