Tasse. Cosa dicono davvero i partiti

Rimodulazione delle aliquote, flat tax, gli ottanta euro e altro ancora. ytali ha studiato i programmi elettorali delle forze politiche in vista del voto del 4 marzo.
MATTEO ANGELI
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Tra pochi Robin Hood e tanti sceriffi di Nottingham, anche nella campagna elettorale che viene per concludersi le promesse in materia di riforma del fisco l’hanno fatta da padrone. In particolare, molta attenzione nei vari programmi è riservata all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef): si va da Liberi e uguali che propone un aumento degli scaglioni, al Partito democratico e Movimento cinque stelle che ne vogliono una rimodulazione, fino al centrodestra che promette un’aliquota unica.

Ma chi ci guadagnerebbe e chi ci rimetterebbe se le varie proposte fossero attuate?

A guadagnarci quasi sempre sono sempre i più ricchi

è il verdetto dell’Associazione per la legalità e l’equità fiscale (Lef), che a pochi giorni dalle elezioni ha pubblicato uno studio in cui ha messo a confronto le proposte di LeU, Pd, M5S, Fi e Lega, calcolando gli effetti redistributivi sui contribuenti sia in termini di chi ci guadagna e chi ci rimette che in termini di sostegno ai ceti più deboli.

Con il supporto dei dati di questo studio, abbiamo passato in rassegna i programmi in materia di cambiamento dell’Irpef dei vari partiti, con un’attenzione particolare ai loro effetti redistributivi.

La proposta di Liberi e Uguali è esattamente l’opposto della flat tax del centrodestra: Leu propone, infatti, un aumento degli scaglioni di reddito, accompagnato da una rimodulazione delle aliquote, al fine di rendere il prelievo più progressivo.

Per la lista guidata da Pietro Grasso, gli scaglioni di reddito dovrebbero salire da cinque a otto, con un’aliquota zero fino a 1.500 euro di reddito, un’aliquota al 15 per cento per i redditi da 1.500 a 12.000 euro e, nella parte alta, due nuove aliquote, rispettivamente al 48 per cento per i redditi tra 70.000 e 300.000 e del 50 per cento per quelli oltre i 300.000 euro. Le aliquote intermedie sarebbero del 23 per cento (oltre 12.000 e fino a 20.000 euro), del 28 per cento (oltre 20.000 e fino a 28.000 euro), del 36 per cento (oltre 28.000 e fino a 40.000 mila euro) e del 42 per cento (oltre 40.000 e fino a 70.000).

Lo studio della Lef evidenzia che, in termini di effetti redistributivi, la proposta di LeU comporterebbe una riduzione del carico fiscale per i redditi fino a 40.000 euro – con il maggior vantaggio per i redditi di 30.000 euro, che beneficerebbero di un risparmio annuo medio di 481 euro – e un aggravio per quelli superiori, con i redditi oltre i 200.000 euro che pagherebbero 19.252 euro in più all’anno.

Due sono gli elementi chiave della proposta del Partito Democratico: le detrazioni a favore delle famiglie e l’estensione ai lavoratori autonomi del bonus degli 80 euro. Nel primo caso, si vuole introdurre una detrazione di 240 euro al mese per i figli fino a diciott’anni, che si riduce a 80 euro per quelli fino ai ventisei anni. Nel secondo caso, invece, il bonus di 80 euro per le partite iva riguarderà i redditi fino a 26.000 euro lordi.

Secondo il rapporto della Lef, a beneficiare di questa proposta sarebbero soprattutto le famiglie con figli, in particolare quelle con un reddito intorno ai 30.000 euro, che otterrebbero un risparmio medio di 512 euro annui, seguite da quelle con redditi di 20.000, con un risparmio di 453 euro annui. Più in generale, a pagare di meno sarebbero tutte le famiglie con un reddito fino a 75.000 euro, con, in quest’ultimo caso, un beneficio di 179 euro all’anno.

La proposta del Movimento Cinque Stelle prevede una riduzione degli scaglioni di reddito, che passerebbero da cinque a tre, e un rimodulazione delle aliquote, che verrebbero fissate al 23 per cento, al 37 per cento e al 42 per cento.

Tutti i contribuenti trarrebbero un leggero vantaggio da questa proposta, con l’eccezione di quelli nella fascia di reddito tra 10.000 e 20.000 euro, con un aggravio annuo di 234 euro per i redditi di 15.000 euro e di 401 euro per i redditi di 20.000, dovuto all’eliminazione del bonus degli 80 euro, che i cinque stelle vogliono togliere. Aggravio che, a dire il vero, dovrebbe essere assorbito dal reddito di cittadinanza.

Per quanto riguarda i vantaggi, questi sono relativamente contenuti. Si parla, per esempio, di 562 euro all’anno per i redditi di 30.000 euro o di 1.228 per quelli di 100.000.

La proposta di Forza Italia prevede un’aliquota unica, la cosiddetta flat tax, con aliquota fissa del 23 per cento e l’introduzione di una aliquota zero per i redditi fino a 12.000 euro annui, misure queste accompagnate dall’eliminazione di deduzioni e detrazioni. Questo significa che chi guadagna al di sotto di 12.000 euro l’anno non pagherà nessuna tassa, mentre chi ne guadagna, per esempio, 15.000 pagherà le tasse solo su 2.000.

Secondo l’analisi di Lef, si tratta di una misura di cui beneficeranno tutti i contribuenti. Tuttavia, il guadagno per i redditi bassi è abbastanza modesto, mentre diventa più significativo man mano che aumenta il reddito.

In tal senso, si va dai 58 euro medi l’anno per i redditi di 7.500 euro fino ai 27.000 euro per i redditi di 200.000 euro.

La proposta della Lega è quella che comporterebbe le maggiori distorsioni in materia di redistribuzione. Il partito guidato da Matteo Salvini vuole l’introduzione di un’aliquota unica al 15 per cento e l’eliminazione di tutte le deduzioni e detrazioni, con l’eccezione di una deduzione dal reddito lordo famigliare di 3.000 euro per ogni componente della famiglia.

Secondo gli esperti di Lef, gran parte dei risparmi andrebbero a favore dei redditi sopra i 30.000 euro. Per quelli sotto i 20.000 ci sarebbe, addirittura, un aggravio, destinato però a non scattare se il contribuente farà ricorso alla “clausola di salvaguardia”, che permetterebbe per l’appunto di optare per il sistema attuale in caso di aggravio del prelievo.

A rimetterci di più sarebbero i contribuenti con un reddito di 10.000 euro annui, che si troverebbero a far fronte a un aggravio medio annuo di 769 euro.

 

CHI MEDIAMENTE CI RIMETTE E CHI MEDIAMENTE CI GUADAGNA RISPETTO ALL’ ANNO D’IMPOSTA 2015

Confronto fra le proposte elettorali sull’Irpef dei partiti (Dati: Ufficio studi dell’Associazione per la legalità e l’equità fiscale)

Tasse. Cosa dicono davvero i partiti ultima modifica: 2018-03-02T15:16:31+01:00 da MATTEO ANGELI
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