Il Roland Garros è uno degli eventi francesi più mediatizzati. Non solo perché si svolge in una delle più belle città del mondo, Parigi, ma anche perché “è un pilastro del patrimonio sportivo francese, esattamente come il Tour de France” , come ha ricordato qualche giorno fa François Brabant (France Télévisions). E poi come Wimbledon, il Roland Garros è la storia del tennis. Si è svolto quasi regolarmente ogni anno dal 1891, salvo l’intermezzo dei periodi bellici (durante la seconda guerra mondiale, lo stadio divenne uno dei tre centri parigini in cui il regime di Vichy deteneva gli oppositori).
Inizialmente noto come Championnat de France e riservato ai tennisti francesi, nel 1925 venne aperto ai tennisti di tutto il mondo. Ma è nel 1928, con la costruzione dello Stade Roland Garros che nacque il torneo internazionale come lo conosciamo oggi. E grazie ad una competizione con gli americani, in una di quelle storie che ha alimentato il mito del tennis. Infatti nel 1927, quando i “quattro moschettieri”, i francesi Jacques Brugnon, Jean Borotra, Henri Cochet e René Lacoste (il fondatore dell’omonimo marchio) sconfissero a Philadelphia gli americani, vincendo la coppa Davis, gli statunitensi chiesero la rivincita. La città di Parigi si fece quindi carico della costruzione di un nuovo stadio dove potesse svolgersi la sfida di “ritorno”. La sezione di rugby dello Stade français cedette quindi una parte dei suoi terreni per la costruzione dello stadio di tennis, a condizione che la nuova struttura portasse il nome di una delle personalità legate allo società: Émile Lesieur, atleta e presidente della società sportiva, propose quindi il nome dell’aviatore e caro amico Roland Garros, morto nel 1918 sulle Ardenne durante un combattimento aereo.
Per la cronaca, gli americani non ebbero vita facile. Nel 1928, e per i quattro anni seguenti, non riusciranno a battere i “quattro moschettieri”.
È però negli anni Settanta e Ottanta che il Roland Garros diventa uno dei più grandi tornei internazionali. Nel 1968 diventa il primo torneo “Open” del Grande Slam. Prima di allora i quattro grandi tornei – il Roland Garros, Wimbledon, gli Open degli Stati Uniti e quelli di Australia – erano riservati solo ai giocatori non professionisti. Grazie alla levatura dei professionisti che parteciparono al Roland Garros, l’importanza del torneo crebbe. Grazie a Bjorn Borg innanzitutto. Il tennista svedese vinse sei titoli (1974, 1975, 1978, 1979, 1980, 1981). E, tra le donne, grazie a Chris Evert (1974, 1975, 1979, 1980, 1983, 1985, 1986) e Monica Seles (1990, 1991, 1992).
Il Roland Garros è dunque la storia del tennis. Ma non solo. Perché uno dei fattori di attrazione del Roland Garros rimane proprio il campo di gioco. Come ha osservato ancora Brabant, al Roland Garros
[…] c’è quel french touch che cambia tutto. I quattro tornei (del Grande Slam, ndr) hanno tutti la loro specificità ma i due più affidabili rimangono Roland Garros e Wimbledon, grazie soprattutto alle loro superfici di gioco, fuori dal comune.
Wimbledon è celebre per il campo da gioco in erba, che consente uno stile di gioco più offensivo, poiché il manto erboso fornisce alla palla un rimbalzo più basso. Ma la superficie in terra battuta (rossa) è l’elemento che contraddistingue il torneo del Roland Garros. E sulla terra battuta, la forza fisica è molto importante: la palla infatti rallenta al contatto con la superficie. Il tipo di terreno favorisce quindi il gioco da fondo campo e, appunto, l’uso di una maggiore forza fisica con cui respingere la palla in campo avversario.
Proprio le caratteristiche del terreno del Roland Garros hanno impedito che vincitori delle altre competizioni del Grande Slam potessero trionfare facilmente a Parigi. Grandi campioni come Sampras, McEnroe e Connors non hanno mai vinto a Roland Garros. Negli ultimi quarant’anni l’unico atleta uomo che è riuscito a vincere più volte il Roland Garros e le altre competizioni del Grande Slam è l’attuale numero uno della classifica ATP: lo spagnolo Rafael Nadal. Il favorito anche quest’anno. Le donne che sono riuscite a vincere più volte il Roland Garros e gli altri tornei del Grande Slam sono più numerose: Serena Williams, che è presente anche quest’anno, Steffi Graf, Martina Navrátilová, Chris Evert e altre.
E anche quest’anno, le attese sono molte. E molte le storie personali degli atleti da seguire. Novak Djokovic è tra questi. L’atleta serbo torna a giocare in uno dei tornei del Grande Slam dopo un lungo infortunio al braccio.
E poi The Queen Serena Williams, che è oggi mamma di una bimba di otto mesi e torna a giocare al Roland Garros.
E infine Rafael Nadal, che ha vinto il Roland Garros dieci volte: dal 2005 al 2008, dal 2010 al 2014 e infine nel 2017. Kevin Kim ha detto di Nadal che
Giocare contro di lui a Roland Garros, è un po’ come essere nel bel mezzo del Sahara senza cibo e senz’acqua. Ci sono pochissime possibilità di salvarsi.
Perché la terra rossa è il campo di gioco di Nadal.
Certo viene da alcune sconfitte. A Madrid è stato sconfitto dall’austriaco Dominic Thiem e a Roma dal tedesco Alexandr Zverev. Ma questo significa poco. Perché il tennis è soprattutto un gioco mentale e Nadal vuole vincere anche quest’anno. Georges Deniau ha detto di Nadal che
[..] le sue qualità mentali non si limitano alla volontà di vincere […] ma si allargano al suo comportamento che è quello di un giocatore che ha chiaramente ricevuto un’educazione e dei valori di primo livello. È nobile nella vittoria e nella sconfitta. Ed è davvero difficile vederlo abbandonare. Se deve farlo, è perché semplicemente non c’è altra soluzione […] È un combattente come pochi nella storia del tennis.
Batterlo anche quest’anno sarà difficile.

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