Come si disegna un suono? L’hanno capito e apprezzato gli spettatori dello spettacolo “L’Urlo di Armida”, prima assoluta di opera e rock che si è svolta presso l’Auditorium Santa Margherita, nell’omonimo animatissimo campo veneziano. Pubblico giovane, uno spettacolo nello spettacolo, nel cuore della movida universitaria di Ca’ Foscari: musica tardo rinascimentale e barocca che accompagna i versi della “Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso, cantati dalla soprano veneziana Giulia Semenzato con il compositore e sound designer Giovanni Dinello alla regia del suono e live electronics (la produzione e manipolazione dei suoni in tempo reale, ndr).
Questa nuova produzione è sostenuta da Musicafoscari e dal Conservatorio Benedetto Marcello, centro di eccellenza musicale della città lagunare con il Collettivo V.E.R-V.(Venice Electroacustic Rendez-Vous), che riunisce compositori, musicisti e artisti visivi veneziani e che ha collaborato con la piattaforma di produzione culturale PAS-E per l’allestimento dello spettacolo: quell’“Urlo di Armida” che appare nel titolo ma che si traduce in realtà, in dolce canto classico con la voce cristallina di Giulia Semenzato, accompagnata dal coro dei madrigalisti Floriana Fornelli, Elena Biscuola, Giacomo Schiavo, Andres Montilla-Acurero e Matteo Bellotto.
Musicafoscari ha allestito quattro spettacoli da ottobre a dicembre 2018: “The Bad Plus”, “Mary Halvorson Octet”, “L’Urlo di Armida” e il prossimo 15 dicembre “La Voce”, performance musicale e non solo con il filosofo Giorgio Agamben e il Coro dell’Università di Ca’Foscari. Tutti presso l’Auditorium di Campo Santa Margherita.
“L’Urlo di Armida” è un’operazione ben riuscita che coniuga la musica elettronica, a noi contemporanea, con quella antica di compositori come Luca Marenzio, Sigismondo d’India, Giaches de Wert, Domenico Mazzocchi, Friedrik Hendel e Claudio Monteverdi, che tra il XVI e il XVII secolo composero preziosi madrigali con gli antichi strumenti della musica barocca: cembalo (unito al synt nella versione odierna), tiorba e viola da gamba, suonati rispettivamente da Jacopo Raffaele, Jadran Duncumb e Andre Lislevand.
Armida, Clorinda ed Erminia sono le protagoniste della scena, con la soprano Semenzato accompagnata dalle luci di Claudio Bellini (sound light) e dai live electronics e disegni del suono (sound design) di Victor Nebbiolo Di Castri e Giovanni Dinello.
I versi di Torquato Tasso sono stati musicati sulle note delle composizioni classiche messe in scena dal gruppo di giovani artisti (età tra i 25 e i 35 anni).
Il poeta rinascimentale (nato a Sorrento nel 1544, morto a Roma nel 1595) concepì e compose la “Gerusalemme liberata” come poema epico ambientato durante la prima crociata del 1095, indetta in aiuto dell’Impero bizantino per liberare i Luoghi Santi. Armida, Clorinda ed Erminia, eroine del poema coinvolte in amori impossibili verso i nobili crociati che rispondono al nome di Tancredi, Goffredo di Buglione e Rinaldo, sono donne che hanno messo la sofferenza amorosa al centro delle loro vite, con dolorose battaglie interiori. Questo è l’Urlo delle donne, un dolore che nei secoli, allora come oggi, si ripresenta sempre uguale, e percorre le nostre emozioni attraverso l’esplorazione imperscrutabile dell’animo umano.
Il suono e la voce di coro e soprano sono accompagnati dai vividi contorni delle luci che accarezzano, accentuano, spengono o esaltano la musica e il canto. Disegni fantasmagorici contornano il palco, piccoli globi e linee sinuose impegnano la mente dello spettatore facendolo sentire in sintonia con quanto i protagonisti esprimono. Sprazzi di musica elettronica si inseriscono nell’insieme, e l’arte visuale si fonde con gli artisti, sobriamente vestiti di nero, mentre la soprano cambia rapidamente l’abito in scena trasformandosi da classica interprete a contemporanea rock star.
Giulia Semenzato viene da un percorso classico di musicista, è specializzata in musica barocca, ed è recente il suo successo riportato alla Scala con “La finta giardiniera” di Wolfgang Amadeus Mozart.
Ultimamente sentivo il desiderio di ritornare a una formula più contemporanea di espressione, senza voler rinunciare al mio bagaglio musicale degli ultimi anni, devoto alla musica barocca e mozartiana.
Così spiega la cantante questo “esperimento”, che ha voluto unire parole e musica del Sedicesimo e Diciassettesimo secolo con le tecnologie del Ventunesimo.
fotografie di Samuele Cherubini VDP

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