Gino Paoli, nell’insolita veste di solo interprete, ci ha fatto conoscere le canzoni di Manuel Serrat (“Mediterraneo”), Jacques Brel (“Non andare via”), Piero Ciampi, Leo Ferré (“Col tempo”), Alain Barrière, Pablo Milanes (“Tengo”), Charles Aznavour (“Devi sapere”). Gli è sempre piaciuto spaziare tra autori affini. Una volta Paoli raccontò di aver tradotto con Brel quattro canzoni del cantante belga di lingua francese ma poi di averne sconsigliato l’incisione per il forte accento non musicale, facendo così impazzire la casa discografica. Qualche anno fa incise un cd dal titolo “Appropriazione indebita”, dove cantava canzoni di altri, da John Lennon a Pino Daniele.

Gino Paoli e Danilo Rea in sala d’incisione (https://exhimusic.wordpress.com)
In tempi recenti deve averci preso gusto a presentarsi al pubblico in versione da interprete con una voce sempre più particolare e bella, chissà anche per togliersi qualche sfizio dall’alto di una carriera ormai lunga sessant’anni e costellata da canzoni indimenticabili che fanno parte della storia della musica italiana. Nei recenti cd di jazz si è messo a cantare pure alcune hit in portoghese, spagnolo, inglese e francese.
Con Danilo Rea, eccelso pianista, ha trovato ormai una tale fusione da poter spaziare su un repertorio molto ampio che va dal melodramma alla canzone napoletana (il cd “Napoli con amore”). Questa volta il duo si ripresenta con il cd “3” appena uscito tutto dedicato alla canzone francese. Quattordici pezzi scelti con cura, dodici cantati in francese da Paoli. Un omaggio ad autori e chansonnier molto amati come Charles Trenet (è nota la predilezione di Paoli per lui), Jacques Brel, Gilbert Bécaud, Serge Gainsbourg, Léo Ferré.
La tracklist prevede: 1. La complainte de la butte; 2. La mer; 3. Quand tu dors près de moi; 4. Ne me quitte pas; 5. Les feuilles mortes; 6. Le déserteur; 7. Marie Marie; 8. Avec les temps; 9. Que reste-t-il de nos amour; 10. Ballade à Sylvie; 11. La chanson de Prévert; 12. Une belle histoire; 13. Non andare via; 14. Col tempo.
Dizione più che buona di Paoli che si conferma grande interprete e non solo grande autore, reinterpretazioni personali e suggestive, atmosfera da caveau, maestoso accompagnamento musicale come al solito di Rea, ascolto da effettuare più volte per apprezzare un prodotto di alta qualità. Unica pecca: la confezione troppo spartana delle Edizioni Parco della musica di Roma. Testi allegati, qualche nota informativa e un titolo d’insieme (“3” indica la terza collaborazione discografica Paoli-Rea) avrebbero arricchito ulteriormente questo cd da collezione.
Paoli, instancabile nel suo rinnovarsi e nel non risparmiarsi nel rapporto con il pubblico, ha già in serbo un’altra sorpresa. È un cd di pezzi paoliani inediti a cui l’autore tiene moltissimo e a cui lavora da tempo (“Su dieci pezzi che scrivo ne butto nove”).
La sua intenzione è stupire critici e fan (l’ultimo cd inciso con pezzi tutti paoliani risaliva a “Storie” del 2009). Eh sì, perché Gino Paoli – sulla soglia degli 83 anni – non ha nessuna voglia di abdicare al suo ruolo di decano dei cantautori o di ritirarsi. Pubblico, teatri e palcoscenico gli sono indispensabili. Per un artista sono qualcosa a cui è difficile rinunciare. Sono ingredienti che ricaricano le batterie.
A Roma l’appuntamento è il 15 dicembre al Parco della musica per presentare “3”.

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