Un rinoceronte nel cuore di Roma

Un hub culturale nel centro della capitale voluto da Alda Fendi, in un palazzo storico progettato e arredato da Jean Nouvel, a due passi dall’Arco di Giano e dalla Bocca della Verità. Rhinoceros è la sintesi della filosofia della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti che, dal 2001, promuove sperimentazioni che oltrepassano i confini convenzionali tra le discipline
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Rhinoceros è mecenatismo. Un hub culturale nel cuore di Roma voluto da Alda Fendi, in un palazzo storico progettato e arredato da Jean Nouvel, a due passi dall’Arco di Giano e dalla Bocca della Verità, Rhinoceros è la sintesi della filosofia della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti che, dal 2001, promuove sperimentazioni che oltrepassano i confini convenzionali tra le discipline. Un luogo non solo da visitare ma da vivere, nel quale essere immersi totalmente nelle arti, da vivere all’interno degli Esperimenti della Fondazione. L’opening è previsto per l’11 ottobre.

Il nome rhinoceros ci rimanda a un software per la modellazione tridimensionale ma è, soprattutto, un nome evocativo dell’antichità. Un’idea di non convenzionalità. Il “rinoceronte” all’epoca di Augusto era visto come simbolo di forza. Infatti il palazzo, voluto e ideato da Alda Fendi, che si trova di fronte a San Giorgio al Velabro, a due passi dal Palatino e Circo Massimo, per il primo anno declinerà il tema del rinoceronte nelle arti visive e performative. Sullo sfondo l’Arco di Giano, permanente illuminato, grazie a Fondazione Alda Fendi – Esperimenti.

L’hub nasce in un palazzo barocco e nel cuore del Foro Boario (latino: Forum Boarium o Bovarium) dove si svolgeva, appunto, il mercato del bestiame. Si trattava dell’area di mercato (emporio) della città arcaica, collocata vicino alle rive del Tevere e frequentata da mercanti greci già all’epoca della fondazione della città, alla metà dell’VIII secolo a.C.

Alda è la più piccola delle sorelle Fendi ed è una grande mecenate. Dal 2001 è nata la sua Fondazione con il recupero della Basilica Ulpia, vicino piazza Venezia, e adesso questo nuovo progetto sempre nel cuore di Roma antica.

In una città che versa in un degrado mai visto prima, questo nuovo spazio è, si può dire, un miracolo. Come anche il restauro dell’ex Ufficio d’Igiene, ora museo in via Merulana,  grazie al mecenatismo della famiglia Cerasi. Bisogna essere molto grati a chi ancora crede nell’“altruismo” culturale e nelle buone prassi. Sono azioni virtuose che danno una boccata di ossigeno e aiutano la cultura di cui tutti noi abbiamo estremo bisogno.

Alda Fendi e Raffaele Curi (direttore artistico) hanno immaginato questo spazio come un luogo di scambio culturale e l’ingegno dell’architetto Jean Nouvel, architetto francese il cui ultimo progetto è il Louvre di Abu Dhabi, è riuscito nella conservazione dell’antico innovando al contempo, con un linguaggio nuovo e materiali di avanguardia, 3500 metri quadrati sviluppati su sei piani. 

Uno spazio espositivo non solo per mostre, ma anche per performance. Mostre, creazioni multimediali, interferenze artistiche che coinvolgono aree esperienziali diverse, dalle arti visive a quelle performative. 

Un’altra novità è che all’interno di questo enorme hub culturale sono stati creati venticinque mini appartamenti: residenze e atelier per artisti, viaggiatori, collezionisti. Il collezionista, il viaggiatore, l’artista si affaccerà dal suo mini appartamento e avrà una vista unica sulle vestigia dell’antica Roma.

Da sabato prossimo 13 ottobre fino al 13 dicembre si terrà la mostra “Le visione architettoniche fiorentine e romane disegnate da Michelangelo”. Saranno esposti dodici disegni di progetti architettonici originali riguardanti monumenti di Firenze e Roma.

Gli spazi di Rhinoceros sono un regalo a Roma, un sostegno alle attività artistiche e culturali della città. Una boccata di ossigeno che rende possibili sinergie positive per la cultura e l’arte in un luogo storico.

servizio fotografico dell’autrice

Un rinoceronte nel cuore di Roma ultima modifica: 2018-10-10T18:31:55+02:00 da LUNA MOLTEDO
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3 commenti

Concetta 22 Ottobre 2018 a 16:18

Chissà se, avendo come simbolo un animale, si penserà di coinvolgere gli artisti- naturalisti (o naturalisti-artisti) e il loro lavoro svolto sul campo in Africa! A Roma ce n’è un gruppo numeroso…

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renzo maria narchetti 15 Febbraio 2019 a 14:19

Il rinoceronte è lì, esempio di albagia ed egotismo di chi pensa, a torto, di aver acquisito speciali meriti e di sfoggiare inconsistenti sensibilità. Roma merita rispetto; quanto ai romani, beh questo è un altro discorso….

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