Un esempio, tra i tanti, di vero malcostume politico? Eccolo, fornito da una legge della Provincia autonoma di Bolzano che annuncia e praticherà la “Riforma delle indennità per gli organi del Consiglio e della Giunta provinciali” varata nel maggio scorso. Formalmente questo provvedimento avrebbe dovuto interpretare la generale insofferenza (non solo nel Trentino-Alto Adige, figuriamoci) per i megastipendi del personale politico. E infatti un taglio delle indennità, sottoposte a tassazione, è stabilito nella prima parte della legge.
Ma poi c’è una seconda parte, incredibile. Alle indennità (ridotte) sono sommati, per dodici mensilità, dei rimborsi spese forfettari – esentasse – “per l’esercizio del mandato”. Si va dai 4.600 euro del presidente della Provincia, ai 3.300 del presidente del Consiglio, ai 4.100 del vicepresidente della giunta, ai 3.600 dell’assessore/a provinciale, e giù scalando sino ai presidenti di gruppo: se con almeno due componenti 1.100 euro, se con un solo consigliere 600.
Risultato, dal momento in cui la legge entrerà in vigore (cioè con la prossima legislatura, nel 2018), il signor presidente della Provincia autonoma di Bolzano percepirà uno stipendio lordo base di 10.500 euro maggiorato di 4.600 esentasse, rispetto all’indennità secca di 19.215 euro lordi erogata sino a oggi. Un guadagno secco di qualche migliaio di euro…
Per realizzare questo imbroglio il Consiglio si è appoggiato a due pareri. Uno dei componenti della Consulta per lo statuto speciale della regione autonoma: via libera. E un altro – un cosiddetto parere pro veritate – richiesto a un professionista, sulla sussistenza o meno dell’obbligo di recepire il decreto Monti del 2012, in particolare per la parte concernente la riduzione dei costi della politica, con riferimento alla sentenza della Corte costituzionale sui compensi dei… segretari comunali. La sentenza – è detto nel parere – non modifica la giurisprudenza costituzionale pregressa sull’applicabilità, nelle forme proprie dell’autonomia speciale, dei principi fondamentali fissati dalla legislazione statale.
In realtà, denuncia il deputato Riccardo Fraccaro nel chiedere al presidente del consiglio se non ritenga di sollevare la questione di legittimità costituzionale della legge:
i rimborsi forfettari per compensare la riduzione delle indennità lorde celano una misura surrettizia al fine di eludere la legislazione statale, mancando così di rispettare il parametro dell’unità economica della Repubblica e di attuare gli obiettivi di contenimento della spesa della pubblica amministrazione.
Nessun dubbio che se la Corte costituzionale fosse investita dell’impugnativa dello Stato annullerebbe la delibera del Consiglio provinciale di Bolzano. Ma solo se l’impugnativa ci fosse…

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