La raccolta di racconti su, con e di persone di Venezia è una boccata d’aria. Con questo libro si respirano, senza retorica, le storie di chi ha vissuto o vive e lavora nella città d’acqua.
A Venezia si scrivono libri, si lavora d’ingegno, si dipinge, si scolpisce, s’inventano materiali e meraviglie che sono futuro, si suona anche senza il barocco che imperversa nelle calli. Soprattutto si vive, come in una città del mondo e al mondo connessa.
Le storie sono tasselli importanti e preziosi del suo suo tessuto nervoso, intelligente, produttivo, tecnologico, storico, poetico, musicale…
Guido Moltedo coglie e raccoglie le vicende in carne e ossa, prive di concessioni all’immagine globalizzata verso la non-stop della ressa ingiuriosa di questi anni, e le rende testo da leggere per aiutarci a capire e conoscere un luogo, attraverso un taglio differente: i racconti di quelle vite che conosciamo poco.

Enzo Bon
Se v’interessa sapere cosa succede nella città di laguna più fotografata, visitata e stravolta al mondo, qui potrete avere un’idea sulle persone, su ciò che hanno fatto e continuano a fare.
E il libro trasforma noi, semplici viaggiatori, in trovatori, poiché genera curiosità, empatia, che si traduce in nuova conoscenza, in dolce sapere.
Ai lettori risulterà singolare che a Venezia si produca materia, intelligenza, scambio, cultura, orti buddishi, che a Venezia sia esistito chi non ce la faceva con il danaro, ma continuava la sua vita di scultore con la casa aperta ai bambini, ai vicini, agli intelligenti: pensatori, architetti, inventori e industriali, musicisti che oggi sono lì. E continuano a lavorare per tradizione e per competenze, le più disparate competenze.

Claudio Madricardo
È tutta gente che tiene appese alla porta le chiavi della città e delle sue isole, con il linguaggio mondiale del talento. Malgrado crociere, aerei, bus, pullman, bed and breakfast qui ci sono persone, fedeli ai loro progetti. Ed è come se si fossero messi al riparo dalle ingiurie del tempo, dei malanni, dell’ acqua e dei viaggiatori da selfie.
Purtroppo, le immagini che accumuliamo di Venezia sono spaghetti variopinti, monili imperfetti, gelati.
Si tenta una passeggiata nella bulimia da vestiti, scarpe, pizze al taglio, gelati, bibite, franchising internazionali all’altezza degli occhi, come in un aeroporto quando ci si annoia e si guarda un duty free per ingannare il tempo.
Invece le persone di questo libro non c’ingannano, senza dimenticare i problemi. profondono un amore diverso per uno spazio offeso: riescono a lavorare, a studiare e a interagire con il mondo. A FARE.

Manuela Cattaneo della Volta
È la Venezia della “sapientia”, dei saperi che decollano dalla laguna e atterrano nelle altre parti del mondo, con nuove connessioni, con altre lingue.
Venezia e le sue isole, in “Profili veneziani”, è fatta di singoli individui. Tanti ritratti che fanno una sorta di romanzo pieno di un’umanità sottostante, meno attiva nei social e nei video che offre prospettive di studio e lavoro e di ricchezza in senso ampio per il futuro del mondo.
Nel libro ci sono deliziose pennellate di Storia e di presente. Basta un’iscrizione, il nome di un palazzo di Roma (sì di Roma) per ricordare il papa che partì dalla laguna percorse l’Italia e il Tevere e arrivò a Roma per la gloria dei secoli successivi.

Marita Bartolazzi
Per chi legge, la città e le sue isole sono un divenire diverso, fatto di persone che partendo da Venezia passano per Londra e regalano romanzi in lingua inglese.
La storie di questo libro sembrano racconti di piccole solitudini tipiche dei talenti in moltissimi campi del sapere. Molti hanno avuto quello che oggi chiamiamo successo. Ma non lo enfatizzano.
Lo sapevate del disegnatore spagnolo che trasforma i riflessi e i lampi sull’acqua in creature variopinte?
E dell’ambasciatore che intercedeva per il nostro paese, tra Grecia e Turchia perorando la vita di un Mediterraneo tornato in auge con la tragedia immigratoria, ma fino a poco tempo fa lasciato nell’oblio dalla stessa Europa?

Pieralvise Zorzi
Lo sapevate di api e miele e della loro transumanza nelle vicine Dolomiti?
E di Luigi Nono che diede suono all’impossibile, o dei poeti che aprirono la lingua al flusso di coscienza, cambiandone regole, discutendone le forme e aprendo la letteratura italiana a nuove scoperte?
E della Silicon lagoon, della laguna di dati che parla e vive Veneziano e fa la spola tra la laguna e Santa Fe nel New Mexico?

Giovanni Innamorati
Io non sapevo che ci fosse così tanto, una moltitudine di saperi, di collegamenti, di operosità, un vivaio di tecnici, creativi, inventori, matematici, pittori, letterati, antichi papi.
Io non sapevo molto , forse perché Venezia l’ho sempre vista e amata senza guardarla così da vicino.
E forse, il messaggio della raccolta, è che ogni luogo del mondo è fatto dalle persone che lo abitano e provano a portarlo in ognidove.
Ogni racconto di questa raccolta ti porta sempre altrove. Lontano.
Si racconta con grazia, senza alcuna prosopopea di facile presa, la vita di tanti. S’intervistano persone che hanno fatto, conosciuto nel senso etimologico della parola, un mondo vasto e grande fatto di mercati mondiali di invenzioni brevettate, di relazioni consolidate in nome del vivere lì senza essere passanti, ma cuori, coraggio, al servizio orgoglioso del prossimo.
E in Laguna il prossimo è il mondo nel senso più autentico di questa parola. Non l’immagine stereotipata della globalizzazione.

Roberto Calabretto
ll mondo che da lì parte e torna in un viavai di ingegni, malgrado tutto e tutti.
Persone che comprano il pane e lo spezzano nell’altare così bello e delicato della ricerca, della storia, dei ricordi, del giorno dopo giorno dove si lavora, si ha successo, oppure si tira avanti ma si continua in nome di un orgoglio inclusivo, inclusivo di tanti altri che da lontano portano acqua al mulino meraviglioso dell’intelligenza, e dei saperi più incredibili.
Non sapevamo di quel ristorante vegano nato per la voglia di vivere lì, così difficile da mantenere equo nei prezzi e alto nella qualità sino a rendere faticosa la vita pratica di chi lo gestisce .
Sì, perché malgrado la babele di immagini a Venezia si vive in carne e ossa, si pagano le bollette, si trasportano i viveri, si va a fare la spesa, si rientra in casa dopo un giorno di pioggia o di arsura, si studia e si produce, si scrive e si toccano i ricordi che sono patrimonio di tutti i viventi. Oggi. Ora.
A tratti ci si dimentica il luogo di tante vite. In genere quando Venezia viene narrata prevale la retorica. Nel libro la città non si sovrappone alle persone, pur diventando Patria, Heimat, resilienza.
C’è un particolare incantevole, comune in tutti i racconti. La mancanza di scorie di arroganza che rendono personaggi le persone. Questo non succede e questa è un’ulteriore chiave di lettura del libro.

Marco Milini
A Venezia e nelle sue isole si fanno cose fantastiche e si resta sottotono, in understatement si direbbe oggi.
Questa raccolta è un viaggio dove prevalgono gli uomini e non i souvenir, dove non si sa che cosa ci verrà raccontato nella frase successiva a quella che stiamo leggendo.
È una epifania continua.
Essere delle persone che abitano o hanno abitato la città con amore, senza farsi prevaricare dall’uso che ne viene fatto. Un itinerario inedito che traccia una strada di talento in talento, di Grande Storia e oggi di grandi persone, mai portate nella descrizione o nelle interviste alla stregua di personaggi.
Ci vuole abilità e confidenza, capacità di porre le domande affinché gli uomini e donne che fanno molto si mettano a proprio agio e raccontino il loro lavoro senza farne un mito, laddove il mito è il luogo stesso.
La raccolta porta a una diffrazione tra l’immagine che abbiamo introiettato della città e le sue molteplici realtà. È come guardare le stelle più da vicino e vedere che a volte si fatica a campare, a volte il vero si può osservare e tessere, portarlo lontano e ritrovarlo a portata d’occhio, a Venezia sempre a Venezia e nelle sue isole.

Guido Moltedo
Venezia è la location delle anime vive, trascesa e sognante. Diversa sul serio come musa del mondo creativo e della ricerca, diversa nei legami che produce, diversa perché davvero internazionale e non solo maschere e lattine e bibite.
E ne esce sicuramente una varietà brillante, un’umanità diversa da tante. Non come ce l’hanno detta, raccontata, mostrata ma come la possiamo vedere da un libro che ce ne apre la comprensione, rivelandocene la sua esistenza. Un itinerario che non vuole stupire (solo le cose evidenti ci stupiscono).
“È la vita segreta”, cantava un grande autore, “c’est la vie secret”,” it’s the secret life”. Quella che fanno ogni giorno tante persone lì nei secoli dei secoli e quella che fanno oggi mentre scolpiscono il futuro. Per renderlo migliore.
Mercoledì 6 giugno 2018 (Aula Magna, ore 18.00) all’Ateneo Veneto assisteremo a una sorta di “raduno di venezianità”.
L’occasione è la presentazione del libro “Profili veneziani. La Venezia che non ti raccontano”, edito dalla casa editrice lidense el squero in collaborazione con la rivista online ytali.com.
Saranno presenti in sala gli autori del volume – Marita Bartolazzi, Enzo Bon, Manuela Cattaneo della Volta, Roberto Calabretto, Giovanni Innamorati, Claudio Madricardo, Marco Milini, Guido Moltedo, Pieralvise Zorzi -, il grafico Fabrizio Olivetti e l’editore Davide Livieri, oltre a diversi dei personaggi che sono stati intervistati e ritratti nel volume.
“Profili veneziani” è infatti una raccolta di ritratti di chi a Venezia ci vive e non fa notizia, se non in termini di cifre nude e crude, diffuse periodicamente per lanciare l’allarme su una città che si spopola mentre s’affolla inverosimilmente ogni giorno di più di visitatori.
È una lunga storia, questa dei veneziani che non si vedono e che non sono raccontati. Eppure a Venezia vivono ancora molti veneziani, veneziani veraci e veneziani per scelta…
L’incontro sarà condotto da Alberto Toso Fei.PER ACQUISTARE “PROFILI VENEZIANI” CLICCA QUI

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