The square. Se “l’altro” spaventa pure gli scandinavi

Palma d'oro a Cannes, il nuovo film dello svedese Ruben Östlund è un pugno ben assestato al perbenismo politically correct con cui di solito si affronta l’antico tema della “diversità”, che nella nostra contemporaneità ha il volto dei migranti
ALDO GARZIA
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La “questione migranti” divide socialmente in modo trasversale. E non è maneggevole con gli strumenti tradizionali della politica. Le divisioni sono inoltre più nel campo della sinistra, che si vuole democratica e accogliente, piuttosto che in quello della destra arroccata abitualmente contro novità e “diversi”.

La contraddizione è esplosiva, non risolvibile nell’immediato. Se si attua la politica del ministro Minniti, si viene denunciati dall’Onu per la condizione dei campi profughi in Libia finanziati con fondi italiani. Se non si frena il flusso dei migranti, programmandolo e integrandolo, gli umori delle società europee si spostano a destra come sta avvenendo a macchia d’olio.

Un film svedese mette il dito nella piaga. “The square ha vinto l’ultimo Festival di Cannes per il mix tra sceneggiatura, regia e recitazione. E anche per il pugno ben assestato – come solo la buona arte sa fare – al perbenismo politically correct con cui di solito si affronta l’antico tema della “diversità”, che nella nostra contemporaneità ha il volto dei migranti dalle culture e dai colori della pelle differenti. Ci piace infatti pensare che accoglienza, frontiere spalancate e integrazione siano connaturati al modello delle società democratiche europee, mentre aprono contraddizioni che non sappiamo padroneggiare.

Partiamo dalla trama del film. Christian è il direttore di un museo di arte contemporanea a Stoccolma. Divorziato, è padre di due bambine. “The Square”, una installazione museale molto semplice che delimita un piccolo spazio dedicato idealmente all’altruismo e alla condivisione di diritti e doveri. Il direttore, dalle idee democratiche e di sinistra, affabile nello stile, cambia umore e comportamenti dopo che gli vengono rubati portafogli e cellulare in una colluttazione apparentemente occasionale. Christian reagisce all’episodio in modo imprevisto, innescando nella sua vita una serie di eventi che lo gettano nel caos e nel disordine.

Una scena del film

Identificato il luogo dove si trova il telefonino in un quartiere-ghetto per immigrati di Stoccolma, consegna lettere intimidatorie a un intero caseggiato. Rientrato in possesso della refurtiva, picchierà un bambino che vorrebbe le sue scuse per la generica intimidazione ai genitori e non si curerà delle conseguenze delle sue percosse. Nel frattempo, l’agenzia che cura le pubbliche relazioni del museo propone una campagna-shock promozionale per la nuova installazione che manda in tilt esistenziale Christian: una bambina immigrata è fatta saltare in aria perché è l’unico modo per attirare l’attenzione dei passanti.

Con la regia del quarantenne Ruben Östlund, che ha iniziato la sua attività negli anni Novanta come regista di video sciistici per poi andare a studiare presso la Scuola di cinema di Göteborg, “The Square” è film satirico e di denuncia al tempo stesso:

Proprio come “Forza maggiore”, il mio film precedente, volevo fare un lungometraggio elegante che provocasse e intrattenesse con i suoi aspetti visivi e retorici gli spettatori. Tematicamente, si affrontano argomenti come la responsabilità e la fiducia, la ricchezza e la povertà, la potenza e l’impotenza, le crescenti convinzioni di un individuo e il declino di quelle della comunità.

Parlando con i giornalisti, il regista ha svelato la genesi del film. Nel 2008, in Svezia, è stato creato il primo centro residenziale ad accesso riservato per i soli proprietari: un esempio estremo di come i gruppi sociali privilegiati evitino le contaminazioni con chi è meno fortunato, metafora della nuova condizione europea in cui società sempre più individualiste non fanno altro che allargare il divario tra ricchi e poveri.

Elisabeth Moss e Ruben Ostlund

Östlund vuole ammonirci. La Svezia e la Scandinavia erano prime nella classifica ideale delle società egualitarie, ora non è più così. Disoccupazione, diffidenza culturale, paura della crisi economica e dei “diversi” spingono – pure nella patria del welfare più democratico e protettivo –  a diffidare dalla Stato e a rinchiudersi in se stessi.

In Svezia, le elezioni politiche si terranno nell’autunno 2018. Stoccolma – questo film lo dimostra – prova a resistere all’onda di destra che ha già conquistato i governi di Copenaghen e Oslo, favoriti dalla irrisolta questione migratoria. Il Partito dei democratici svedesi (Sd) adotta intanto sempre più idee care all’estrema destra anti-immigrati, mentre il movimento neo-nazista e anti-semita Nordiska Motståndsrörelsen (Nrm) prende piede in tutta la Scandinavia.

La Svezia, nove milioni di abitanti, solo nel 2016 ha accettato più richieste di asilo rispetto agli altri paesi europei: oltre centocinquantamila. I sondaggi, per ora, prevedono la riconferma del premier Stefan Löfven, leader del Partito socialdemocratico. Rispetto agli anni passati, Sd ha conquistato un consenso più ampio e i sondaggi prevedono che il suo candidato Jimmie Åkesson conquisti il terzo posto.

Sempre secondo i sondaggi, la compagine moderata e centrista guidata da Anna Kinberg Batra otterrebbe il peggior risultato della sua storia. Il Partito dei moderati solitamente era a capo dell’opposizione ma ha perso consensi da quando ha annunciato che potrebbe coalizzarsi con Sd in vista delle prossime elezioni. Il clima politico svedese non è detto tuttavia che non peggiori nei prossimi mesi favorendo la destra.

“The Square”, infine, che ha il solo difetto di essere troppo lungo (oltre due ore) e di indugiare in metafore, si sofferma su un’altra contraddizione dei nostri tempi: il “fare notizia”. L’agenzia di pubbliche relazioni incaricata di promuovere l’installazione museale voluta da Christian è convinta che si fa notizia solo suscitando scalpore e stupore. Tutto è ammissibile, pur di colpire il pubblico?

The square. Se “l’altro” spaventa pure gli scandinavi ultima modifica: 2017-11-21T22:44:06+01:00 da ALDO GARZIA
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