Tutti contro Soros. Soros contro tutti

A ottantasette anni il magnate statunitense di origine ungherese continua a essere la bestia nera dei movimenti populisti e sovranisti. Ma lui continuerà a sfidarli e combatterli, come rivela in una rara intervista al WP
MARCO MICHIELI
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Soros-fobia. Il termine ovviamente non esiste ma è utile per descrivere il disturbo che molti provano di fronte al miliardario statunitense. Basta pronunciarne il nome per scatenare le ire dell’orda complottista.

Forse saranno le sue idee a suscitare queste reazioni: è un internazionalista convinto, un liberale che si batte per la liberalizzazione delle droghe leggere e per il diritto all’eutanasia. E soprattutto un noto sostenitore dei democratici americani e di molti movimenti per la tutela dei diritti umani.
Forse sarà che è un miliardario, con un discusso passato: negli anni Novanta contribuì alla speculazione contro la sterlina e la lira italiana, che costò ai due paesi l’uscita dal Sistema monetario europeo.
Forse sarà che è ebreo, elemento essenziale per i sostenitori del complotto giudo-pluto-massonico che, secondo le loro folli teorie, decide del destino di miliardi di persone. 

Ungheria, manifesti della campagna pubblicitaria contro George Soros

È la bestia nera della destra radicale. Ma non è amato nemmeno da molti conservatori mainstream. E vanta molte inimicizie anche a sinistra, soprattutto quella radicale, che lo accusa – ça va sans dire – di fare parte di un complotto volto ad indebolire, attraverso i suoi cospicui finanziamenti, i valori della sinistra.

Il Washington Post è riuscito ad intervistarlo qualche giorno fa, durante uno dei suoi frequenti tour europei. 

Soros non rilascia molte interviste, ma l’ottantasettenne si trova sotto attacco. Negli Stati Uniti, la celebre attrice comica Roseanne Barr lo ha insultato via Twitter, dando voce ad una nota teoria della cospirazione che vorrebbe il tredicenne George Soros collaborare coi nazisti e costruire in tal modo la propria fortuna. Per questo tweet, ma soprattutto per il tweet razzista contro Valerie Jarrett, ex consigliera di Obama definita dalla Barr il prodotto dell’unione dei Fratelli Musulmani e il “Pianeta delle scimmie”, la star di “Roseanne” (“Pappa e Ciccia” in Italia) è stata licenziata dall’Abc.

Ma Soros è sotto attacco anche in Europa. Nell’Europa dell’Est, innanzi tutto. Lui che negli anno Ottanta finanziò i movimenti dei dissidenti del blocco sovietico è additato come il responsabile di tutto ciò che non funziona dai vari governi nazionalisti in Polonia, in Romania, in Macedonia, in Turchia.
In Russia dove, dopo la fine dell’Urss, Soros aveva finanziato numerosi programmi di democratizzazione. Fino a qualche anno fa, quando Putin fece bandire la sua organizzazione – l’Open Society Foundation -, poiché “una minaccia alle fondamenta del sistema costituzionale”.
In Ungheria, il suo paese natale. Viktor Orban, che un tempo usufruì delle borse di studio finanziate da Soros per aiutare i dissidenti dell’Europa Orientale, ha messo il filantropo statunitense al centro del fantomatico complotto che sarebbe stato orchestrato dalle potenze straniere durante la dura campagna elettorale, che lo ha visto stravincere. E l’Open Society Foundation ha dovuto lasciare il paese.

Macedonia, manifestazione contro George Soros

E anche in Italia, George Soros ha molti “ammiratori”. Ancora segretario della Lega “di opposizione”, Matteo Salvini aveva detto di essere convinto che:

[…] è in corso un chiaro tentativo di sostituzione etnica di popoli con altri popoli: è semplicemente un’operazione economica e commerciale finanziata da gente come Soros. Per quanto mi riguarda metterei fuorilegge tutte le istituzioni finanziate anche con un solo euro da gente come Soros.

La colpa di Soros? Il finanziamento alle ong che si occupano di accoglienza dei migranti.

Per Soros l’Italia deve essere meticcia.

ripeteva Salvini. E gli faceva eco Roberto Calderoli, che in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi tra l’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il magnate statunitense chiese le ragioni di quella riunione con 

[…] il miliardario che, attraverso le sue associazioni, è sospettato di finanziare l’immigrazione di massa dai paesi africani verso l’Europa utilizzando l’Italia come porta di accesso.

Ma anche più recentemente quando al festival dell’economia di Trento, George Soros ha chiesto di sapere quali fossero le relazioni tra la Lega “di governo” e la Russia di Putin (“L’opinione pubblica italiana ha diritto di sapere se Salvini è a busta paga di Putin”):

Non ho mai ricevuto una lira, un euro o un rublo dalla Russia, ritengo Putin uno degli uomini di stato migliori e mi vergogno del fatto che in Italia venga invitato a parlare uno speculatore senza scrupoli.

Molti nemici, molto onore. È quello che pensa Soros e lo ha ripetuto nella sua intervista al Washington Post.

Sono orgoglioso dei miei nemici. Quando guardo a tutti i nemici che ho nel mondo, mi dico che sto facendo la cosa giusta. Le persone che mi attaccano, basta vedere chi sono…. ne faccio un vanto.

E tuttavia è andato storto tutto quello che poteva andare storto. Confessa che la vittoria di The Donald era inaspettata e che, forse, lui stesso viveva allora in una bolla che gli impediva di comprendere quello che accadeva davvero nel paese.

Ma, secondo Soros, è proprio quando le cose non vanno bene che si vede la serietà dell’impegno politico di organizzazioni come la sua, l’Open Society Foundation.

Più grande è il pericolo, più grande è la minaccia, maggiore è il mio coinvolgimento per farvi fronte. Quindi, si, in questa situazione devo raddoppiare gli sforzi.

Nel linguaggio di Soros significa aumentare i finanziamenti a organizzazioni politiche e movimenti che si battono per tutto ciò in cui lui crede. Spenderà quindici milioni di euro soltanto quest’anno per affrontare le numerose sfide elettorali americane. 

A novembre si vota per le elezioni di Midterm e sono in palio tutti i 435 seggi alla Camera dei Rappresentanti e 35 seggi al Senato (oltre 36 governatori). È un test importante per Donald Trump, che potrebbe perdere la maggioranza alla Camera (ma non al Senato, secondo i sondaggi), e per i democratici, in vista delle elezioni presidenziali del 2020.

Il tweet di Danilo Toninelli, oggi ministro delle infrastrutture, in occasione dell’incontro tra Paolo Gentiloni e Gorge Soros

Soros spera che i democratici possano vincere le elezioni di Midterm e che essi possano:

[…] forgiare una relazione bipartisan con i repubblicani moderati per avviare la procedura di impeachment contro Trump, poiché sta mettendo in pericolo gli Stati Uniti e il mondo.

Anche se tutto ciò avrebbe un costo non trascurabile:

Questo farebbe di Mike Pence il nuovo presidente, un uomo che è molto più competente di Trump nel rappresentare le istanze della destra radicale, dalle cui idee io dissento.

Per riconquistare il Congresso, Soros sta cercando di mobilitare sopratutto gli elettori di sinistra e quelli delle minoranze, che spesso per il gioco della registrazione elettorale e del gerrymandering (un metodo per ridisegnare i confini dei collegi per favorire i propri candidati), vengono astutamente esclusi dalla partecipazione.

Battaglia difficile ma che non scoraggia l’ottantasettenne.

Penso che ci sia un problema di fiducia. Perché è più facile distruggere che costruire. E molte tecniche per influenzare le opinioni delle persone senza nemmeno conoscerle agiscono attraverso la distruzione della fiducia.

Sicuramente il suo “mito” continuerà a essere parte integrante del discorso populista e nazionalista ancora per molto tempo.
E probabilmente gli sopravviverà.
Come nelle migliori tradizioni complottiste.

Tutti contro Soros. Soros contro tutti ultima modifica: 2018-06-10T23:06:16+02:00 da MARCO MICHIELI
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