7 modi unici di fotografare Venezia da 7 fotografi unici

In vista della sua uscita a settembre in libreria e sui siti librari come Amazon, ytali.com è lieta di anticipare, periodicamente, di qui ad allora parti di "Dream of Venice in Black and White", edito da Bella Figura Publication, che ringraziamo.
JOANN LOCKTOV
Condividi
PDF

Uno straordinario autore veneziano, Alberto Toso Fei, dice di Venezia che era una fotografia prima ancora che fosse inventata la camera oscura. Per oltre un secolo, fotografi hanno tentato di catturare il suo spirito con una macchina fotografica.

Cosa cerca un fotografo mentre fotografa uno dei luoghi più fotografati al mondo? Ho posto a sette fotografi dal libro “Dream of Venice in Black and White”, prossimo alla pubblicazione, di condividere i loro pensieri. Le loro esperienze riflettono la loro attitudine nei confronti della città, forse anche più della loro abilità.

(1. continua)

Pietro de Albertis

Pietro de Albertis (Italia)

Venezia è un luogo talmente stupefacente e sempre in evoluzione, che un fotografo può anche trascorrere decenni lungo i canali e le fondamenta, nell’avida ricerca dello scatto di una vita. Ciò è particolarmente vero se trattiamo di persone come me, con un’attrazione speciale per gli affilatissimi contrasti del bianco e nero. In questo senso, il sestiere di Cannaregio è l’ambiente ideale da esplorare. Quando il canale di Cannaregio è stato prosciugato nell’undicesimo secolo, tre lunghi rii sono stati creati, che scorrono paralleli l’un l’altro. Canali lunghi e dritti sono una rarità a Venezia; lì la calma superficie dell’acqua è efficiente nel catturare e riflettere i nitidi raggi del sole o a rispecchiare anche le più subdole di vibrazioni di luce. Nel corso degli anni il mio stile si è adattato naturalmente a queste condizioni uniche. La mia semplice “ricetta” in poche parole: gli scatti fatti il più delle volte a Cannaregio, di mattina e spesso d’inverno, innamorato dei primi raggi del sole ma anche delle giornate piatte di nebbia. Poi aspetta, aspetta e ancora aspetta, finché non arriva una singola persona a far parte della scena. In ultimo, molto importante: guarda con gli occhi, non con la lente e… non sprecare scatti (utilizzo tuttora la macchina da presa). “Labirinto”, scattata nel Sotoportego de l’Abazie alla fine del lungo Rio de la Sensa, durante una gelida e limpidissima mattina di gennaio, è rappresentativa del “succo” spremuto da questi così peculiari “ingredienti”.

Robert Hecht (USA)

Per un fotografo che è regolarmente affascinato, non solo dalla bellezza della linea e della forma, ma anche dall’interminabile fascino dei riflessi, Venezia è un paradiso acquatico. Per questi occhi, i riflessi sono effimeri e ultraterreni; hanno qualità surreali—molto simili a quelle che possiede Venezia stessa – come fenomeni pieni di mistero, sempre mutevoli e in costante evoluzione. Amo vagare lungo i rii, in cui si può riscontrare la quieta calma delle gondole ormeggiate, che oscillano gentilmente nei piccoli movimenti del flusso delicato del canale e riflettono i contorni fluidi delle linee uniche della barca. Le interazioni delle curve graziose del ferro, o la prua, della gondola con ciò che e la vera essenza di questo luogo da sogno – l’eternamente presente acqua stessa – può creare vera magia. Irresitibile!

Robert Herman (USA)

Sono venuto a conoscenza di Venezia quando vidi il film “Blume in Love”. Il melancolico Blume lamenta la fine del suo matrimonio vagando per piazza San Marco. Anche io arrivai a Venezia, con la pioggia che rendeva i cieli torbidi e grigi. Vagando come Blume, perdendomi apposta, trovai questo piccolo edifico di influenza moresca. Una relazione amorosa si frantuma, ma quel che resta…

David C. Phillips

David C. Phillips (USA)

Venezia è una città relativamente piccola. Nonostante ciò, nel mese che vi ho trascorso mentre facevo le riprese per il mio libro, “Reflections of Venice”, e per l’imminente libro di Bella Figura, “Dream of Venice” in Black and White, in media ho camminato una quindicina di chilometri al giorno. Ho preso il vaporetto solamente quando avevo bisogno di raggiungere la Giudecca o Burano. Ho ripercorso le stesse vie, attraversato gli stessi ponti e camminato lungo le stesse callette molte, molte volte. Ogni luogo era diverso ogni volta che lo vedevo. La fotografia a Venezia riguarda tanto il quando quanto il dove. Che periodo dell’anno? Che ora della giornata? C’è pioggia? Sole? Nebbia? Neve? Questi sono tanto importanti da considerare quanto il “dove” nella città da fotografare. Personalmente, io cercavo i riflessi – riflessi nei canali e riflessi nell’acqua alta. Per i canali, favorivo i piccoli rii di San Polo e Castello, ben fuori dai terreni battuti. Per l’acqua alta erano la piazza e la piazzetta di San Marco, il Bacino di San Marco e, in misura minore, l’area in prossimità del Ponte di Rialto – le parti più basse della città. Il “quando” soleva essere nella quiete delle ore mattutine, prima che i turisti riempiano le calli e prima che le barche increspino l’acqua nei canali. Ero fuori prima dell’alba quasi ogni giorno.

Tony Sellen

Tony Sellen (Regno Unito)

Secondo me Venezia è una delle città più fotogeniche al mondo. C’è una foto da scattare dopo ogni angolo, che non potrebbe essere ripresa in alcuna delle città che io abbia mai visitato. Dalle classiche gondole e le chiese imponenti agli angoli quieti con i locali amichevoli.

Uno dei miei soggetti preferiti da fotografare a Venezia, è la splendida vista da Calle Bragadin o Pinelli. È un bellissimo ponte di ferro, giusto prima che il canale si separi in due, lungo i lati di un vecchio edificio. Lontano dal trambusto, è un luogo pacifico in cui prendersi del tempo e creare dell’arte.

Cristina Vatielli

Cristina Vatielli (Italia)

Venezia, è una città che lascia spazio ai pensieri e si nutre di sensazioni.  Sei in completo contatto con te stesso. Una volta presa coscienza di questo,  Venezia diventa un involucro,  la attraversi come il respiro che passa nel corpo e lo anima.

Tra le calli affollate, sopraggiungono i pensieri della vita quotidiana. Poi, ogni passo ti porta a riscoprire qualcosa di assopito. Nel momento di massimo smarrimento, i canali ti cullano verso la meta prescelta.

E come in un corpo, seguendo il canal grande, arteria principale della città, si giunge in quel luogo intimo e solitario dove la coscienza ha la libertà di espandersi: la Giudecca.

Il susseguirsi di pensieri lasciano il posto alla meditazione. I paesaggi metafisici, il silenzio che ti accompagna, regalano quel desiderato momento di sospensione.
Venezia è la pancia del mondo, se sai ascoltare il suo respiro, ti lasci cullare come nel grembo di una mamma. Ti senti compreso, tra la consapevolezza di se stessi a la libertà di sognare. Sì, Venezia è donna.

Garry Wapshott

Garry Wapshott (Australia)

Nel 1999 ho acquistato la mia prima macchina da presa punta e scatta, una Contax T2 da 35mm, in preparazione dell’alba del nuovo millennio, l’anno 2000, che io e mia moglie avremmo trascorso a Venezia. Era magnifico! Pendendo dal mio polso, la sollevavo, inquadravo e bam, premi il bottone quando credi che sia giusto… la fotocamera faceva tutto il necessario per azzeccarla nella maggior parte delle occasioni. La T2 ha una lente Ziess di 38mm che torna nel corpo della macchina una volta spenta, uno sviluppo considerato il massimo degli obbiettivi punta e scatta mai prodotti. Metti un filtro rosso e vai. Ho cominciato a cercare momenti adatti per scattare e mi sono reso conto che doveva essere senza visitatori o turisti a tiro, non necessariamente solo luoghi iconici. Ciò significava svegliarsi presto, a volte prima dell’alba, prima che le calli ed i campi si riempissero di persone oltre ai veneziani, che facevano la loro routine mattutina. Ciò ha anche agito come eccellente opportunità per unirsi ai locali nel loro rituale di bersi uno o due caffè corretti mentre andavano al lavoro ed io tra riprese! Ciò aiuta con il modo in cui vedi ciò che trovo.

E quindi ho seguito il tema di trovare figure per lo più singolari tra le impressionanti architetture veneziane, scattate nella foschia leggera o nella dura, bassa luce solare che si insinua nella città all’alba. Questo è il motivo per cui continuo a tornare e per cui amo scattare foto come queste nella straordinaria città che è Venezia.

Link:
“Dream of Venice in Black and White”

JoAnn Locktov

Alberto Toso Fei

La foto di copertina è di Lisa Katsiaris

ENGLISH VERSION

7 modi unici di fotografare Venezia da 7 fotografi unici ultima modifica: 2018-06-10T20:00:06+02:00 da JOANN LOCKTOV
Iscriviti alla newsletter di ytali.
Sostienici
DONA IL TUO 5 PER MILLE A YTALI
Aggiungi la tua firma e il codice fiscale 94097630274 nel riquadro SOSTEGNO DEGLI ENTI DEL TERZO SETTORE della tua dichiarazione dei redditi.
Grazie!

VAI AL PROSSIMO ARTICOLO:

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

Lascia un commento