Una tigre di carta a Monfalcone

La sindaca leghista elimina dalla biblioteca comunale il manifesto e Avvenire, poi, costretta dalle proteste, fa parziale marcia indietro riammettendo i due quotidiani. Ma nella sede dell'Urp. Pezza peggiore del buco
GIORGIO FRASCA POLARA
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Questa è una brutta storia – una storiaccia indecente – che ha per teatro la biblioteca comunale di Monfalcone. La sindaca Anna Maria Cisint, leghista con la riga e col bollo (e naturalmente a capo di una giunta in cui ci sono anche i neofascisti) ha deciso di togliere dalla “mazzetta” dei quotidiani a disposizione del pubblico nell’emeroteca della biblioteca due soli quotidiani: Avvenire e il manifesto. Perché? Giustificazione risibile della sindaca:

   perché la spesa è troppo onerosa rispetto al numero ristretto dei lettori

Anna Cisint tra Roberto Marcato (Liga Veneta-Lega Nord) e Maurizio Gasparri (Forza Italia)

Quando questi due quotidiani sono spariti dalla circolazione, un gruppo di cittadini, spontaneamente e autonomamente, ha deciso di autofinanziarsi e di fare una donazione alla biblioteca ripristinando a loro spese gli abbonamenti ad Avvenire e il manifesto consentendo così ai cittadini-utenti di riavere il servizio negato, e senza alcun onere per il comune. Ah sì?, ha reagito stizzita la sindaca: e allora i due giornali, pur recapitati puntualmente in biblioteca, non vengano messi a disposizione dei lettori. Perché? Testuale:

    perché l’abbonamento non è stato sottoscritto dall’amministrazione comunale 

Proteste generali di fronte a giustificazioni così grottesche che tentano inutilmente di nascondere il vero, inammissibile scopo censorio. Lo ha denunciato subito Articolo 21:

è un atto di intolleranza grave e di negazione della libertà di stampa come prevista dalla Costituzione che si fonda proprio sulla libera circolazione delle opinioni e delle idee

Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, parla apertamente di “censura” perché:

non è un caso che vengano presi di mira questi due quotidiani, quelli che contrastano maggiormente lo spirito dei tempi

Per il manifesto 

la storia bordeggia il ridicolo se non fosse terribilmente seria. […] [negando la distribuzione in biblioteca] la sindaca Cisint fa un torto soprattutto ai cittadini della sua città, che hanno il diritto di leggere i giornali che hanno donato alla collettività.

Poi il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna:

un episodio oscurantista che mette i brividi…così è proprio voler bruciare i giornali

E il presidente dell’Assostampa del Friuli Venezia Giulia, Carlo Muscatello:

se un’istituzione pubblica si mette a censurare dei giornali, decidendo che cosa il cittadino può e non può leggere, questo è un segnale ulteriore della brutta stagione che stiamo vivendo

E ancora, secondo il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti, Cristiano Degano:

tagliare l’informazione non è mai una cosa positiva, tanto più da parte di una biblioteca che dovrebbe favorire la cultura e l’informazione

Di fronte a questa levata di scudi, la deputata Debora Serracchiani ha deciso di investire il presidente del Consiglio della grave vicenda con un’interrogazione che descrive, con l’indignazione consentita da un atto parlamentare, tutti i tempi della vicenda, e reclamando un severo intervento. Allarmata dall’eco che il suo gesto censorio sta creando, la sindaca ha ora fatto sapere che:

da domani quegli abbonamenti saranno consultabili liberamente da tutti i cittadini all’Urp, in municipio

Monfalcone, 21 luglio, manifestazione di solidarietà e sostegno al presidio di protesta contro le politiche razziste della sindaca leghista Cisint

La toppa è peggio del buco. Intanto perché tutti i pretesti prima avanzati per non far leggere Avvenire e il manifesto sono miseramente caduti nell’auto- ridicolo. E poi perché si crea una stupida discriminazione tra gli altri giornali (a disposizione nell’emeroteca della biblioteca comunale) e i due odiati dalla sindaca Cisint che possono essere letti solo in altro luogo: presso l’Urp, l’Ufficio per le relazioni con il pubblico, presso la sede del Comune e non in biblioteca! Grottesco, ma forse un ulteriore strumento di controllo censorio: così si saprà chi legge i due quotidiani incriminati dalla leghista. 

Ma Serracchiani in quella interrogazione sottolinea che questa sindaca “non è nuova a trovate inquietanti” (le panchine tolte agli immigrati, il blocco di un centro islamico, ecc.). Quindi altra sua interrogazione, stavolta ai ministri dell’istruzione e della famiglia, che fa riferimento ad una convenzione che la giunta di Monfalcone, senza interpellare preventivamente gli uffici scolastici provinciale e regionale, ha siglato con due istituti scolastici comprensivi della città. La convenzione prevede che:

nell’obiettivo di incentivare le iscrizioni a Monfalcone da parte delle famiglie italofone residenti” si stabilisce “l’applicazione della percentuale di alunni stranieri sino al 45 per cento allo scopo di dare risposte ai bisogni dei bambini e delle famiglie e nel rispetto dei criteri di precedenza

La conseguenza di questo “patto” è che ora una settantina di alunni stranieri rischiano di essere esclusi dai percorsi formativi:

sarà quindi di fatto loro impedito – sottolinea Serracchiani – di conoscere coetanei di altre origini, avranno problemi di lingua e di inserimento nella comunità cittadina (…) Un grave pregiudizio per i bambini e le loro famiglie che non può essere risolto con la mera previsione di esportare in altri comuni gli alunni in eccesso con uno scuolabus né con la costruzione, a carico di Fincantieri, di classi-ghetto specificamente dedicate, come pretenderebbe la sindaca     

Ecco come l’informazione e la scuola sono ridotte a Monfalcone in nome dell’etica leghista così puntualmente rivendicata dalla sindaca Anna Maria Cisint. E Matteo Salvini, suo ispiratore, l’ha premiata con un caloroso “Brava!”.

Una tigre di carta a Monfalcone ultima modifica: 2018-10-03T12:28:57+02:00 da GIORGIO FRASCA POLARA
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