Renzi, il match della sopravvivenza

Nel duello tv con Di Maio, martedì sera, chi ha meno da perdere è il segretario del Pd, leader considerato unanimemente in declino. Un suo exploit sul piccolo schermo equivarrebbe a un rilancio insperato
ALDO GARZIA
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Il privato (in questo caso La7 dell’editore Urbano Cairo) vince sul pubblico (la Rai). Con buona pace della politica e del sindacato dei giornalisti Usigrai di Saxa Rubra, che non ha fatto un’ora di sciopero in difesa di Milena Gabanelli auto-licenziatasi per mancanza di un incarico di rilievo.

Noi avremmo preferito confrontarci in una delle trasmissioni del servizio pubblico. Ma Di Maio ha scelto di sfidarci e ha scelto il luogo del confronto, Floris: fine della telenovela, noi accettiamo la sfida. Martedì sera Renzi sarà alle 21.30 in studio da Floris.

Lo ha annunciato su facebook Marco Agnoletti, portavoce di Renzi.

Sarà dunque su La7 l’occasione per misurarsi sul voto regionale in Sicilia e per avviare una campagna elettorale che si annuncia incerta e infuocata. I 5 Stelle accettano il ring del confronto senza esclusioni di colpi giocando una sorta di partita a poker. Se in Sicilia vincessero i grillini, domani sarebbe infatti la celebrazione del trionfo per l’esponente 5 Stelle: un modo di aprire con le fanfare e gli stendardi la campagna elettorale per la conquista di Palazzo Chigi.

Si è chiuso così il primo tempo della partita Di Maio-Renzi, in attesa del verdetto delle telecamere, degli esperti di match televisivi e del pubblico – quello che più conta – di domani sera.

Era stato Luigi Di Maio, premier in pectore per il Movimento 5 Stelle, a indicare la trasmissione “diMartedì” di Giovanni Floris su La7 come sede del braccio di ferro. Matteo Renzi, dagli Stati Uniti dov’era alle prese con un viaggio alla corte di Barack Obma, si era detto disponibile. Il Pd, storcendo inizialmente il muso per la sede proposta, insisteva perché fossero le telecamere della tv pubblica a portare la sfida nelle case degli italiani. Addirittura i componenti del Cda della Rai, in una missiva indirizzata a Roberto Fico, presidente della Commissione parlamentare di vigilanza su viale Mazzini, indicavano il servizio pubblico come “sede naturale” del faccia a faccia. Ma non l’hanno spuntata neppure loro.

A decidere sono stati gli “ascolti”. Floris batte in audience Bianca Berlinguer, da qui la decisione finale con l’ovvia esultanza di Enrico Mentana:

La scelta è la migliore possibile. Tacita la retorica sul servizio pubblico. I grandi confronti politici in Italia sono stati ovunque. Trovo sia retorica insopportabile dire che il luogo naturale fosse la Rai. Sono proprio contento che lo faccia Floris, e non ci sarebbe stato niente di male nemmeno se lo avesse fatto Berlinguer.

Renzi, si mormora per la verità, avrebbe preferito la cornice dell’inossidabile Bruno Vespa. Commentava alla vigilia della decisione definitiva lo staff piddino:

Il segretario preferirebbe Porta a Porta in edizione speciale, subito dopo il tiggì della sera, perché è la trasmissione che fa più ascolti. Renzi però vuole a tutti i costi fare questo duello televisivo e se Di Maio si impunta su La7 il confronto si farà dove vuole lui.

Per il segretario piddino, infatti, la sfida lanciata dal candidato premier pentastellato – nonostante il rischio di una sdentata – è  occasione da non perdere. Perché gli permetterà di mettere la sordina sull’annunciata batosta alle elezioni siciliane. Perché già da domani, lunedì, si comincerà a parlare del big match in tv piuttosto che delle polemiche interne al centrosinistra. E soprattutto perché Di Maio, scegliendo Renzi come avversario di punta, ha rilanciato di fatto la sua leadership nell’area del centrosinistra. Leadership che molti all’interno dello stesso Pd vorrebbero mettere in discussione (Cuperlo, Orlando, Franceschini).

La scelta non è stata tuttavia indolore tra i 5 Stelle, tra cui serpeggiano perplessità rispetto al guanto di sfida lanciato da Di Maio a Renzi. Per alcuni, la mossa rischia di resuscitare Renzi invece di dargli il colpo di grazia.

C’è chi sostiene inoltre che Di Maio si sia fatto vincere dalla voglia di dribblare lo scontro in tv con Maria Elena Boschi che avrebbe potuto tenersi intorno alle controverse vicende di Banca etruria, forse terreno più favorevole ai giustizieri grillini. Chi ha meno da perdere dal martedì televisivo è perciò proprio Renzi, leader considerato unanimemente in declino. Un suo exploit sul piccolo schermo equivarrebbe a un rilancio insperato.

Non resta che munirsi di coca cola, popcorn o patatine e mettersi davanti alla tv. Martedì sera, ore 21.30, non ci sono partite di calcio.

Renzi, il match della sopravvivenza ultima modifica: 2017-11-05T18:27:39+01:00 da ALDO GARZIA
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