A Roma c’è una Scuola con la S maiuscola

Un'iniziativa di cooperazione con il Kenya, ideata e sostenuta da studenti e prof dello scientifico romano Morgagni, è un esempio di contrasto propositivo e costruttivo al degrado a cui sembra condannato il sistema scolastico italiano
MARCO CINQUE
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Secondo gli ultimi dati Ipsos Mori, l’Italia risulterebbe essere il Paese più ignorante tra quelli europei, precipitata mestamente al dodicesimo posto della classifica mondiale. A peggiorare la situazione, secondo le stime del Miur, siamo anche agli ultimi gradini, nel Vecchio Continente, per abbandoni scolastici, nonché penultimi per numero di laureati.

Dati sconfortanti, che danno il senso reale del degrado che sta fagocitando il Belpaese, i cui ultimi governi sembrano piuttosto concentrati su emergenze inesistenti, come quelle delle invasioni di immigrati o della sicurezza, problemi più indotti che confortati da numeri reali. Così le risorse vengono regolarmente destinate alla difesa stereotipata di una patria che invece di cercare nemici immaginari dovrebbe difendersi dalla sua stessa ignoranza, poiché condannata all’ultimo banco dei somari europei, anche in virtù dei sempre minori investimenti in scuola e cultura.

Ma lo stesso tessuto sociale non se la passa meglio dei propri governi: si percepisce infatti un disinteresse crescente verso i problemi della scuola e degli studenti, come se non fosse più riposto in loro il futuro del Paese, o peggio, come se non esistesse nemmeno il loro presente, su cui sembra calare un lugubre sipario. Questo emerge chiaramente da quanto possano importare, all’italiano medio, le rivendicazioni degli studenti medi e universitari, scesi nelle piazze di tante città il 12 ottobre scorso, praticamente ignorati da tutti o considerati per lo più una questione marginale o persino fastidiosa rispetto alle priorità dell’Italia.

Durante le proteste, Giammarco Manfreda, coordinatore della Rete degli studenti medi, ammoniva:

Ci volevano soldati e passivi, ci hanno trovati nelle piazze. Non possiamo più accettare che questo governo si riempia la bocca di parole come “cambiamento”, per poi offrire solo regresso. Telecamere nelle scuole e leva militare sono provvedimenti dannosi e inutili, soprattutto se non ci si interroga su come risollevare un sistema scolastico che negli ultimi dieci anni ha subito tagli per più di otto miliardi e che non riesce più a essere strumento di formazione e crescita delle nuove generazioni. Non possiamo fermarci di fronte alla barbarie di questo governo, che trascura l’istruzione ma non dimentica mai di demonizzare gli ultimi e di calpestare diritti acquisiti in anni di lotte.

Eppure, in questo desolante deserto, c’è ancora chi è capace di esistere e resistere, dando prova di quanto la scuola sia alla base di qualunque idea si voglia coniugare alla parola “civiltà”. È il caso del Liceo scientifico statale Giovan Battista Morgagni di Roma, che da quasi vent’anni è protagonista sul territorio con iniziative inclusive e proposte di qualità artistica, sociale, scientifica e culturale di assoluto rilievo.

Tra le ultime iniziative degli studenti, coordinati storicamente dal professore di inglese Fabrizio Fantera, emerge il Progetto SIPE, Support Innovation for peace and education, che il liceo sta portando avanti per consentire il diritto allo studio in Kenya di quindici ragazzi delle scuole superiori, meritevoli ma indigenti.

Nel volantino che illustra l’iniziativa, gli studenti scrivono:

In Italia come in Kenya e in tutto il mondo la scuola è un diritto. Le scuole secondarie in Kenya risultano però di difficile accesso per i giovani delle baraccopoli e delle aree rurali nonostante i buoni risultati alle scuole primarie. Per essere ammessi occorrono oltre trecento punti all’esame della Primary e ci sono le iscrizioni, le tasse d’esame ogni anno e i materiali didattici da pagare. I quindici studenti possono quindi frequentare la scuola secondaria solo se sostenuti economicamente. La comunità del Morgagni lo fa. Non è carità. È loro diritto.

Per raccogliere le risorse necessarie, vista la totale e cronica assenza di fondi istituzionali, si organizzano quindi eventi come quello del recente concerto serale “Morgagni for Africa”, che inaugura la stagione del Morgagni Cult 2018-19, aperto anche al pubblico esterno, con Badarà Seck e la sua band di musicisti africani.

Gli artisti in scena hanno coinvolto il numeroso pubblico presente in un trionfo di suoni, ritmi e umanità. Badarà ha parlato della sua vicenda di musicista immigrato, riportando la serata ai temi in salsa stereotipata e populista cavalcati dall’attuale governo, regalando altre verità, altre prospettive di sguardo sulla realtà, altre alternative possibili che vedono la diversità come un’occasione di incontro, inclusione e arricchimento piuttosto che come motivo di esclusione, discriminazione e conflitto. 

Davvero speciale e degna di nota la storia di questo liceo, che ha saputo offrire eventi all’altezza di una Scuola con la “S” maiuscola. Questo percorso è stato anche riportato in un libro curato da Fabrizio Fantera, pubblicato nel 2015 dal XII Municipio di Roma. Il volume è intitolato “Morgagniore21, il libro – Storia collettiva di una impresa culturale quindicennale di un liceo pubblico romano” e racconta di artisti e personaggi che hanno calcato le scene del bellissimo e ampio teatro in dotazione all’istituto.

Si va dai poeti internazionali Jack Hirschman, James Koller e Luke Warm Water a musicisti come Dick Halligan (Blood Sweat and Tears), Marcos Vinicius, Ambrogio Sparagna, Kay McCarthy, Giovanna Marini, Lucilla Galeazzi, Acustimantico, Javier Girotto, Paolo Pietrangeli, passando ad autori cinematografici come Giuliano Montaldo, fino a personaggi della cultura e della politica come Pietro Ingrao, Alex Zanotelli, Serge Latouche, Alberto Granado, Stefano Rodotà, Sabina Guzzanti e tanti, tantissimi altri.

Non sono mancate iniziative dove gli studenti stessi sono stati protagonisti assoluti, con le loro band o i gruppi di danza e teatro. “Un altro mondo è impossibile se non cominci dal tuo” sembra essere l’imperativo cui si è sempre ispirata e continua a ispirarsi la comunità del Liceo Morgagni, una scuola di valori e di vita che ancora si ostina a lanciare il suo sasso inascoltato nello stagno di un Paese sempre più sordo e cieco.

Nelle immagini, il murale del liceo dove elefanti bianchi e neri smettono di farsi la
guerra e decidono di vivere in pace con tanti elefantini grigi – due
immagini in dettaglio e in generale – e il gruppo africano
citato nell’articolo. Nell’immagine d’apertura studenti del Morgagni partecipano
al concerto.

 

LINK
Liceo Morgagni
S. I. P. E.
City of Rome Pipe Band in concerto
Giuliano Montaldo
Marcos Vinicius, tra i più grandi chitarristi classici sulla scena mondiale
In nome del popolo inquinato
Un video sui porti di Roma realizzato dai ragazzi
Marco Bersani e Alex Zanotelli: referendum sull’acqua 

A Roma c’è una Scuola con la S maiuscola ultima modifica: 2018-11-02T12:07:49+01:00 da MARCO CINQUE
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1 commento

EMILIANO 8 Novembre 2018 a 20:29

la cosa bella è che tutto ciò esiste da un sacco di tempo, non è la giusta e sonora reazione all’ondata oscura di xenofobia e intolleranza promossa dall’attuale governo… la cosa bella è che il morgagni, grazie al suo impegno, fa crescere un “pezzo” di popolo, orgoglio di questo nostro paese, al contrario dei tanti esempi rivoltanti che troppo spesso ci sottopongono le cronache quotidiane. tuttavia oggi, proprio per il momento storico che viviamo, la scuola assume un carattere centrale di modello culturale possibile, alternativo e dirompente. dunque sempre viva il morgagni con i suoi ragazzi e i suoi prof, soprattutto l’ottimo e instancabile fabrizio, compagno di numerose battaglie e cui vogliamo tanto bene!

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