“Ora la democrazia tedesca va difesa con le unghie”. Parla Birgit Kraatz

L’autrice di “Non siano nati eroi” analizza le cause della sconfitta della Spd e immagina per i socialdemocratici tedeschi un futuro in prima linea nella lotta contro la Afd.
MATTEO ANGELI
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Questa è l’ora più buia per la socialdemocrazia tedesca, con la Spd – il partito socialdemocratico di Germania – che alle ultime elezioni ha ottenuto il peggior risultato dal dopoguerra.

Come si è arrivati a questo record negativo e cosa attende la Spd nei prossimi mesi? Ne abbiamo parlato con Birgit Kraatz, giornalista e scrittrice, iscritta alla Spd dal ’74, corrispondente in Italia per più di trent’anni per Stern, ZDF e Der Spiegel e autrice del libro intervista con Willy Brandt “Non siano nati eroi”.

La firma dell’accordo di grande coalizione (16.12.2013)

Signora Kraatz, ci faccia un suo bilancio della passata legislatura. Cosa la Spd ha fatto bene e dove invece ha sbagliato?
Gran parte delle conquiste della grande coalizione sono state ideate e promosse dalla Spd. Questo vale sia per la passata legislatura che per il primo governo Merkel (2005-2009), quando i ministri socialdemocratici svolsero un ruolo decisivo nella gestione della grande crisi economico-finanziaria.

Merkel stessa sa che il buon andamento dell’economia tedesca è in gran parte il risultato delle politiche di Gerhard Schröder, delle sue riforme, il modello – per capirci – che Emmanuel Macron sta tentando di adottare ora in Francia.

Quando un partito fa una riforma illude un po’ il suo elettorato. Schröder pagò con la mancata rielezione e nello stesso modo si spiega che Merkel abbia perso un milione di voti solo a favore dell’estrema destra e questo a causa della questione dei rifugiati.

Da un lato, la Spd non ha spiegato bene la sua politica, dall’altro, non ha saputo distinguersi abbastanza perché Merkel ha avuto la tendenza a dare un aspetto socialdemocratico alla soluzione dei problemi del paese. Si pensi al salario minimo, alla pensione a sessantatré anni, al matrimonio per tutti, a una politica familiare che ha alleggerito le famiglie con meno tasse e più sussidi: tutte queste conquiste sono leggi fatte da ministri socialdemocratici.

Purtroppo viviamo in un’epoca dove la meritocrazia non è sempre un valore riconosciuto dall’elettorato.

Sigmar Gabriel (al centro) e Martin Schulz (a destra)

Martin Schulz era il candidato sbagliato per la cancelleria? Sigmar Gabriel, attuale ministro degli esteri, avrebbe potuto fare meglio?
Dopo aver lasciato in dicembre la segreteria del partito – una decisione molto sofferta – Gabriel, divenuto nel frattempo ministro degli esteri, è diventato il terzo politico tedesco più amato, dietro a al presidente della repubblica e al ministro delle finanze. Come candidato alla cancelleria, però, Gabriel era contestato, non si capisce in fondo perché.

Per quanto riguarda Schulz, va riconosciuto che quando venne votato alla testa del partito, all’inizio dell’anno, ottenne un voto unanime e nei mesi successivi ci furono più di ventimila nuovi iscritti, perlopiù giovani – un fenomeno mai visto prima e soprattutto mai visto quando era Gabriel a guidare il partito.

Io personalmente penso che come candidato sarebbe stato meglio Gabriel, ma l’opinione pubblica chiedeva un cambiamento e, da quando esistono i social media, tutto è un po’ meno razionale. I gusti dell’opinione pubblica cambiano da un mese all’altro.

Schulz in campagna elettorale

Così si spiega anche la fine dell’entusiasmo per Schulz, che a febbraio aveva spinto la Spd oltre il trenta per cento?
Per chi come me è membro del partito dal ’74 era difficile comprendere le ragioni di questo entusiasmo per Schulz. Sono tutti fenomeni molto difficili da spiegare, perché sono anche legati ai fenomeni digitali che influenzano l’opinione pubblica.

Schulz cosa ha sbagliato?
Schulz ha sbagliato a scegliere la “giustizia sociale” come tema principale della sua campagna. È sì vero che certi ceti non sono abbastanza considerati, come ad esempio chi lavora nel campo della sanità, che è spesso sottopagato nonostante in Germania manchino 250mila posti per badare ai malati, ma tutto questo è stato ignorato anche da Merkel, non si sa perché. Lei, in quanto cristiano democratica, ci avrebbe potuto pensare con la sua coscienza cristiana.

Cdu e Spd hanno perso così tanto a favore dei partiti più piccoli principalmente a causa di otto anni di grande coalizione.

Il prezzo più caro è stato l’ascesa dell’estrema destra, che è nata direttamente dalla questione dei rifugiati. Non va dimenticato che dal 2015 in poi la Germania si è trovata ad accogliere più di un milione di rifugiati, che hanno un tetto sulla testa ma non sono ancora integrati.

Questo ha provocato soprattutto nelle regioni della ex Ddr un senso di inferiorità, un’invidia sociale trasformata dall’Afd in un messaggio che fondamentalmente dice : “Adesso diamo la caccia a Merkel! Facciamo una commissione e imputiamo Merkel per la sua politica illegale verso i rifugiati”.

L’Afd è un partito che istiga senza avere proposte costruttive per risolvere i veri problemi della Germania. Il loro successo è ancora tutto da dimostrare. La scissione è in corso al vertice del partito. E poi, come faranno a mandare novantaquattro deputati in parlamento a Berlino? Non hanno personale. Manderanno il peggio del peggio?

24 settembre, Schulz dopo la chiusura delle urne.

La Spd ha fatto bene a dire che andrà all’opposizione?
Penso di sì, perché dopo otto anni di coalizione con la Cdu, la Spd è stata punita con un voto che vuole dire “basta con la grande coalizione”. La grande coalizione offuscava i meriti della Spd.

E poi, sarebbe fatale lasciare il posto del primo partito dell’opposizione tedesca all’estrema destra. Questi (l’Afd, ndr) sicuramente si inventeranno nel parlamento tedesco scene simili a quelle della Repubblica di Weimar! È giusto che in quel momento a reagire ci sia un grande partito, la Spd, con un passato nobile di centocinquant’anni, un partito che con i nazisti si è confrontato come nessun altro partito.

In ogni caso, è troppo presto per dire l’ultima parola sulla coalizione. Sentendo le voci delle ultime ventiquattro ore, non escludo che Merkel riesca a convincere la Spd a entrare in un’alleanza con i verdi o con i liberali.

Manuela Schwesig (a destra)

Martin Schulz è la persona giusta per guidare l’opposizione?
Sarebbe ingiusto punire Schulz, che si è presentato con piena disponibilità per fare un lavoro massacrante come la campagna elettorale in Germania, nonostante lui fosse sempre stato fino a quel punto sempre a Bruxelles. Là aveva un ruolo, era presidente. In campagna elettorale è stato diverso, ha dovuto scendere a valle e buttarsi nella mischia.
Dopo il risultato elettorale, il linguaggio politico è immediatamente cambiato. Si è assistito a battibecchi inimmaginabili durante la grande coalizione.

Non parlo solo di Schulz. Si pensi anche a Manuela Schwesig, stella nascente della Spd, presidente della regione Meclemburgo-Pomerania Anteriore e ministro della famiglia nell’ultimo governo Merkel. Quando subito dopo la chiusura delle urne i liberali le rinfacciavano la mancanza di responsabilità nella decisione della Spd di andare all’opposizione, ha chiesto loro se avevano paura, insinuando che forse temono di non riuscire a svolgere il loro compito di governo.

Anche il tono dei giornalisti adesso è diventato più aggressivo, hanno gettato il guanto di velluto nel trattare l’Afd.

Questo è un bene per la Germania. Ora finalmente è chiaro che la democrazia va difesa anche con le unghie.

“Ora la democrazia tedesca va difesa con le unghie”. Parla Birgit Kraatz ultima modifica: 2017-09-27T18:39:51+02:00 da MATTEO ANGELI
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