Più che sorpreso mi lascia stupefatto: la Lega promette l’abrogazione della legge Merlin che ha abolito da quasi mezzo secolo le case chiuse; e Berlusconi non solo ci mette il bollo ma a sua volta assicura che farà piazza pulita della legge sulle unioni civili. Più che sorpreso mi lascia stupefatto la non-reazione, anche minima, non solo del variegato schieramento di sinistra ma persino da quello schieramento liberal-democratico che è (o almeno era: dove stanno più i radicali) pronto a levare alti lai al sol sfiorare il minimo attacco ad elementari diritti civili.

Matteo Salvini, nel maggio 2015, con la trans Efe Bal promuove la raccolta di firme per un referendum per l’abrogazione della Legge Merlin
E che cos’altro è se non un diritto civile elementare quello di impedire il ritorno in vera e propria schiavitù di tante donne oramai da lungo tempo libere di esercitare, se lo vogliono, la prostituzione? E che cos’altro è se non un diritto civile elementare quello di consentire, attraverso una legge sin troppo prudente e anzi restrittiva, a due persone dello stesso sesso non solo di convivere (oddio, pretenderanno anche di vietare la convivenza?) ma di garantirsi una serie di diritti essenziali: le visite in ospedale, la facoltà reciproca di testare, ecc.
Ecco, pare a me che queste due minacce – per il valore in sé delle questioni, più ancora che per la loro effettiva realizzabilità – valgano in negativo assai più che le tante promesse elettorali miliardarie che, per quel che costerebbero, vanno dritte nel cestino del dopo-voto.

Salvini con Efe Bal e il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani, maggio 2015
Le promesse su case chiuse e unioni civili dicono enormemente di più. Esse dicono che si vorrebbero colpire alla radice i fondamenti di quel poco di avanzamento della coscienza civile che lotte tenaci, idealità di progresso, consapevolezza di grandi sofferenze umane hanno imposto. Insomma, sarebbe come se domani un Salvini o un Berlusconi si accorgessero che esiste anche una libertà di aborto (medici obiettori al 77 per cento consentendo) e persino una libertà di divorziare. Siamo lì, e non si tratta di esagerazioni.
Perché sui diritti civili non si transige, non si deve transigere. Tanto più su quelli, come ho già scritto, frutto di conquiste oramai acquisite nel senso comune. Per questo sono (solo io?), e resto (solo io?) tanto stupefatto dal silenzio che ha avvolto le proposte di Salvini & Berlusconi.
Qualcuno potrebbe osservare: ma sono sparate demagogiche come quelle sulle pensioni o sull’imposta di successione (da abolire solo per i ricchi). Eh, no: qui sono in ballo interessi morali, giuridici e soprattutto civili che vanno difesi nettamente, con intransigenza, prima che diventino “cose discutibili”. No, nessuna discussione se non per reagire alle infami proposte della destra tese a cancellare diritti inviolabili e persino irrinunciabili.
Ma chi reagisce? Perché tanto dibattito sullo sforamento dei vincoli Ue e manco una parola sulla riapertura dei bordelli e sul diniego delle unioni gay? Diceva Norberto Bobbio che “i nostri diritti non sono altro che i doveri degli altri nei nostri confronti”. Già, ma chi si ricorda di Bobbio? chi è costui?

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