Adesso l’impeachment è possibile

Le magagne legali dei più stretti collaboratori di Trump sono un assist ai democratici per le elezioni di midterm, in novembre. La conquista da parte democratica anche di una sola delle camere del Congresso renderebbe plausibile l'avvio di una procedura per destituire il presidente.
GUIDO MOLTEDO
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Un uno-due, per dirla con il New York Times. Che stenderebbe chiunque. Non Trump. Ma solo per adesso. Il tycoon-presidente resta in piedi, un po’ tramortito. Il suo ininterrotto match con il grosso dei media, con la magistratura, con il mondo politico, compresa una consistente fetta del suo partito, lo vede per la prima volta barcollante in un’evidente posizione di svantaggio.
Tanto che la per lui terribile parola che inizia con “i” comincia a risuonare come una sinistra possibilità perfino ravvicinata.

Se finora solo una minoranza dei democratici e della stessa stampa liberal ha agitato la minaccia dell’impeachment, era perché – così teorizzavano in molti – avrebbe solo finito per fargli un favore, l’avesse fatto la leadership dem. Avrebbe solo alimentato la narrativa della vendetta per via legale da parte di un partito – e di media con esso collusi – sonoramente sconfitto elettoralmente e incapace di contrastare politicamente il presidente.

Ma adesso? Può la base elettorale di Trump, finora a lui fedele a oltranza, credere che quanto emerge da due tribunali distinti e distanti sia parte di una perfida macchinazione ordita dai nemici del loro beniamino?

Il Russiagate, infatti, c’entra poco o niente – per ora almeno – con le ammissioni di colpa da parte del fidato avvocato “storico” di Trump, così come con le rivelazioni processuali a carico di Manafort (anche se portano acqua al mulino dell’inchiesta di Mueller).

Se con l’indagine sulle manovre russe nella campagna presidenziale 2016 può perfino funzionare, presso il suo elettorato e FoxNews, il refrain della caccia alle streghe, ripetuto ossessivamente da Trump e la sua banda, con le vicende svelate da Cohen e Manafort non può fare breccia la stessa teoria cospirativa.

Michael Cohen ha raggiunto un accordo per una dichiarazione di colpevolezza per otto capi di imputazione nell’inchiesta per frode finanziaria ma si è anche dichiarato colpevole delle accuse relative al pagamento durante la campagna elettorale per comprare il silenzio di due donne (la pornostar Stormy Daniels e l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal) che sostengono di aver avuto un affaire con The Donald. In più ha rivelato gli sforzi coordinati con Trump per influenzare le presidenziali.

Cavarsela, come fa Rudolph Giuliani, lo strampalato legale di Trump, ripetendo che Cohen è un bugiardo, è una difesa risibile. E mentre in un tribunale di Manhattan Cohen era sulla griglia, in un altro tribunale, in Virginia, l’ex responsabile della campagna presidenziale di Trump, Paul Manafort, era condannato pesantemente per evasione fiscale e bancarotta.

Sono così cinque i collaboratori, tutti molto stretti, di Trump finiti sotto inchiesta per reati che, se non lo chiamano direttamente in causa, per ora, costituiscono il quadro di un capo circondato da malviventi e truffatori. A dirlo non è la stampa nemica ma la magistratura che in America gode ancora di buona reputazione, diversamente dai media e dalla politica.

È chiaro che, come prevede il Nyt, l’impeachment diventerà tema di campagna elettorale, per i democratici in vista delle elezioni di medio termine. I candidati repubblicani non possono far finta di niente e molti di loro dovranno scegliere se difendere il presidente, impostando la strategia più su Trump che sui temi locali, o se tenersene alla larga, anche facendo in modo che non si faccia vedere nei comizi elettorali nelle loro circoscrizioni.

In ogni caso i democratici sentono il vento a loro favore. La conquista da parte democratica anche di una sola delle camere del Congresso renderà comunque molto più plausibile l’avvio di una procedura d’impeachment a carico del 45mo presidente americano.

Adesso l’impeachment è possibile ultima modifica: 2018-08-22T18:37:10+02:00 da GUIDO MOLTEDO
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