Circa il diciotto per cento delle costruzioni realizzate nel 2015 risultano abusive. Il dato è in continua crescita. Il venti per cento dei fabbricati costruiti non rispetta le norma urbanistiche. Le regioni campioni dell’abusivismo sono: Sicilia, Campania, Calabria, Molise, con percentuali di abusi intorno al cinquanta per cento.
Si tratta di un esito congiunto di disattenzione e inettitudine delle autorità, dei connubi tra certe amministrazioni e la speculazione edilizia con annessa corruzione e dalla prevaricazione della criminalità organizzata.
Questo tuttavia è niente in confronto a quello che ci prepara il futuro. Accanto al sostanziale blocco dei condoni a livello nazionale, si sta sempre più sviluppando una politica di condoni selvaggi regionali e locali, all’insegna della riduzione del consumo di suolo.
Se da una parte è ovvio che il suolo va risparmiato, lo slogan consumo di suolo zero, che presuppone o meglio che lascia intendere la salvaguardia dell’agricoltura e ovviamente dell’ambiente, a me pare priva di senso, rispetto alle dinamiche urbane e alle trasformazioni delle città e alle dinamiche della stessa agricoltura.
Certo i vuoti vanno riutilizzati, lo si sostiene dagli anni Settanta, i terreni interstiziali devono essere recuperati, ma l’affermazione (disegno di legge approvata dalla Camera) sul consumo di suolo avrebbe bisogno di maggiore riflessione, maggiori analisi, qualche fondamento teorico, ecc. Il guaio è che si è trasformato in uno slogan che mostra oggi tutta la sua pericolosità.
Per risparmiare suolo alcune regioni condonano le mansarde trasformate e finanche le cantine. Ove queste ultime fossero incompatibili con gli standard di abitabilità si “suggerisce” di scavare e/o togliere soffitti per guadagnare i necessari centimetri di altezza. Questo avviene, per esempio, in Abruzzo, terra sismica, dove i terremoti spesso disastrosi e cruenti niente hanno insegnato alle autorità.
In Lombardia e Lazio i sottotetti possono essere condonati se trasformati in abitazioni.
La Campania, Regione gestita dal “compagno” Vincenzo de Luca, ha in corso di gestazione una legge che di fatto evita ogni demolizione di edifici abusivi (immagino perché così si risparmia suolo).
Chiudiamo con la Sardegna (governata dal centro sinistra) dove la nuova legge urbanistica in approvazione dal Consiglio regionale di fatto riduce drasticamente i vincoli posti dal piano paesaggistico circa l’inedificabilità di una fascia di territorio inferiore a trecento metri dalla costa.
Questa vicenda, e altre ancora, fanno giustizia del luogo comune (comune anche alla sinistra) secondo il quale il miglior governo è quello più fisicamente vicino ai governati: il “locale” come luogo della mobilizzazione popolare e per il raggiungimento dei migliori obiettivi.
Il locale sembra quanto mai permeabile a interessi locali non sempre legittimi e spesso contrari a ogni criterio di buon governo.
Ma la vicenda chiama in causa direttamente Gentiloni e Delrio che hanno la possibilità e il potere di impugnare questi provvedimenti perché contrari all’indirizzo nazionale. Lo faranno? C’è da dubitare.
Non convince che per risparmiare suolo bisogni incrementare l’abusivismo edilizio e condonare ogni abuso ed ogni costruzione irregolare.

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