Pallone e barili. Tra lo zar e il re una partita geopolitica

Con il match tra Russia e Arabia Saudita sono cominciati i mondiali. Sotto l'auspicio delle nuove e buone relazioni tra Vladmir Putin e il principe ereditario Mohammed bin Salman
ANNALISA BOTTANI
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Un regno e un impero si sono sfidati ieri dopo la cerimonia di inaugurazione della ventunesima edizione della Coppa del Mondo che ha visto ballerini e ginnasti rendere omaggio alla Russia, mentre il cantante inglese Robbie Williams, accompagnato dalla soprano russa Aida Garifullina, si esibiva prima degli interventi del presidente Putin e del presidente della FIFA Gianni Infantino. La vittoria schiacciante del team russo (5-0) ha confermato i pronostici del famoso gatto bianco che “protegge” dai roditori, insieme ad altri felini, l’Hermitage di San Pietroburgo.  

Questa è stata la prima partita dei Mondiali che si terranno in undici città della Federazione Russa (e dodici stadi) dal 14 giugno al 15 luglio 2018 e che coinvolgerà trentadue squadre. La partita, svoltasi al Luzhniki Stadium, una struttura rinnovata da ottantamila posti che ospitò la cerimonia delle Olimpiadi del 1980, ha visto due colossi energetici contendersi la scena: Arabia Saudita e Russia che, in realtà, dal punto di vista calcistico, hanno affrontato numerose difficoltà negli ultimi tempi. 

Ma, superando le considerazioni sportive, il primo pensiero va, ovviamente, alla connotazione “geopolitica” che ha assunto questo match, vista la partnership sempre più strategica che i due Paesi stanno consolidando da mesi.  

Anche secondo quanto riportato da Russia Today, sul piatto non vi è solo il football. I rapporti tra il presidente Vladimir Putin e il principe ereditario Mohammed bin Salman, che hanno assistito alla partita insieme e che si sono riuniti il 14 stesso ricordando la visita in Russia del Re Salman ad ottobre del 2017, ne sono la prova. L’incontro non ha determinato solo i risultati del Gruppo A, ma potrebbe, sempre secondo Russia Today, modellare lo scenario del mercato petrolifero globale. 

La partita si è svolta pochi giorni prima dell’incontro dell’OPEC che si terrà il 22 giugno a Vienna.  L’auspicio espresso dai due paesi è quello di poter raggiungere, insieme agli altri alleati, un accordo in grado di risolvere le criticità legate all’aumento del prezzo del petrolio, che ha visto il picco massimo in questi ultimi tre anni. 

Sia Putin sia il principe intendono elaborare una proposta per stimolare la produzione petrolifera tenendo conto delle pressioni di alcuni grandi consumatori, tra cui gli Stati Uniti, in linea con un altro accordo stipulato tra i due Paesi nel 2016 volto a ridurre la produzione, discutendo, secondo Bloomberg, di un “fruttuoso coordinamento nell’ambito del mercati mondiali degli idrocarburi”.

Alcuni analisti hanno rilevato la volontà di Mosca di modificare l’accordo per sostenere una quota di produzione petrolifera maggiore e prezzi più bassi. Nel mese di maggio Putin stesso ha dichiarato di non essere interessato

ad un incremento infinito del prezzo dell’energia e del petrolio. Non era previsto che i nostri accordi rimanessero in vigore per sempre. 

Secondo il ministro dell’energia Alexander Novak (fonte: Agenzia Nova), intervistato a margine del Forum Economico di San Pietroburgo, Russia e Arabia Saudita hanno un approccio “comune sul futuro dell’accordo sul taglio della produzione petrolifera stretto tra l’OPEC e dieci paesi non facenti parte del Cartello.”

L’OPEC potrebbe decidere al vertice del 22 giugno di aumentare la produzione di petrolio per compensare la riduzione dell’offerta da Iran e Venezuela.

L’incontro vedrà la presenza anche della Russia e dei Paesi che hanno sottoscritto l’accordo per la riduzione della produzione petrolifera alla fine del 2016 stipulato con l’intento di contrastare il crollo dei prezzi del greggio. A fine maggio le quotazioni petrolifere sono state condizionate anche dall’aumento inatteso delle scorte di greggio settimanale negli USA di 5,8 milioni di barili e il taglio da parte della Libia della produzione di petrolio di circa 120.000 barili al giorno per problemi tecnici. 

A questo si aggiunge un altro importante step segnalato a marzo da CNBC. Russia e Arabia Saudita negli ultimi anni si sono impegnate a tagliare le forniture al fine di liberare il mercato da un eccesso di forniture stesse e di mantenere i prezzi sotto controllo. Tra i nuovi e ambiziosi obiettivi dei due leader, vi è sicuramente la volontà di stringere un accordo per estendere i controlli sui maggiori esportatori, gestendo, dunque, il mercato per i prossimi vent’anni. L’OPEC sta lavorando ad un accordo di lungo periodo per estendere l’alleanza anche ad altri produttori di petrolio.

Anche il principe ereditario Mohammed bin Salman ha confermato alla Reuters la notizia, dichiarando che si sta lavorando “per passare da accordi firmati a livello annuale ad accordi di dieci – vent’anni”, una mossa definita da molti “senza precedenti”.

L’OPEC e la Russia stanno pensando di

trasformare l’accordo che prevede il taglio della produzione in una partnership di lungo periodo per rendere il mercato petrolifero meno volatile.

Un analista della PVM Oil Associates ha osservato che

mentre aspettiamo di vedere se può essere raggiunto un accordo senza precedenti di lungo termine tra molti produttori, una cosa sembra certa: non vi è una data di scadenza in vista per la “Saudi – Russian romance”. 

Ampliando la visione, la partita Arabia Saudita – Russia non è certamente l’unico elemento caratterizzato da una valenza simbolica. Si tratta del più importante evento sportivo organizzato in terra russa durante una delle crisi diplomatiche più rilevanti dai tempi della Guerra fredda, dopo l’annessione della Crimea, le accuse di aver interferito nelle elezioni americane e l’attacco all’ex spia russa Skripal a Salisbury. 

Per garantire una manifestazione perfetta, Putin ha autorizzato una spesa di oltre quattordici miliardi di dollari, secondo la Reuters, trasformando questo evento in una delle iniziative calcistiche più costose della storia. La maggior parte dei fondi è stata destinata alle infrastrutture per i trasporti, alla costruzione degli stadi e degli alloggi. La metà di queste spese è stata coperta dal budget federale e il budget ufficiale è stato modificato, in termini di valore, più di 10 volte. Una spesa che, tuttavia, secondo le valutazioni di alcuni analisti riportate da Moskva News Agency, avrà un effetto positivo temporaneo sul PIL (intorno allo 0,2% solo da aprile a settembre 2018), che svanirà dopo i Mondiali. 

Il match di inaugurazione dei Mondiali di calcio tra Russia e Arabia Saudita

Secondo il saggista Stefano Grazioli,

dal Cremlino si vede lo sport come un veicolo per rinsaldare anche i sentimenti nazionali (non nazionalistici) e compattare la Nazione e l’elettorato dietro ai successi dello sport.

Non è un caso che molti campioni dello sport siano stati inseriti nel Partito Russia Unita. Questo Mondiale, sempre secondo Grazioli,

rappresenta un tassello importante di un progetto ad ampio respiro: dopo il crollo dell’URSS, durante il decennio con Boris Eltsin al Cremlino, lo sport russo, abbandonato a se stesso anche per questioni finanziarie, ha cominciato a declinare. L’arrivo di Putin alla presidenza ha cambiato in parte le cose, partendo dalla volontà di ripristinare i fasti di un tempo. 

E mentre una volta per Putin Olimpiadi e altri importanti iniziative erano un’occasione per essere “accettati” tra le grandi potenze e riconosciuti a livello internazionale, ora si tratta, invece, di dare della Russia un’immagine positiva di accoglienza e sicurezza, grazie ad un apparato ferreo di controlli, curato addirittura dall’FSB e anche da unità paramilitari russe che includono combattenti cosacchi che hanno sostenuto (notizia negata dal Cremlino) le truppe in Siria e nell’est dell’Ucraina (soppressi in epoca sovietica e ora riconosciuti ufficialmente). Non sorprende, dunque, che Navalny sia stato rilasciato proprio oggi dopo trenta giorni di detenzione. 

Tra le misure di sicurezza attivate, vi sono sicuramente la chiusura dello spazio aereo a Mosca, di strade, tombini e servizi di trasporto nelle aree degli stadi in cui si giocheranno le partite, il controllo serrato degli hooligan e di eventuali minacce terroristiche, la richiesta ai residenti delle città coinvolte dai Mondiali di non stare sul terrazzo, aprire le finestre o posizionarsi accanto ad esse per evitare di essere scambiati per potenziali target, divenendo vittime dei cecchini attivi sul posto. I giorni in cui si svolgeranno le partite sono stati addirittura dichiarati “giorni festivi” per evitare incidenti.

Lo “zelo” russo si è, purtroppo, abbattuto anche sui soliti target: Peter Tatchell, attivista inglese per i diritti LGBT che da solo manifestava sulla Piazza Rossa contro le torture commesse in Cecenia, è stato arrestato e poi rilasciato. Non è la prima volta per Tatchell che è stato arrestato due volte in passato e picchiato nel 2007 durante un Gay Pride.  

Ai “Mondiali della sicurezza” crede anche il presidente della FIFA Gianni Infantino, convinto che l’organizzazione dell’evento sarà impeccabile e al sicuro da possibili incidenti con gli hooligan.

La Russia [ha dichiarato Infantino] vuole mostrare al mondo che si tratta di un Paese accogliente in cui è possibile celebrare il football. Non ho mai visto un Paese così impegnato ad occuparsi dell’accoglienza dei fan come la Russia in questo momento.   

Un ulteriore aspetto rafforza la valenza simbolica che la Russia ha voluto dare a questa iniziativa. Quando, nel 2010, la Russia fu scelta per ospitare i Mondiali 2018, Putin, in qualità di primo ministro, ricordò che la Coppa del Mondo avrebbe

illuminato e ispirato la Nazione e aiutato un Paese vitale in una fase rapida di modernizzazione.

Putin voleva che la Coppa del Mondo mostrasse non il volto della vecchia Russia, ma il profondo rinnovamento che l’aveva attraversata. Tutti, dunque, dovevano vedere una “Russia trasparente e aperta al mondo”. E tutto questo poteva accadere solo perché “il football accende una scintilla nella vita delle persone, giovani e anziane”.

Uno dei momenti della cerimonia di inaugurazione

Secondo Rory Smith del New York Times, questi Mondiali non cambieranno tanto il modo in cui l’Occidente guarda il Paese, considerato il contesto politico-diplomatico attuale. Ma potrebbero cambiare il modo in cui “la Russia guarda se stessa e il mondo nel suo complesso”.  

Una scintilla che, forse, per un mese farà dimenticare ai Russi che proprio oggi, mentre tutti erano impegnati a guardare la partita, il governo ha proposto di alzare gradualmente l’età pensionabile per gli uomini da 60 a 65 anni a partire dal 2028 e da 55 a 63 anni per le donne dal 2034, prevedendo ovviamente un aumento delle pensioni, e di incrementare l’IVA dal diciotto al venti per cento. 

Come diceva Giovenale, “panem et circenses”. Un approccio che sembra ancora funzionare. 

Pallone e barili. Tra lo zar e il re una partita geopolitica ultima modifica: 2018-06-15T09:23:32+02:00 da ANNALISA BOTTANI
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