Non sarei esattamente attrezzato per commentare il risultato delle elezioni francesi; giornalisti, opinionisti, studiosi, economisti sono certamente più in arnese.
Voglio essere audace (parola poco usata in italiano, ripetuta più volte dal presidente Macron), perché sono molto contento di quel risultato elettorale.
Il mio angolo d’osservazione prende in esame la “rivincita dell’Europa”, che risulta essere la più significativa novità nella vittoria di Macron, (che invidia! Solo quarant’anni!) complimenti davvero presidente.
Io che lavoro da 45 anni ricordo bene i primi anni Settanta, la crisi petrolifera, le domeniche a piedi, le file ai distributori per il pieno.
E poi gli anni Ottanta, la ripresa spinta da un’inflazione a due cifre, il debito pubblico fuori controllo. La Bundesbank ci prestava i marchi solo previa consegna dell’oro della Banca d’Italia, dato in pegno.
E i primi anni Novanta, con un presidente del consiglio che nottetempo, una domenica notte, ci prosciugò un bel po’ di risparmi direttamente dai conti correnti bancari. “Ho mentito sapendo di mentire”, la sua postuma giustificazione.
A seguire il nuovo secolo, con almeno due grandi novità: internet e la globalizzazione dei mercati finanziari e delle merci. Nuove sfide sempre più difficili e complesse. Tant’è che i nodi son arrivati al pettine con la grave crisi del 2008; e noi, in Italia, non ne siamo ancora usciti, ma certamente non per colpa dell’Europa o dell’Euro. Altre sono le nostre gravi colpe! Falso dar la colpa ad altri…
Non riesco a immaginare uno scenario economico dei miei 45 anni di lavoro, se non ci fosse stata la realizzazione di una Europa politica ed economica.
Ricordo gli anni Settanta, le difficoltà per andar a fare una fiera all’estero. I documenti doganali! I controlli alle frontiere! I contratti in lire che ogni due mesi dovevano essere aggiornati ai nuovi cambi con le altre monete!
I prezzi delle materie prime quando l’inflazione era a doppia cifra!
Che ne sanno i “sovranisti” di queste storie!? Cosa conoscono dei problemi del lavoro, se non hanno mai partecipato a una fiera?! Mai varcato i cancelli di una fabbrica!?
Se non hanno neppure studiato la Storia dell’ultimo secolo in Europa!? Sì, la cara e vecchia Europa che ha partorito due tragedie mondiali, gulag, campi di sterminio, in meno di cinquant’anni, quand’era disunita!!
Hanno consapevolezza di ottant’anni di pace e benessere, mai visti e vissuti prima!?
Sottoscrivo parola per parola quanto affermato da Renzo Piano: “L’Europa unita non è farina del diavolo.
Certo così com’è non piace, va profondamente cambiata. Ma l’Europa è il nostro futuro, è l’unico posto in cui possiamo andare”.
Grazie, presidente Macron per aver fatto i primi passi in mondovisione, la domenica del trionfo con la colonna sonora dell’Inno alla Gioia. L’inno nostro, di noi orgogliosi d’essere europei. Così ci ha fatto partecipi, senza aver votato per Lei. Grazie di cuore.

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