Conclusione imprevista. Niente governo giallo-verde, elezioni anticipate in vista. Il muro contro muro è avvenuto su Euro ed Europa. Per il Quirinale, su quei temi e trattati non si scherza: si può correggere ma con molto giudizio. La candidatura prendere o lasciare di Paolo Savona al ministero dell’economia non ha convinto Mattarella, che chiedeva elasticità di proposte.
Ora lo scenario è incandescente, da ennesima resa dei conti. E si vocifera addirittura di impeachment contro il capo dello stato da parte di M5S e Lega per non aver dato semaforo verde senza discutere. Annotava realisticamente Massimo D’Alema chiacchierando con Piero Grasso ai margini dell’assemblea nazionale di sabato scorso di Liberi e uguali: “Se si va alle elezioni per un veto su Savona, questi prendono l’ottanta per cento”. “Questi” sono ovviamente Lega e M5S che useranno i bazooka in campagna elettorale.
Nel primo pomeriggio di domenica il professor Savona rompeva il silenzio con una nota in cui spiegava cosa pensa di euro e Unione europea. Precisava:
Occorre ridurre il debito non con l’austerità bensì con la crescita…Voglio un’Europa diversa, più forte, più equa.
Savona chiariva che secondo lui occorre rimanere nell’alveo dell’Europa e dell’euro ribadendo però una propria convinzione: gli impegni presi saranno perseguiti non con i tagli ma attraverso la crescita economica. La nota doveva servire a riportare il sereno dalle parti di chi limava i nastri di partenza del “governo del cambiamento” e a dissipare il pessimismo.
La situazione non si è invece sbloccata. Troppe vaghe le affermazioni del candidato al dicastero dell’economia. Il pallino era rimasto nel frattempo nelle mani salde di Salvini, che non ha ceduto di un millimetro: o Savona o elezioni. Da qui l’implosione. E poi una dichiarazione del presidente Mattarella che ricordava la fragilità della nostra economia, la necessità di proteggerla e di difendere l’Europa dell’Euro. “Prenderò una iniziativa”, ha concluso il capo dello Stato annotando che il potere di sciogliere le Camere resta nelle sue prerogative.
La vicenda si era colorata di questioni di principio: le istituzioni europee possono storcere la bocca di fronte ai nomi che compongono la lista dei ministri di un governo nazionale fino a condizionarne la formazione? Qual è la più diffusa interpretazione della Costituzione sugli articoli relativi ai poteri del capo dello Stato? Esistono ancora vincoli nazionali da rispettare rispetto a quelli internazionali? Mentre il pallino rimaneva nelle mani di Salvini (“O Savona o elezioni”), si è arrivati al crack.
L’Europa così com’è non piace ai più, meglio prenderne atto: troppi vincoli, troppa burocrazia, troppa egemonia tedesca. Questo è uno degli argomenti che premia il “sovranismo” e che fa pendant con il “no” agli immigrati per sfondare a destra. Gli argomenti euroscettici hanno ormai conquistato anche settori della sinistra con sfumature diverse (Fassina, Boccia, D’Attorre, eccetera). Come rifare l’Europa è diventato perciò tema centrale. Nelle prossime settimane può accadere di tutto.

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