Roberto Speranza, l’asino di Buridano

GUIDO MOLTEDO
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Intra due cibi, distanti e moventi – d’un modo, prima si morria di fame – che liber uom l’un si recasse ai denti (Dante, Paradiso, IV, 1-3).

Per ora, l’unico effetto ottenuto dall’intervista di Roberto Speranza è quello di aver prodotto l’isolamento del suo gruppo politico.

L’improvvisa offerta di apertura di una trattativa con Matteo Renzi, dalle colonne della Repubblica, ha sorpreso (ma in fondo non più di tanto) molti dei compagni di strada incontrati dopo l’uscita dal Pd e la costituzione di Articolo 1-Mdp. E li ha molto irritati.

Quello che veniva ed è rimproverato a Giuliano Pisapia – il possibilismo nei confronti dell’odiato Matteo – ora è doppiamente rinfacciato a Speranza. C’è l’aggravante – rispetto all’ex sindaco di Milano – di aver dato la netta sensazione di muoversi seguendo la logica politica dei “due forni”, da accendere e impiegare a seconda delle convenienze.

Il risultato è che rischia di fare la fine dell’asino di Buridano. E con lui l’area politica di cui è leader.

La galassia della sinistra-sinistra – Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Possibile e i compagni del Brancaccio che fanno capo a Montanari-Falcone — vede nella mossa di Speranza la disinvoltura di chi è pronto a salire su un carro piuttosto che su un altro, sulla base di calcoli che sembrano puramente elettoralistici.

Constatata la difficoltà di superare una soglia di sbarramento, che non è neppure particolarmente alta, Art1-Mdp ha aperto il tavolo della trattativa con Renzi, con l’unico risultato di vedere deriso il suo capo, Speranza, da Renzi stesso (in Mezz’ora il segretario del Pd ha ripetuto una variante del “Fassina chi?” quando ha chiesto a Lucia Annunziata di specificare ai telespettatori chi è Roberto Speranza).

Risultato è che la sinistra-sinistra ora rompe gli indugi e procede in proprio. Da subito. Aprendo un proprio cantiere nelle varie realtà locali, che dovrebbe creare le condizioni di liste elettorali proprie.

A questo punto le carte in mano a Speranza-Bersani-D’Alema non sono particolarmente pesanti nel complicato gioco con gli interlocutori alla loro sinistra. C’è da aspettarsi nei loro confronti un trattamento non diverso da quello riservato a Pisapia a partire dal giorno dell’abbraccio con Maria Elena Boschi.

Sarà curioso vedere gli ex-Pd alla rincorsa della carovana messa in movimento da Acerbo-Fratoianni-Civati-Montanari-Falconi. Se sarà accolto, sarà l’ultimo carro del convoglio.

Roberto Speranza, l’asino di Buridano ultima modifica: 2017-10-23T20:36:08+02:00 da GUIDO MOLTEDO
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