L’ossessione di Salvini va in scena alla Camera

Il leader leghista torna a proporre la castrazione chimica per i reati di stupro, questa volta avendo il sostegno di Fratelli d'Italia. Ma il ministro di giustizia pentastellato Bonafede replica che la proposta è semplicemente incostituzionale
GIORGIO FRASCA POLARA
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Un paio di terribili vicende di stupro (tra cui quella conclusasi con la tragica morte della povera Desirée) hanno dato l’esca, l’altro giorno alla Camera, a un’ennesima, greve polemica nella maggioranza gialloverde con il ministro della giustizia Alfonso Bonafede (Cinque stelle) all’attacco del leader leghista, vicepresidente del consiglio e ministro dell’interno, Matteo Salvini. Tutto era cominciato con la solita sparata di Salvini in seguito all’arresto di un cittadino (recidivo) che aveva derubato e stuprato una settantenne a Milano.

Ecco le sue testuali parole:

Posto che questo soggetto dovrebbe essere subito restituito alle patrie galere, confermo l’opportunità della castrazione chimica farmacologica per curare questi infami. Altri Paesi la sperimentano da anni, perché in Italia no?

Il capo del Carroccio era tornato a battere sullo stesso tasto qualche giorno dopo, alla scoperta del cadavere straziato della ragazzina a San Lorenzo. Una duplice sparata a vuoto, così, tanto per tenere alto il livello dell’allarme? Macché. Stavolta l’auspicio di Salvini è stato raccolto e sponsorizzato da Fratelli d’Italia, forse nella speranza di riallacciare i fili del rapporto con quello che era un azionista del centrodestra d’antan. E allora la deputata Maria Carolina Varchi ha chiesto in question time alla Camera: 

con quali modalità e con quali tempistiche il governo intenda introdurre nel nostro ordinamento la castrazione chimica.

La risposta del guardasigilli è stata rivolta nella forma alla nuora (Varchi) ma nella sostanza perché il suocero (Salvini) intendesse:

Intanto non c’è attualmente alcuna iniziativa del governo in relazione alla possibile introduzione della cosiddetta castrazione chimica in Italia e non c’è alcuna indicazione in tal senso nel contratto di governo. Certo, il parlamento può portare avanti tutte le iniziative che ritiene opportuno ma alla domanda rispondo un maniera chiara: al netto di tutto un quadro di norme sia a livello costituzionale che a livello di codice civile e di convenzioni internazionali, renderebbero chiaramente incostituzionale l’introduzione di questa pena.

Ma poi, nel merito, la domanda che gli era stata rivolta, era e resta “scorretta”:

In alcuni paesi esteri la castrazione è prevista sì, ma come misura temporanea che implica uno sconto di pena per lo stupratore. Inoltre all’estero è previsto il consenso, quindi la non obbligatorietà di questa misura. 

No, ribadisce il ministro Bonafede, lo stesso che oggi non arretra “di un millimetro” sulla proposta della prescrizione. Le “correzioni leghiste sono copiate da Fratelli d’Italia”:

Il governo [Salvini compreso?] ha un’altra idea di intervento, ed è quella di non fare uscire nessuno dal carcere, di tenerlo sotto controllo, con la certezza della pena, attraverso un percorso che, anche attraverso personale medico, possa garantire che lo stupratore è sotto il controllo dello Stato. Semmai ci stiamo muovendo per esempio per l’inasprimento delle pene in caso di stupro e violenza… 

Sin qui il guardasigilli. Ma la reazione della deputata Maria Carolina Varchi non poteva essere più indignata e intrisa di fiele:

Non posso ritenermi soddisfatta di questa risposta con cui il rappresentante del governo ha sostanzialmente smentito il ministro Salvini. Dobbiamo dedurre che, a fronte di una seria emergenza sicurezza nel nostro Paese, in questo governo prevale quella linea pacifista che ha nel presidente della Camera, Roberto Fico, il suo massimo esponente in luogo di quella del ministro Salvini. 

Né a questo si è fermata la deputata di FdI. Non solo ha addirittura rivendicato la paternità dell’idea della castrazione, ma ha annunciato che il suo gruppo

ha coerentemente depositato degli emendamenti al decreto sicurezza [voluto da Salvini] che vanno in questa direzione, perché la castrazione chimica è un rimedio che avrebbe effetto deterrente nei confronti di quanti commettono reati di questo genere probabilmente certi di avere una certa impunità. 

E, in coda, ecco il veleno:

 Allora il tema della castrazione chimica diventa un tema importante e diventa forse la ragione per cui nel decreto sicurezza questo manca, e forse il ministro Salvini sta pensando di porre la fiducia. Quindi Fratelli d’Italia si rivolge al governo chiedendo di sposare questa soluzione perché, a fronte di un’emergenza vera e seria come quella che il nostro Paese sta vivendo, la soluzione è tolleranza zero per pedofili e stupratori: non può essere “più amore” che dice il presidente Fico…

Ma a questo punto la presidenza, superato il tempo concesso dal regolamento alla interrogante, le toglie per fortuna la parola. E tuttavia lo scontro c’è stato, aperto e a tratti acido. Peccato che nessun organo d’informazione se ne sia accorto.

L’ossessione di Salvini va in scena alla Camera ultima modifica: 2018-11-05T20:16:17+01:00 da GIORGIO FRASCA POLARA
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