Quante sono le città che hanno concesso, a suo tempo la cittadinanza onoraria a Mussolini? E quante più tardi l’hanno revocata? Ma ci sono anche consigli comunali che hanno votato contro la revoca, e si tengono – con una motivazione storicistica – tra i loro concittadini quel duce che tanti lutti apportò al Paese. La questione è stata posta alla Camera dal segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, e da altri colleghi con una interrogazione che soprattutto chiede al ministro dell’Interno
Se non intenda valutare la sussistenza dei presupposti, anche mediante iniziative di natura legislativa, per revocare tutte le cittadinanze onorarie conferite a Mussolini
Come e quando nasce l’operazione di massa della cittadinanza onoraria al dittatore? Tra il 1923 e il 1924 centinaia di città italiane grandi e piccole, conferirono questo titolo a Mussolini per celebrare il primo anno della “rivoluzione” fascista o il decennale dell’inizio della Grande Guerra. Nel 1923 gliela concessero, tra le altre, Bologna, Firenze, Ravenna, Esperia, Aulla e Napoli, ma questa fu la prima, già nel ’44, a revocarla.

In un ritaglio di giornale del 1924 la notizia della cittadinanza onoraria conferita a Mussolini dal comune di Borgo a Mozzano (LU)
Altre – le più numerose – conferirono la cittadinanza il 23 maggio 1924, o nei giorni immediatamente antecedenti: il 23 lo fecero Aosta, Maenza, Laces, Moncalvo, Novate Milanese, Pisa, Rimini, Rombiolo, Sarno. Ma Torino, Bergamo, Anzola, Ronchi dei Legionari avevano fatto la loro parte alla vigilia di quel giorno. Perché l’indomani, il 24 maggio, ricorreva sì l’anniversario della prima guerra mondiale, ma soprattutto si insediava il nuovo parlamento eletto con la famigerata legge Acerbo in un clima di brogli, violenze, e intimidazioni inaudite.
La concessione di massa della cittadinanza a Mussolini potrebbe essere stata coordinata e pretesa dai vertici del partito fascista per ulteriormente impressionare le istituzioni e il re bloccando eventuali iniziative tese a ostacolare la prospettiva della dittatura. Solo Matteotti levò alla Camera la protesta contro gli abusi, le illegalità le violenze, chiedendo la sospensione di quasi tutti i deputati eletti nel “listone” fascista. Per quel discorso fu sequestrato e ucciso.
La vicenda delle cittadinanze onorarie (di cui si è persa memoria e spesso anche la documentazione) non è stata oggetto di specifiche ricerche storiche, eppure la loro concessione fu uno degli anelli di una catena di tragiche complicità, cecità, calcoli, vigliaccherie che portarono l’Italia alla catastrofe. Ma almeno qualche traccia è stata raccolta. Così risulta che negli ultimi anni ad imitare Napoli nella revoca della cittadinanza a Mussolini siano state almeno Firenze, Torino, Anzola, Aulla, Fossombrone, Maenza, Rivoli, Salorno, Termoli, Torre Pellice. Presto potrebbero farlo Pisa e Bologna.

La deliberazione del conferimento della cittadinanza onoraria a Benito mussolini da parte del comune di Montagna (BZ). Revocata nel novembre 2015
Altri comuni (tra questi Aosta, Brescia, Ravenna) hanno votato contro la revoca sostenendo che in questo modo si rischierebbe di far dimenticare le nefandezze del fascismo, vale a dire che la cittadinanza onoraria concessa in quegli anni apparterrebbe oramai alla storia e favorirebbe la riflessione su Mussolini e il fascismo, che sono stati già giudicati dalla storia. Fratoianni non la pensa così:
La revoca non rappresenta un approccio giacobino alla memoria, un’azione tesa a cancellare le tracce del passato. La revoca rappresenta una scelta in linea con la Costituzione repubblicana, perché non si possono onorare nello stesso elenco il fondatore del fascismo e chi lo ha combattuto, senza contare coloro ai quali la cittadinanza onoraria viene oggi conferita per l’impegno nel dare concretezza ai principi costituzionali.
La revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini che il Comune di Pisa gli concesse il 23 maggio del 1924 è in via di approvazione
Ecco allora intanto la richiesta di effettuare un censimento delle città che conferirono la cittadinanza onoraria a Mussolini e in quale data, e quante l’abbiano successivamente revocata. E, insieme, valutare se esistono i presupposti per una iniziativa legislativa che valga a risolvere la vicenda con la revoca di tutte le cittadinanze onorarie al dittatore.

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