Patty Pravo. I 70 anni della Diva Nicoletta

La sua canzone è nei tempi giusti, forse appena anticipati di un’Italia che cambia. Una Don Chisciotte che si mette sempre in sicurezza, per fare sberleffi al comune senso del pudore. E lo fa quando le porte della morale si sono appena socchiuse, non anticipa, dà solo qualche piccola spallata al pensiero corrente.
LUCIO FAVARETTO
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La ragazza gira la mano destra andando a tempo, muove il bacino con una nuova grazia e una nuova forza. Ha capelli biondi, statura minuta, un bel corpo. Canta con tutto il corpo. Ha lo sguardo ironico, si mette in gioco, s’acconcia, cambia look a ogni disco, è ragazzina, poi signora, poi esistenzialista, poi rock. Come Rossella Falk nella divertente commedia ”Nostra Dea” di Massimo Bontempelli che racconta a teatro una donna che a ogni vestito che indossa cambia personalità, così Nicoletta Strambelli cambia vestito e modo di fare a ogni nuovo disco. Si sposa e divorzia un sacco di volte, è sempre sui rotocalchi femminili per gli amori brevi, la ragazza arriva giusto nel momento della liberazione sessuale in Italia, arriva forse con leggero anticipo. Fa da apripista. Interpreta di canzoni scritte da vari e grandi autori della canzone italiana.

La ragazza nelle interviste è timida, s’inceppa, a volte ha una “r” moscia come se fosse stata catapultata da Parigi all’Italia. Ed è sempre in recita, come fosse l’autrice di se stessa, anche quando deve rispondere alle domande più banali. È sempre pronta per un nuovo soggetto che spiazza nel look e nelle acconciature la vista del suo corpo. Patty Pravo è un corpo che cambia come cambia il suo repertorio. È trasgressiva nei comportamenti personali ma non è mai volgare nei modi. La ragazza diventa un’icona gay: è più donna delle donne normali, è quasi un alieno iperfemminile che piace alla comunità. È una donna “travestita” da donna, più femminile della femminilità. Un’iperbole.

Canta canzoni che segnano la storia dell’amore in questo paese. Perché anche l’amore e le sue modalità di espressione sono frutto dei tempi. Sono canzoni belle, gli autori sono bravi, sono legioni di scrittori e lavorano pensando alle canzoni per lei.

Va in Francia, canta Ferré, Brel, Brassen, si veste si comporta si muove da esistenzialista. Dalla canzone popolare passa alla critica radicale alla vita che fu degli esistenzialisti della rive gauche della Senna, e canta sempre l’amore, canta storie d’amore che diventano la colonna sonora di un sentire le relazioni d’amore di almeno tre generazioni.

Le viene perdonato tutto. Il fatto che, dal vivo, col tempo scenda di qualche ottava, la sua immagine tra l’elegante e il dissacrante è ovunque, ma lei non c’è mai. Non fa sapere mai chi è Nicoletta Strambelli nata a Venezia e finita a Roma, a Parigi, in America, persino in Cina. Tra Jimi Hendrix e il Piper. La sua canzone è nei tempi giusti, forse appena anticipati di un’Italia che cambia. Una Don Chisciotte che si mette sempre in sicurezza, per fare sberleffi al comune senso del pudore. E lo fa quando le porte della morale si sono appena socchiuse, non anticipa, dà solo qualche piccola spallata al pensiero corrente. Non parla mai di politica, non si rivela. E, ripeto, si traveste. Ogni album è un diverso travestimento. Appare per prima senza reggiseno nelle foto dei rotocalchi, appare ma non si fa conoscere se non come Diva, misterioso essere venuto a cantare cose che la gente italiana non aveva mai sentito. È “Pensiero stupendo”, è “Non andare via”, è “Col tempo”. Canterà una delle più belle canzoni scritte per lei da Vasco Rossi: “Dimmi che non vuoi morire”.

È il tempo di Diabolik dove un ladro è un’eroe, del sesso cantato da Battisti-Mogol, persino annuendo a un triangolo nel pezzo magistrale di Fossati “Pensiero stupendo” “…e tu e lei e noi e lei adesso sa che vorrei”. Si rivolge comunque, forse inconsapevolmente, a un pubblico non giovanissimo in grado di stabilire i legami tra le parole e i fermenti sociali che le formano. La sua musica è sostanzialmente melodica, le sue canzoni possono essere tranquillamente cantate dal suo pubblico. Milioni di dischi venduti.

Ultimamente molti bravi autori hanno scritto per lei. In ogni periodo si è avvalsa delle menti migliori per farsi scrivere canzoni. E non teme la critica della gente, la sbertuccia, la sbeffeggia già solo nel fatto di precederne i costumi.

Sono settant’anni Nicoletta, a casa t’ascoltavano i miei, mia sorella, e ora piaci ai giovani. Magari per criticarti, magari perché stravedono per te, magari perché non hai settant’anni che racconti di compiere. Chi lo sa se è vero che ne hai settanta… e come dice una tua canzone…: “magari fosse vero”. Auguri Nicoletta.

Patty Pravo. I 70 anni della Diva Nicoletta ultima modifica: 2018-04-10T12:58:56+02:00 da LUCIO FAVARETTO
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