Buon segno che Venezia sappia ancora raccontarsi. Che ne abbia voglia, nonostante tutti i suoi guai, e che lo faccia magari con quel dono prezioso che non batte moneta pur restando un tesoro: l’ironia. Da una generazione all’altra, gli occhi del presente su un passato che è appena ieri e che deborda nell’oggi, interrogandosi magari, più o meno apertamente, sulla Venezia di domani, a proposito della quale – per paura, per scaramanzia o soltanto per rassegnazione – poco o nulla solitamente si dice, quasi che il futuro altro non possa essere che la prosecuzione inerte del presente. Non è sempre stato così, non è detto che sempre lo sia.
Ne parliamo alla vigilia di un nuovo format destinato a trovar posto nei programmi dall’Ateneo Veneto, grazie alla sensibilità e alla piena disponibilità del suo neo presidente, Gianpaolo Scarante.
Il ciclo – per ora tre appuntamenti, da qui a ottobre, poi si vedrà – s’intitola Storytelling – Racconti veneziani, incontri e proiezioni occasionati da una felice congiunzione produttiva in quel campo che ancora chiamiamo cinema ma che va abbondantemente al di là della forma-film tradizionalmente intesa. Produzioni locali e assolutamente indipendenti, per volontà e necessità.
Diverse modalità di cinema per così dire “espanso” fanno la loro comparsa già in questa prima serie di storytelling, a riprova di quanto sia oggi versatile – anche a Venezia – il panorama del raccontare per immagini in movimento.
Si comincia lunedì 21 maggio con Resista chi può… Un Franceschet tira l’altro dove l’approccio autoriale di tipo documentaristico di Vite Vitae s’accompagna al disincanto ironico della webserie giovanilista Rugagiuffa, seguitissima in città e già alla sua terza stagione (si vedranno gli episodi finali della terza serie). Regia in entrambi i casi del giovane filmmaker Silvio Franceschet, che in Vite Vitae racconta del padre Flavio, assai noto in città anche per le sue battaglie politiche, nel film pensionato allegro e pittoresco che si occupa di recuperare vigne abbandonate insieme agli altri membri dell’associazione culturale “Laguna nel bicchiere, le vigne ritrovate”.
La vendemmia che vediamo nel film è quella felicemente in scena all’interno del cimitero nell’isola di San Michele, dove vita e morte s’incrociano quasi magicamente. A un anno dalla prematura scomparsa di Flavio, la proiezione dell’Ateneo sarà anche un mondo per rendergli omaggio e dirgli grazie.
Quanto alla serie Rugagiuffa, la potremmo definire un must se Pala, Mala, Loren e gli altri ragazzi del collettivo non ci prendessero, giustamente, a secchiate: le storie di alcuni giovani veneziani alle prese con le vicissitudini che ogni giovane d’oggi deve affrontare, tra case in affitto, lavori non trovati e amori che muoiono prima ancora di cominciare.
Il tutto a Venezia – scrivono gli autori – città che storicamente ha ospitato set cinematografici e televisivi di ogni genere, e qui volta al mondo del web, senza però quella patina da cartolina con cui è solitamente raccontata. Esiste infatti una città che vive di quotidianità straordinarie, di tradizioni riadattate, di stereotipi messi in crisi.
E loro ad abbattere i monumenti delle banalità cittadine non ci pensano due volte: provate a guardarvi l’invito all’evento che gira su Youtube, con il Pala visibilmente provato che inneggia all’orgoglio “veneto” dell’Ateneo…
Altri due appuntamenti in autunno: venerdì 28 settembre I film di famiglia di Serena Nono, originalissima ricostruzione biografica di una personalità della statura di Luigi Nono attraverso il montaggio di inediti home movies girati in famiglia ed in giro per il mondo, lì dove la musica e la passione politica portavavano Gigi. Bellissime immagini inedite di un Festival nazionale dell’Unità alla Giudecca, fra le tante preziosità, nei luoghi dove oggi opera l’Archivio e si tiene ogni anno, in autunno, un festival dedicato al suo lavoro e alle sue idee.
Infine venerdì 26 ottobre l’ormai famoso e tutt’altro che occasionale, nonostante le apparenze, ritrovarsi dei fratelli De Luigi nella saga “maledetta” di Gogò Bianchi I sommersi, impagabili interpreti di se stessi in un film dalle mille sorprese.
Raccontare Venezia dal di dentro, nel farsi e magari disfarsi di idee e progetti, nel vissuto di chi c’era e faceva, di chi c’è e fa. Dando conto anche di rotture e di stravaganze, di utopie e di sogni, di lotte e di fatiche: tutto ciò che – in soggettiva – contribuisce a fare di una città qualcosa di molto più complesso delle sue bellezze e della sua stessa Storia. Storie, piuttosto, per recuperare un senso di comunità che va rivendicato e riconquistato di continuo. Anche quando il peggio sembra avere la meglio. Con il cinema è più facile: realtà, finzione, ricordi, memoria, immaginario, immaginazione… Buio in sala, Venezia si racconta.
Proiezioni alle ore 17.30 nell’Aula Magna dell’Ateneo Veneto (campo San Fantin).
Ingresso libero sino ad esaurimento posti. Presenti in sala autori e interpreti.

Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!