[CITTÀ DEL MESSICO]
Non è per nulla bello questo teatrino della politica dove le parti sembrano già assegnate. E lo è ancora meno quando è il giornalismo a essere protagonista del teatrino con cronache che negano al lettore la verità dei fatti che coinvolgono politici e figure dello Stato.
Sono convinto che il racconto veritiero forse permetterebbe ai lettori di capire che cosa sta accadendo e ai giornali e anche ai giornalisti di avere una funzione che abbia a che vedere con un scopo che non sia quello di vendere i giornali, ma di essere un riferimento di valore, possibilmente civile.
Il caso specifico in questione si riferisce al viaggio in Messico della sindaca di Roma Virginia Raggi che ha scatenato ironie, sbeffeggiamenti con toni che mal si addicono ad un viaggio ufficiale di un alto rappresentante dello Stato italiano, sì perché Roma è la capitale d’Italia e il Comune di Roma è un pezzo dello Stato italiano. Però Virginia Raggi è presa in considerazione per essere un membro importante del Movimento Cinque Stelle che nel teatrino della politica è chiamato ad impersonare il ridicolo, l’incapacità e quella straordinaria proprietà che hanno i cinquestelle di essere quasi sempre fuori luogo e di fare scelte inopportune, per non parlare dell’uso improprio dei congiuntivi.
Dal mio canto, ho avuto il piacere di incontrare Virginia Raggi in Messico con due collaboratori che l’hanno accompagnata. Il gruppo ha dato la sensazione immediata e precisa di essere qui per partecipare ad una riunione di lavoro – la seconda edizione di #Women4climate – internazionale convocata appunto a Città del Messico lo scorso anno. Alcuni giornali italiani si sono semplicemente limitati a sottolineare che mentre a Roma nevicava, la sua sindaca Raggi si trovava in Messico per una riunione sul clima, facendo intendere che poteva forse essere altro, in mancanza di ulteriori specificazioni.
Ebbene Virginia Raggi ha partecipato al summit di “Donne per il Clima”, un gruppo di quaranta città del mondo impegnato su tematiche di politica ambientale. All’incontro hanno partecipato, oltre alla Raggi, le sindache di Montreal, di Salt Lake City, New Orleans, il sindaco e vicesindaca di Vancouver, la vicesindaca di Oslo e un nutrito gruppo di giovani imprenditrici e di change-maker a preminenza parigina e di Città del Messico. Erano presenti anche numerose sindache di un bel numero di città e paesi messicani e di altre nazioni.
La cronaca riporta che Virginia Raggi si è presentata con eleganza e semplicità, che ha introdotto l’intervento in spagnolo e con accento perfetto, per poi proseguire e concludere in inglese altrettanto perfetto. Ha esposto i temi con chiarezza, in modo professionale e mai sopra le righe, proprio come vorremmo facesse un rappresentante dello Stato. Una testimone italiana ha commentato che è la seconda volta che si sente orgogliosa di un politico italiano in visita in Messico.
L’altro italiano fonte di orgoglio è Sergio Mattarella, presidente della Repubblica. Sarebbe interessante controllare quali sono state le altre visite recenti di politici italiani in Messico e le note redatte in merito, dalle varie testate dello stivale.
Per dovere di cronaca, Virginia Raggi è stata la prima relatrice di lunedì 26 febbraio perché la situazione climatica di Roma richiedeva il suo rientro immediato. Nella relazione, ha illustrato la politica della capitale in materia di clima e le misure previste per affrontare i cambiamenti climatici. Il Comune di Roma, ha dichiarato la sindaca, ha in programma di mettere al bando i motori diesel entro il 2024, di potenziare il trasporto pubblico sostenibile e il car sharing, ritenendo inoltre, che risulta fondamentale il coinvolgimento dei cittadini nel progetto di “una città partecipata, sostenibile e resiliente”.
Ho incontrato la sindaca Raggi nella mattinata di sabato 24 in una colazione offerta dall’ambasciatore d’Italia; nel pomeriggio la delegazione romana aveva in programma la visita presso il Museo Nacional dove da qualche giorno è esposta la mostra con un’opera del Caravaggio e altri autori. Un’opera, un’eredità esposta al primo piano e distribuita in tre sale con altrettanti titoli (“Dall’Italia al Messico, l’eredità di Caravaggio”; “Le innovazioni estetiche: naturalismo, tenebrismo, teatralità”; “La buona fortuna”) realizzata anche grazie al contributo dei Musei Capitolini.
Domenica 25 febbraio, Virginia Raggi ha preso parte a una simbolica corsa di biciclette di 52 chilometri che si è svolta in città. La delegazione del Comune di Roma ha avuto modo di incontrare le autorità di Città del Messico e il suo sindaco Gabriel Mancera e di scambiare con loro punti di vista su temi di comune interesse. Mi pare che di tempo di svago come si addice a una vacanza, la delegazione non ne abbia proprio avuto.
E allora mi domando: ma perché per i nostri politici non deve valere il criterio della meritocrazia? Perché montare sempre il teatrino per mostrare stereotipi e comportamenti che allontanano i cittadini dalla politica? Perché non mi devo sentire orgoglioso del viaggio della sindaca di Roma in Messico?

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!
2 commenti
Me parece un comentario muy justo, al César lo que es del César. Nadie mejor que tú que estabas allí para tener la medida de como fue la visita. Mis parabienes.
Perché non dovrebbe sentirsi orgoglioso del viaggio della sindaca Raggi in Messico? Perché purtroppo non sono sufficienti la grazia e le capacità linguistiche, pur se lodevoli, o le dichiarazioni di intenti sul futuro. La realtà quotidiana del trasporto pubblico romano è peggiorata dopo più di un anno di giunta Raggi, e come lei ben sa un buon trasporto pubblico è la prima necessità per contrastare un utilizzo invasivo e dominante dell’automobile privata, fonte di inquinamento primaria. E quindi più che i buoni discorsi della sindaca, ci renderebbe orgogliosi poter citare invece i progressi della vita reale nella nostra città, cosa che ad oggi non riusciamo a fare.