Un po’ ministro, un po’ leader di partito. Matteo Salvini si divide in due nel suo tour domenicale in Sicilia. Come ministro prova ad ammorbidire i toni, come capo della Lega fa promesse ai siciliani e torna a sfidare l’Europa. Comunque, una domenica al “fronte”. “Sui migranti non terremo una linea dura, ma di buon senso”, afferma il Salvini-ministro intervenendo a Catania ad un’iniziativa elettorale con il candidato sindaco del centrodestra. Anche se questo non significa che la “ruspa” più volte evocata dal leader leghista resterà parcheggiata, anzi. Ma nel suo ruolo di leader di lotta e di governo, il neo ministro dell’Interno deve fare i conti con la realtà dopo che i funzionari del Viminale gli hanno spiegato che il piano di espulsioni di massa non è realizzabile.
Un tema, quello della riduzione del numero di migranti irregolari sul territorio, comunque evocato nel corso della tappa siciliana del tour elettorale:
Basta alla Sicilia campo profughi d’Europa. Non assisterò senza far nulla a sbarchi su sbarchi su sbarchi. Servono centri per espellere.
Ma anche intese con i paesi di origine, perché non si può rimandare nessuno in un paese non disposto a riaccoglierlo. E perché , ha spiegato, la linea è comunque quella di prevenire le partenze, anche per evitare naufragi che trasformano “il Mediterraneo in un cimitero”.
La vita – sottolinea il leader della Lega – è sacra e per salvarla bisogna evitare che le persone salgano sulle carrette del mare. Farò di tutto lavorando con quei governi, per evitare le partenze di “quei disperati che pensano che c’è l’oro in Italia quando invece non c’è lavoro per gli italiani”. Poi un attacco all’Europa da cui “arrivano novità dannose” perché “ci daranno più immigrati, Spagna e Francia lasciano gli oneri all’Italia”. E ancora:
Sono stato al Viminale e ho aperto diversi fascicoli. Ho scoperto che in Italia il costo di assistenza per i richiedenti asilo è il più caro d’Europa e i tempi di rilascio delle autorizzazioni i più lenti.
Ha aggiunto poi:
Daremo risposte concrete. Limitare sbarchi e aumentare le espulsioni significa salvare vite, lo dico semplice così lo capisce anche Saviano. Occorre chiudere il business della malavita sula gestione migranti. La polizia sta facendo un grandissimo lavoro.
Dello scrittore e giornalista che commentato con durezza le sue parole da Vicenza sulle ong, Salvini replica:
Querelo raramente ma oggi lo faccio volentieri nei confronti del signor Saviano che non può permettersi di dire di me che qui si tratta di un uomo che vuole far annegare le persone.
Poi il titolare del Viminale ripete quanto già detto nei giorni scorsi:
Martedì non andrò all’incontro con i ministri d’Europa, sarò al Senato per votare la fiducia al governo.
In un video, Saviano aveva definito “disgustose” le parole di Salvini su migranti e ong. “Invitare il ministro Salvini ad avere maggiore educazione e capacità di comprensione sembra impresa inutile”, aveva sostenuto Saviano sottolineando che non si può permettere di insultare le organizzazioni che salvano vite.
Per concludere con un appello alle donne e agli uomini delle istituzioni:
Disobbedite a questo ministro dell’interno, quest’uomo vuole fare annegare le persone. Salvini non ha risposte sull’immigrazione, ma solo generica repressione […] utilizzeremo tutti gli strumenti della democrazia per fermare queste fanfaronate, per fermare tutta la violenza di Matteo Salvini.
Al ministro e collega di partito si rivolge, con accenti non propriamente da encomio, l’ex governatore della Lombardia, Roberto Maroni. Dalle colonne di Repubblica, Maroni, due volte ministro dell’Interno, afferma che Salvini al Viminale
Non deve fare grandi annunci e fare troppo il politico. Gli ho posto il problema dell’opportunità di fare il ministro e insieme il segretario federale della Lega. Fare il ministro dell’Interno nel modo giusto vuol dire stare in ufficio dalle nove del mattino alle ventuno di sera. Quel rango richiede una riservatezza che altri ruoli non richiedono. È il responsabile unico della sicurezza nazionale. Non può mettersi a fare proclami tutti i giorni, cosa che invece farà Di Maio.
E ancora, “l’immigrazione è un tema complicato. Rimandare a casa i migranti non è così semplice”, prosegue Maroni.
Devono essere rimandati nei paesi di origine, non di provenienza. Con la Tunisia è facile, non con la Libia. Consiglierei prudenza, prima di dire ne rimandiamo a casa centomila.
Altra tappa impegnativa nella domenica siciliana di Salvini, è quella di Pozzallo: il vice premier ha avuto un faccia a faccia con il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna prima del suo arrivo all’hotspot della città ragusana, dove ad attenderlo c’era anche un gruppo di manifestanti.
Ho detto al ministro che Pozzallo vuole essere una città di accoglienza e legalità. Non ho condiviso le sue parole di ieri ma l’incontro è stato rassicurante,
spiega il sindaco, esponente del Pd. Che rimarca le parole di Salvini: “La Sicilia non è un campo profughi d’Europa, qui ci sono spiagge piene e turisti”.
Chiamata in causa dal vice premier italiano, l’Europa risponde.
Serve una risposta europea alla questione immigrazione, dobbiamo costruire una risposta accogliente, umana e umanista […] Non siamo allo scontro ma le risposte nazionali non esistono. Ci sono differenze nell’approccio ma serve una decisione comune.
afferma il commissario europeo Pierre Moscovici, ospite di Mezz’ora in più su Rai Tre. Quanto a Salvini, il commissario francese rimarca:
Salvini da domani sarà il segretario del suo partito ma sarà anche un ministro e dovrà cercare soluzioni comuni con i suoi partner. Dobbiamo essere consapevoli che i fenomeni migratori necessitano una risposta comune. Possiamo rispondere tutti insieme alle sfide migratorie. L’integrazione può riuscire, tenendo bene a mente che la parola importante è solidarietà.
Intanto da Berlino affronta il tema migranti e sicurezza la cancelliera tedesca Angela Merkel. In un’intervista a Frankfurter Allgemeine Zeitung la cancelliera ha sottolineato che:
La sicurezza delle frontiere, la politica di asilo comune e la lotta alle ragioni dell’esodo dei migranti sono la vera questione esistenziale per l’Europa […] Parte dell’insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli, nel compito di accogliere così tanti migranti […] Abbiamo bisogno di un sistema comune d’asilo e misure comparabili nella decisione su chi rimane e chi no.
Secondo la leader tedesca, Frontex diventerà “nel medio periodo una vera polizia di frontiera con competenze europee” e nel lungo periodo dovrà esserci “un ente europeo per l’asilo”.
Sul nodo migranti sono intervenuti oggi anche i vescovi: “Non sono un problema di polizia”, dice il presidente della Cei Gualtiero Bassetti.
Si polemizza, si aggiusta il tiro, si fanno autocritiche, non si sa quanto convinte, ma il Mediterraneo continua a inghiottire vittime innocenti. Ancora due stragi del mare nel Mediterraneo. La prima in Tunisia, dove sono almeno trentacinque i migranti morti nel naufragio di un barcone al largo della costa. Secondo fonti della sicurezza, a bordo dell’imbarcazione ci sarebbero state circa centottanta persone, tra cui un’ottantina provenienti da altri paesi africani, oltre a cittadini tunisini. Sessantasette persone sono state salvate.
La seconda tragedia nell’Egeo dove nove migranti, tra cui sei bimbi, sono morti dopo che il motoscafo sul quale viaggiavano è affondato al largo delle coste turche. In base a quanto si è appreso, il motoscafo ha registrato un’avaria nel distretto di Demre, nel golfo di Antalya, luogo molto frequentato dai turisti. Cinque persone sono state tratte in salvo e una è tuttora dispersa. Le vittime sono due uomini, una donna e sei bambini. I migranti stavano cercando di raggiungere l’Europa anche se la meta precisa non è nota. L’approdo in un paese Ue più vicino alla loro rotta è la piccola isola greca di Kastellorizo, di fronte alla cittadina turca di Kas. Le identità e la nazionalità delle vittime non sono state rese note.
Intanto, i servizi di salvataggio marittimo spagnoli hanno salvato duecento e quaranta migranti che cercavano di attraversare il mar Mediterraneo dal Nord Africa a bordo di undici barche. Uno degli immigrati è annegato. Lo riferiscono gli stessi servizi i quali precisano che gli agenti hanno notato un cadavere galleggiare dopo aver salvato quarantuno migranti da un barcone che stava affondando. Gli altri sopravvissuti sono stati recuperati dalle altre imbarcazioni avvistate tra ieri e oggi.
Secondo le ultime stime dell’Onu, sono seicento e sessanta i migranti morti quest’anno mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo. Nei primi quattro mesi del 2018, un totale di 22.439 migranti hanno raggiunto le coste europee. E con l’estate i numeri aumenteranno. E le parole, i proclami, le minacce, i rimpalli di responsabilità non basteranno a evitare nuove tragedie.

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