Goran Pavletić. Il privilegio della solitudine

"Molti grandi fotografi sono o erano soli. Quando sei solo puoi entrare in una sorta di meditazione perché niente ti disturba. Cammini come un cane randagio e sei solo con i tuoi pensieri e il mondo intorno a te. Quindi puoi cogliere quel momento decisivo. Esprimo la mia solitudine catturando persone solitarie per la strada."
JOANN LOCKTOV
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In che modo sei stato attratto verso Venezia da Zagabria? 
È molto comune per chi come me è di Zagabria andare a Venezia, almeno una volta nella vita. Quasi tutti quelli che conosco sono stati a Venezia. Io ci sono stato diverse volte nella mia vita, ma due anni fa ero a Venezia con l’intenzione di scattare street photos d’inverno, quando Venezia non è invasa dai turisti. Mi ero messo in viaggio con un mio amico, il fotografo Stanko Abadzic, uno street photographer di fama internazionale di Zagabria. Ci siamo allontanati dalle zone turistiche e abbiamo scattato foto meravigliose, soprattutto di notte.

Oltre a essere fotografo sei regista di film. Come influisce il tuo lavoro nel cinema sul tuo lavoro fotografico?
Sì, mi sono laureato all’Accademia di arte drammatica di Zagabria (ADU), ma ho avuto pochissime possibilità di fare film, se non un paio di documentari. In seguito, ho lavorato per diversi anni come manager culturale. Ma quando, qualche anno fa, ho perso il lavoro, ho afferrato una macchina fotografica, che mi ha salvato dalla depressione. L’artista in me è rinato. Ho trasferito l’interesse e il sentimento per il documentario filmico alla fotografia. E ovviamente la mia conoscenza della scena, della luce, della composizione, ecc. mi è stata di grande aiuto nell’essere riconosciuto, poco dopo aver cominciato, sulla scena della street photography internazionale.

Nella tua fotografia notturna si rilevano allusioni al film noir. Gli individui, spesso solitarie silhouette, sembrano trovarsi in situazioni minacciose. Quali sono gli elementi che solo la notte offre e che ti consentono di dar vita alla tua narrativa?
La notte è magica. Adoro il film noir. Uno dei miei film preferiti è “Il terzo uomo” con molte brillanti scene notturne. Nella fotografia mi piacciono le foto notturne di Brassai a Parigi. A Venezia ho avuto l’opportunità di catturare questa magia notturna con fantastiche scenografie architettoniche, la dolce luce dei lampioni e persone molto interessanti, alcune vestite come provenissero dal passato. Tutto appariva come se una macchina del tempo mi avesse portato nel passato. Mi piace. Le mie stesse emozioni e l’ambiente circostante sono il motivo per cui le mie foto di “Venice in Winter” sono tanto amate dalle persone e il motivo per cui questa serie ha ricevuto numerosi premi e ha partecipato a mostre internazionali. E, naturalmente, una ragione per cui due delle mie foto sono state scelte e stampate nel bellissimo libro Dream of Venice in Black and White.

Una delle tue due fotografie in Dream of Venice in Black and White è il ritratto pensoso di un gentiluomo che ti sta di fronte ma che guarda oltre, qualcosa che non possiamo vedere. Quali circostanze hanno portato a questa immagine?
Va bene, ti racconto un segreto che è dietro quella foto. Il mio amico fotografo Stanko e io stavamo camminando sul finire della sera, quando ho notato questo signore e mi sono preparato a fargli una foto. Ero pronto a scattare e poi il mio amico ha detto “Scusi signore!”. È stato solo un secondo quando si è girato, e l’ho catturato. Dopo di che, io e il mio amico gli abbiamo fatto diverse foto con il suo consenso, ma solo la prima ha catturato quel momento decisivo come nelle foto di Cartier-Bresson.

La tua recente mostra al centro culturale della sinagoga di Maribor, in Slovenia, aveva l’avvincente titolo “Il privilegio della solitudine”. Questa è una categorizzazione particolare della solitudine, che spesso equivale agli aspetti più negativi del sentirsi soli. Che cosa significa per te personalmente il privilegio della solitudine e com’è rappresentato nel tuo lavoro?
Be’, la solitudine è sempre più la nostra realtà nel mondo d’oggi. È un paradosso, ma le persone che vivono nelle grandi città sono molto sole. Ma la solitudine ha alcuni vantaggi. Hai più libertà, soprattutto se sei un artista. Molti grandi fotografi sono o erano soli. Solo per citarne uno, Daido Moriyama. Quando sei solo puoi entrare in una sorta di meditazione perché niente ti disturba. Cammini come un cane randagio e sei solo con i tuoi pensieri e il mondo intorno a te. Quindi puoi cogliere quel momento decisivo. Esprimo la mia solitudine catturando persone solitarie per la strada.

 

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Goran Pavletić. Il privilegio della solitudine ultima modifica: 2018-11-15T10:46:23+01:00 da JOANN LOCKTOV
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